GRUPPO SOLIGHETTO |
Dicembre 1996 |
Meglio non potevano esser
festeggiate le nozze d'oro del Gruppo, migliore regalo non potevano farsi le
penne nere di Solighetto della nuova piacevole sede.
Il sogno dell'indimenticabile capogruppo fondatore cav. Giovanni
Pansolin, dell'attuale capogruppo cav. Antonio
Possamai e di tutti gli alpini di Solighetto, si è realizzato.
L'opera è ancor più significativa, in quanto è costata molti
sacrifici e rinunce, sotto tutti gli aspetti.
E' un premio alla loro
perspicacia, al loro senso di aggregazione, al loro spirito etico battagliero.
E' l'otto settembre (data
memorabile per la storia italiana, e per noi di una certa età, ancor presente
nella memoria, anche se sono trascorsi 53 anni), gli alpini di Solighetto
festeggiano, quindi, due eccezionali storici avvenimenti: il 50° di
fondazione del Gruppo e l'inaugurazione delle nuova sede.
E' un mattino gradevole, anche
se la temperatura si presenta un po' rigida, ma che, con il passar delle ore,
si attenua di molto, poiché il sole padroneggia l'azzurro cielo.
Quando giungo in prossimità del centro del paese, incontro lungo la
via principale un gruppo di alpini mattinieri, preceduti dalla Banda Musicale
di Moriago della Battaglia, che si porta nel luogo dell'ammassamento, dopo
aver effettuato l'alzabandiera al monumento.
Alle nove partiamo, in
ordinato corteo, preceduti sempre dalla Banda Musicale, per giungere al
piazzale dell'asilo, dove il generale alpino mons.
Agostino Balliana inizia immediatamente la celebrazione della S. Messa
assistito dal parroco don Francesco.
Durante l'omelia mons.
Balliana, ricorda che la liturgia domenicale parla di amore verso Dio e
verso gli uomini. E riconosce
nelle penne nere tale amore, poiché lo sanno trasmettere attraverso la carità,
attraverso le loro esemplari opere di solidarietà, come hanno saputo
sacrificare la loro vita, nella convinzione di fare il loro dovere di patria.
Inoltre ha ricordato il compianto capogruppo Giovanni Pansolin. Riformato il corteo,
ci siamo portati al monumento che ricorda i Caduti
della comunità, a deporre una corona di alloro.
Quindi ci siamo trasferiti presso la nuova sede, dove, dopo
la benedizione impartita da mons. Balliana,
è avvenuto il rito inaugurale con il taglio del nastro tricolore, da parte
del più anziano socio Marino Longo, e della madrina Carmela Modenese -
assistiti dal sindaco Lorenzon e dal presidente Gai - e successivamente lo
scoprimento della targa, posta all'ingresso del giardino, sulla quale sono
incise le parole: “Casa Alpina Giovanni Pansolin”; atto compiuto dalla
vedova di Giovanni, signora Maria Bottegal.
Entrati nel giardino della
“Casa Alpina”", abbiamo assistito all'alzabandiera, issata sul
pennone collocato in un angolo del prato verde, accompagnati dalle note
dell'Inno di Mameli eseguite dalla Banda Musicale di Moriago.
Sono seguiti gli interventi
del capogruppo cav. Antonio
Possamai, del sindaco geom. Remo
Lorenzon e del presidente sezionale comm.
Paolo Gai.
Possamai porgendo il saluto a
tutti i convenuti, autorità, rappresentanze delle varie associazioni e agli
alpini, li ha ringraziati per la loro partecipazione, poiché, hanno voluto
festeggiare con loro due grandi avvenimenti, certamente importanti nella vita
associativa delle penne nere di Solighetto: i 50 anni della costituzione del
Gruppo e la realizzazione di un grande sogno, da tanto tempo cullato, la Casa
Alpina; luogo - egli ha detto - dove poter trascorrere momenti di tranquillità,
di sana armonia, ed anche bere un buon bicchiere di vino, senza mai
trascendere.
Egli ha aggiunto che la
“Casa Alpina” è aperta a tutti coloro che lo desiderano, in particolare
agli anziani della comunità, alcuni dei quali hanno contribuito a raggiungere
questo prestigioso traguardo. Essa
rappresenta un punto di riferimento dei sani e solidali propositi per il
presente e per il futuro del sodalizio.
Possamai ha concluso
rinnovando la personale gratitudine e quella del Gruppo a tutti coloro che
sono stati loro vicini, cooperando con materiale, finanziamenti e manodopera.
Quindi il sindaco Lorenzon
elogiando l'iniziativa degli alpini di Solighetto, ha detto che solo loro sono
capaci a realizzare queste opere, superando le difficoltà burocratiche ed
economiche. Essi sanno
trasmettere quel senso di fratellanza e collettività, dentro e fuori della
stessa comunità.
Lo spirito che gli unisce -
egli ha concluso - è la forza trainante di ogni loro esemplare iniziativa,
perciò auguro al Gruppo Alpini di Solighetto sempre maggiori successi.
Infine il presidente della
sezione coneglianese Gai così si è espresso: “Autorità civili,
militari, signor sindaco, rev. parroco, cittadini ed alpini, Vi porto il
saluto del consiglio direttivo e mio personale.
Prima di tutto vorrei ricordare il compianto capogruppo cav.
Giovanni Pansolin, reduce di Russia, decorato al valor militare, anche
se non fisicamente, oggi è in mezzo a noi con la sua ispirazione.
E' con vivo piacere che
oggi, nell'anno del cinquantesimo anniversario della leggendaria battaglia di
Nikolajewka, mi trovo qui per l'inaugurazione della nuova sede degli alpini,
ma anche una nuova sede non solo per gli anziani, ma pure per i giovani.
Mi congratulo con il
capogruppo cav. Antonio Possamai e con i suoi alpini, per aver lavorato con
dedizione e con amore, alla realizzazione di un'opera a servizio di tutta la
comunità.
Questa è una ulteriore
dimostrazione che lo spirito che anima le penne nere, le quali agiscono sempre
a favore della comunità in cui vivono.
La comunità è una grande
famiglia, e il valore che essa rappresenta è sacro per tutti gli alpini che,
fin dalla loro costituzione, si sono adoperati a difendere e a proteggere.
Tutti noi, oggi, memori dei
sacrifici fatti da coloro che ci hanno preceduto, dobbiamo impegnarci tutti
assieme, per continuare per questa strada.
Sarà mio impegno promuovere e portare avanti tutte quelle iniziative
che caratterizzano la nostra associazione di cui la società ha tanto bisogno.
Bravi alpini di Solighetto
per questa nuova opera che con tanto sacrificio avete portato a termine.
E' un esempio per tutti, in
particolare per i giovani, alcuni dei quali, purtroppo, oggi sono distratti da
tante cose meno importanti.
Quest'opera è da
considerare alla stregua di tante altre iniziative alpine, come l'asilo di
Rossosch in Russia, l'adozione a distanza di bambini di nazionalità diverse e
tante altre ancora.
Il mio augurio è che
l'inaugurazione di oggi sia una delle tante che in un prossimo futuro saranno
realizzate.
Grazie ancora e buona
giornata a tutti. Viva l'Italia, viva gli Alpini!”
Prima che si concludesse la
cerimonia sono state consegnate delle targhe ai soci più anziani, e
precisamente a Bastianel Giovanni, Marciano Andrea, Sforza Giuseppe, Ciotta
Giuseppe, Bernardi Emilio, alla signora Maria Bottegal ved. Giovanni Pansolin,
a Bernardi Antonio e Bernardi Sante.
Per la cronaca erano presenti
numerosi alpini e cittadini; il gonfalone del Comune di Pieve di Soligo; i
vessilli delle sezioni di Valdobbiadene e di Conegliano; i labari delle
associazioni AVIS, Artiglieri e Combattenti e Reduci di Pieve di Soligo, e dei
Bersaglieri del Quartier del Piave; i gagliardetti dei gruppi di Bavaria e
Nervesa della sezione di Treviso; Colbertaldo, Moriago della Battaglia,
Mosnigo, Col S. Martino della sezione di Valdobbiadene, Follina, Miane, Tarzo,
Valmareno e Cison di Valmarino della sezione di Vittorio Veneto; e tutti
quelli della sezione di Conegliano.
Naturalmente tutti i convenuti
hanno voluto visitare la “Casa Alpina”, una sede bella e funzionale, bene
arredata, con due ampie sale, una al piano terra con banco bar, un'altra allo
scantinato, con cucina e servizio.
Bello anche l'esterno con
giardino, diligentemente curato con a dimora alcune piante.
Una sede ideale per trascorrere in compagnia momenti tranquilli,
dialogare, proporre nuove iniziative nell'ambito sociale.
Siamo, dunque, di fronte ad
una struttura, come altre analoghe “Case Alpine”, di cui le penne nere ne
vanno fiere.
Non è mancato il tradizionale
"rancio", squisitamente preparato e servito dagli alpini e gentili
signore: anche questa è una prerogativa alla quale non ci si può dissociare.
Bravi alpini di Solighetto!
Renato Brunello