GRUPPO SOLIGHETTO |
Febbraio 1963 |
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Come da programma pubblicato nel precedente numero, il Gruppo di Solighetto presieduto dall’infaticabile Giovanni
Pansolin, ha ottimamente commemorato domenica 20 gennaio il ventesimo anniversario della battaglia di Nikolajewka.
L’avvenimento è sempre stato ricordato ogni anno dagli alpini del Quartier del Piave, ma quest’anno la manifestazione ha
assunto maggiore risalto per concorso di autorità, di ex combattenti e di penne nere, malgrado l’inclemenza del tempo.
Erano presenti il Dott. Francesco Fabbri V. Presidente della Provincia, il Sindaco di Pieve di Soligo Mo Gerlin con la
Giunta al completo, l’Avv. Cav. Cesare Benvenuti della Sezione Alpini di Treviso in rappresentanza anche del Generale
Davide Tosi (Presidente del Nastro Azzurro provinciale ed impossibilitato ad intervenire per precedenti impegni), il
sig. Ruggio Palmo per la presidenza della Sezione A.N.A. di Vittorio Veneto, il Maresciallo comandante la Stazione CC di
Pieve, il sig. Furbo della Sezione U.N.I.R.R. di Vittorio Veneto, il Mar. Viviani dell’Associazione del Fante di
Treviso.
Il nostro Consiglio direttivo era rappresentato dai Vice Presidenti Avv. Francesco Travaini e Cav. Giovanni Daccò oltre
che da quasi tutti i consiglieri tra i quali il Prof. Giacomo Vallomy che ha svolto l’orazione ufficiale.
Il nostro Presidente Cav. Uff. G. Curto era forzatamente assente per motivi di famiglia ed ha inviato un messaggio di
partecipazione e plauso; altre adesioni sono state inviate dalla M.O. Dott. Enrico Reginato impegnato a Roma, dal
Generale Luigi Boschis, dal Cav. Dott. Mario Venier di Conegliano Reduce dell’A.R.M.I.R., dal Cappellano del 3° Art. da
Montagna e da molti altri reduci e combattenti.
Con larghe partecipazioni erano presenti: la bandiera del Comune di Pieve di Soligo, i labari della Sezione di Treviso
dell’Unione Nazionale Reduci di Russia e quello della Sezione di Vittorio Veneto, la bandiera dell’Associazione
Combattenti e Reduci di Pieve di Soligo. il labaro della Federazione Provinciale dell’Istituto del Nastro Azzurro e
quello dell’Associazione Bersaglieri del Quartier del Piave, le bandiere dell’Ass. Naz. Artiglieri di Pieve di S.,
dell’Ass. Combattenti di Barbisano, dell’Ass. Naz. Mutilati ed Invalidi del Quartier dei Piave, dell’Associazione Naz.
ex Internati di Pieve di Soligo e della Sezione del Fante di Pieve.
Per l’A.N.A. erano presenti i labari della nostra Sezione e della Sezione di Vittorio Veneto e i gagliardetti dei Gruppi
di Conegliano-città, Revine Lago, Follina, Barbisano, Sernaglia della Battaglia e quello del Gruppo organizzatore di
Solighetto, con i propri capigruppo e larga partecipazione di soci.
Le vie del paese erano imbandierate: un grande drappo tricolore scendeva dal campanile e molti striscioni inneggiavano
all’eroismo dei combattenti di Russia.
Dopo la S. Messa celebrata in suffragio dei Caduti, i partecipanti ‘si sono recati al Monumento-Asilo per la deposizione
di una corona d’alloro a nome degli «Alpini e Reduci», lo scoprimento della lapide a ricordo dell’Alpino Teo Sante
decorato al valor militare alla memoria e l’offerta di una pergamena alla sorella dello stesso Caduto.
L’Avv. Cesare Benvenuti di Treviso ha quindi consegnato la tessera di iscrizione all’Istituto del Nastro Azzurro a sette
reduci decorati al valor militare.
Il Prof. Giacomo Vallomy, nostro Consigliere sezionale e Presidente dell’E.P.T., ha pronunciato il discorso
commemorativo sottolineato da frequenti applausi.
L’oratore ha sintetizzato la situazione del fronte orientale al momento dell’ordine di ripiegamento dato al Corpo
d’Armata Alpino, e la marcia dal Don al Donez compiuta combattendo valorosamente dalle Divisioni «Tridentina» del Gen.
Reverberi, «Cuneense» del Gen. Battisti e «Julia» del Gen. Ricagno, ricordando tra gli innumerevoli episodi di valore le
imprese della M.O. Giuseppe Grandi, della M.O. della nostra provincia Angelo Ziliotto, di Don Carlo Gnocchi oltre che
del Generale Giulio Martinat eroicamente caduto a poche ore dalla salvezza.
L’ultima battaglia svoltasi a Nikolajewka il 26 gennaio 1943 e che vide particolarmente impegnate le Penne Nere, diede
la possibilità di uscire dall’accerchiamento a circa quarantamila soldati ed è pertanto giusto considerare questo fatto
d’armi come una vittoria indiscutibilmente alpina.
Il Prof. Vallomy ha ricordato che il riconoscimento più valido al vittorioso comportamento degli Alpini in tutta la
guerra di Russia è testimoniato dallo stesso Comando supremo sovietico il quale, col suo bollettino di guerra n. 630, ha
affermato che SOLTANTO IL CORPO D’ARMATA ALPINO ITALIANO DEVE CONSIDERARSI IMBATTUTO SUL SUOLO RUSSO.