GRUPPO SERNAGLIA DELLA BATTAGLIAdi Ivan Bortot |
Luglio 2024 |
Il 4 novembre segna la fine del primo conflitto mondiale conosciuto da tutti come “la Grande Guerra”. Questa immane tragedia ha lasciato i segni del suo passaggio in tutto il nord-est.
Sernaglia della Battaglia, come tutti i paesi limitrofi, subendo per oltre un
anno la furia devastatrice della guerra, ha avuto le sue case e i suoi campi
distrutti ed i figli suoi superstiti raminghi per le terre del Friuli.
Negli
anni successivi alla guerra, crebbe la volontà di erigere dei manufatti che
ricordassero le gesta ed il sacrificio dei propri compaesani.
Questo spirito di
pietà e di ammirazione che unisce in rapporti di convivenza i vivi ai cari
defunti, diede forma ad un solerte ed attivo Comitato.
Questo era composto da
gente di ogni ceto sociale, di ogni età, di ogni idea politica mosso da un unico
fine.
Raccolti i primi fondi venne bandito tra gli scultori italiani un concorso
per l’edificazione di un monumento che doveva soddisfare queste condizioni:
• ricordare solennemente i Caduti di Sernaglia, esaltandone il glorioso
sacrificio;
• dare forma alla allegoria della montagna, traendo anche partito da getti
d’acqua, come simboli delle pure sorgenti di vita che dal sacrificio
scaturiscono;
• rispetto del luogo destinato ad accoglierlo, posizionato su un’area dove
sboccano tre vie importanti senza intralciarne la circolazione pur offrendosi
all’osservatore nel modo migliore.
Al concorso presero parte dieci concorrenti che presentarono progetti e
bozzetti.
La Commissione giudicatrice il giorno 19 ottobre 1921 assegnò
l’incarico al Prof. Giovanni Possamai di Solighetto.
Il Possamai era un noto artista locale, iniziò a frequentare l’Accademia di
Belle Arti di Venezia e successivamente l’Accademia di Brera di Milano,
diplomandosi nel 1908.
Allo scoppio della guerra fu richiamato alle armi, ma
essendo lui di idee anarchiche ed antimilitarista, rinunciò al grado e venne
inquadrato nel corpo degli Arditi Reggimentali.
Ferito nella battaglia del Forte
di Luserna, nell’Altopiano di Asiago, fu fatto prigioniero.
Dopo lunga degenza
nel Tirolo, venne trasferito a Mauthausen dove vi rimase per 17 mesi. Rientrato
in patria, si dedicò nel dopoguerra alla realizzazione di numerosi monumenti ai
caduti.
Oltre all’opera “Il Titano e le Aquile” di Sernaglia della Battaglia,
realizzò anche il monumento dei Caduti di Falzè di Piave.
Il 24 giugno 1922 venne solennemente benedetta la prima pietra del Monumento.
I lavori terminarono l’anno successivo e il 18 novembre 1923 venne inaugurato il
Monumento, la cerimonia fu accompagnata dal Corpo Bandistico di Moriago della
Battaglia.
Sono passati 100 anni e il Monumento ai Caduti (come è meglio conosciuto in
paese) è ancora saldo e fiero al suo posto. Qualche ammaccatura dovuta ai mezzi
pesanti aumentati considerevolmente in questi anni e qualche segno dovuto
all’età, ma la sua funzione di memoria e solenne ricordo sono rimasti invariati
nel tempo.
Il Gruppo Alpini di Sernaglia della Battaglia ha sempre avuto
rispetto e gratitudine nei suoi confronti e fin dalla sua fondazione non ha mai
mancato di onorare i propri Caduti il 4 novembre con una breve ma solenne
cerimonia e deposizione di una corona di alloro. Ha partecipato attivamente al
suo mantenimento, avviando azioni di pulizia e manutenzione, oggi non più
necessaria in quanto lo Stato ha deciso di prendersene cura.
Il Gruppo Alpini ha partecipato, anche lo scorso anno, alle cerimonie
organizzate dall’Amministrazione Comunale, per ricordare ed omaggiare il “Titano
e le Aquile”.
Alla cerimonia, tenutasi il 18/11/2023, erano presenti diverse rappresentanze
militari combattentistiche e associazioni del territorio, ed anche la
popolazione ha voluto presenziare e portare la propria riconoscenza.
Dopo la funzione religiosa svoltasi nella chiesa di San Rocco particolarmente
addobbata per l’occasione, tutti i convenuti si sono raccolti attorno al
Monumento per la deposizione della corona di alloro a memoria dei Caduti della
Grande Guerra.
Dopo le allocuzioni dei vari rappresentanti presenti, l’Amministrazione ha
svelato una targa posta in prossimità del monumento stesso che ne ricorda la sua
storia.
La cerimonia si è conclusa, come di consuetudine, con un brindisi ed il pranzo
presso la sede del Gruppo Alpini.