GRUPPO SOLIGHETTO |
Giugno 1987 |
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È sempre vivo in noi alpini, e in particolare nei sopravvissuti, i quali ricordano con immenso affetto e grande
gratitudine, i loro compagni, immolatisi in quella apocalittica circostanza, la tragedia di Nikolajewka, dove rifulse,
nella campagna di Russia, il valore e l’ardore dei nostri alpini, i quali al comando dei generale Reverberi, forzarono e
superarono, con immane sacrificio e con l’olocausto di migliaia e migliaia di nostri soldati, la cerniera di chiusura
disposta dai russi.
Il gruppo di Solighetto, capeggiato dal cav. Giovanni Pansolin, pure lui reduce dl Russia, promuove ogni anno questa
celebrazione.
In corteo ci siamo recati nella chiesa ad assistere alla S. Messa, celebrata dal parroco don Francesco, il quale,
durante l’omelia, dopo aver portato il saluto di mons. Vangelista, cappellano militare del 4° Corpo d’Armata Alpino, ha,
tra l’altro, affermato che assistiamo ad un fermento dell’ateismo completo ed ignobile, e si avverte un clima di disagio
e paura della guerra, specie tra i giovani, i quali hanno paura di ogni cosa, anche del servizio militare, ma non si ha
paura del male, della sregolatezza, che è sinonimo di una vita tormentata.
Il coro parrocchiale ha accompagnato la cerimonia religiosa con appropriati e toccanti motivi musicali.
Alla conclusione della Messa si è riformato il corteo, che, preceduto dal gonfalone comunale, dal nostro vessillo, dalla
bandiera di rappresentanza delle associazioni Carabinieri di Sernaglia della Battaglia, degli Artiglieri d’Italia, dei
Mutilati ed Invalidi di guerra di Pieve di Soligo, dei combattenti e Reduci del Quartier del Piave, da una
rappresentanza di fanciulli delle scuole elementari con il tricolore e dalla quasi totalità dei nostri gagliardetti, si
è diretto al Monumento ai Caduti dove è stata deposta una corona di alloro e dove il sindaco dr. Padoin e il presidente
sezionale prof. Vallomy, hanno brevemente, ma appropriatamente, ricordato l’avvenimento ed onorato i caduti. Un senso di
riconoscimento è stato rivolto a Pansolin e ai suoi alpini.
Vallomy nel suo intervento, ha pure aggiunto che l’abuso della libertà e l’orgoglio sfrenato sono semi di distruzione,
che le immoderate, e alle volte non pulite ricchezze di denaro portano alla degradazione dell’uomo e ai conflitti, alle
violenze. Dio premia chi merita; Dio premia i Caduti, più che la nostra riconoscenza, che è effimera.
Erano presenti: le medaglie d’argento Olindo Battistuzzi, Ampelio Rossi, altri decorati e reduci della Russia.
Come è consuetudine, presso l’asilo è stato istituito un posto di ristoro a base di “vino brulè”.
Il gruppo di Solighetto si è poi riunito in un ristorante locale per il pranzo sociale.
r.b.