GRUPPO SOLIGHETTO |
Maggio 2000 |
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olighetto 16 gennaio 2000: Per non dimenticare.
“Non esistono parole
adeguate per descrivere le privazioni e i sacrifici cui si sottoposero per un
intero mese gli alpini e gli artiglieri della Julia. Superando di gran lunga
ogni credibile limite di resistenza umana, per un mese essi combatterono
disperatamente in circostanze nelle quali era presumibile di non poter
sopravvivere fino alla sera del primo giorno.
Con le divise e i cappotti di panno autarchico, una
coperta e un telo tenda, essi affrontarono il freddo notturno dei 35 e dei 40
gradi sotto zero, nutrendosi di scarsissimo cibo gelato, ossessionati dalla
sete, distrutti a poco a poco dal sonno e dal gelo paralizzanti, trovarono
tuttavia la forza di resistere per l’intero mese ai pressoché continui
attacchi russi, sferrati con reparti sempre più numerosi ed agguerriti.
Pagando il valore e
l’irriducibile tenacia con la quotidiana morte di ufficiali e soldati, con
l’insidioso estendersi nelle carni dei congelamenti e delle cancrene,
resistettero sulle linee improvvisate suscitando la sbalordita ammirazione dei
tedeschi dal cui comando dipendevano (XXIV Corpo d’Armata corazzato).
E queste linee lasciarono
soltanto dietro ordine ricevuto”. Era il 16 gennaio 1943.
Nowo Georgewka 22 gennaio
1943: “….Mentre si apprestavano a ripartire, il paese venne
improvvisamente assaltato e pressoché accerchiato da carri armati e forze
motorizzate russe che bloccarono gran parte del paese e soverchiando
l’improvvisata resistenza catturarono la maggior parte dei sopravvissuti
dell’8° Alpini. Il Conegliano, esaurite le munizioni, fece saltare tre
pezzi e due ne portò in salvo assieme agli artiglieri e a quanti riuscirono a
porsi nella scia del Gruppo che in serata raggiunse Scheljakino e da allora in
poi seguì la colonna della Tridentina fino a Nikolajewka.”
23 gennaio 1943 Nikolajewka. Prime ore del pomeriggio
Un’immensa colonna di
combattenti, resti provenienti dalla Julia, dalla Cuneense, dalle altre
divisioni dell’ARMIR e dai reparti tedeschi, si presenta sull’immensa
spianata che porta a Nikolajewka e trova la strada sbarrata dal terrapieno
della ferrovia e dai russi che da dietro quel riparo, utilizzando
mitragliatici, mortai e artiglierie, li bersagliavano. Nelle retrovie i carri
armati russi facevano scempio di congelati, feriti e attardati: utilizzavano
per lo più i cingoli. Anche l’aviazione russa faceva la sua parte. Si
fermarono.
La temperatura era già
intorno ai meno 20, la notte sarebbe scesa in fretta e con lei anche la
temperatura: passarla all’addiaccio senza alcun riparo, con i russi che
imperversavano poteva significare la fine per tutti.
La Tridentina era giunta fino
a Nikolajewka senza grosse perdite e con i reparti ancora efficienti e con il
suo indimenticabile comandante, il generale Reverberi, che
valutata rapidamente la situazione e impartiti gli ordini ai suoi
ufficiali, sale su un cingolato tedesco da dove poteva essere visto e sentito
e ordina: “Tridentina Avanti!”
Tutta la Tridentina si lancia
all’attacco del terrapieno della ferrovia seguita da quella immensa colonna
di uomini stanchi, laceri, affamati, armati di poche armi ma soprattutto della
volontà di tornare. Di tornare a casa.
Le armi russe nulla poterono
contro la volontà, la determinazione e lo spirito collettivo di quei
quarantamila e furono travolte.
Dall’esempio nasce un grande insegnamento
E’ nel desiderio di offrire
un contributo di memoria ad un evento straordinario nella storia del nostro
popolo, in assenza di vanità e in assenza di glorificazione. Desideriamo
rendere omaggio a coloro che in quei giorni, trascorsi tra la vita e la morte,
hanno mantenuto la consapevolezza dei valori umani superando i limiti della
storia militare “..per diventare termine di paragone e passo obbligato nella
costruzione della vita civile.”
E’ con questo spirito che la
Sezione ANA di Conegliano ha affidato al capogruppo Giovanni Mazzero il
compito di organizzare la commemorazione del 57° anniversario di quella
battaglia.
La circostanza ha riunito a
Solighetto i reduci della campagna di Russia del Comune di Pieve di Soligo,
fedeli testimoni di vite vissute in un mosaico di esperienze tristi e gioiose
dalle quali non si possono distaccare e gli insegnanti con i bambini delle
scuole materne ed elementari, ai quali desideriamo affidare questi valori con
il mandato di custodirli, interpretarli e metterli a frutto per costruire una
società migliore e degna del sacrificio e dell’esempio dei nostri caduti.
La Cerimonia
E’ iniziata alle 9,30 con la
Santa Messa celebrata dal generale mons. Agostino Balliana nella chiesa
gremita di Penne Nere e di fedeli. Moltissimi i gagliardetti, i capigruppo e i
consiglieri sezionali presenti. All’omelia il parroco di Solighetto, don
Francesco, ha avuto parole di riconoscimento per la proficua attività di
volontariato, svolta dagli alpini a favore della comunità e dei meno
fortunati.
Alla fine della Messa, i
presenti in corteo si sono portati al monumento ai caduti.
Ha preso la parola il
Capogruppo di Solighetto, Giovanni Mazzero, spiegando con un discorso breve,
incisivo e coinvolgente gli avvenimenti e le motivazioni che hanno dato
origine a una cerimonia che vuole onorare nel ricordo di una tragedia, il
valore degli alpini quale monito ed esempio alle giovani generazioni,
rappresentate per la circostanza dagli insegnanti e dai bambini dell’asilo e
delle elementari.
Il comm. Paolo Gai, presidente
della Sezione ANA di Conegliano, ha presentato l’evento Nikolajewka come una
vittoria dell’uomo e dei valori umani, rappresentati dagli Alpini, sulle
avversità della vita: coraggio, senso del sacrificio, amore per la Patria,
solidarietà verso il prossimo.
Ha citato inoltre il
bollettino di guerra N°630 del 8 febbraio 1943, divulgato da Radio Mosca, con
il quale il Comando supremo russo annunciava che “Soltanto il Corpo
d’Armata Alpino italiano poteva considerarsi imbattuto sul suolo di
Russia.”
“Ognuno per quello che può”
ha concluso il Presidente, ”deve rendersi utile alla collettività e allora,
coloro che sono morti nelle steppe gelide e desolate, non saranno morti
invano.”
Il Sindaco di Pieve di Soligo,
ing. Giustino Moro, dopo una attenta considerazione sulle capacità e sulle
virtù dimostrate dagli Alpini, in pace e in guerra,
ha rivolto un apprezzato pensiero di ringraziamento e
di augurio ai Reduci della Campagna di Russia intervenuti alla cerimonia.
La corona di alloro della
Sezione di Conegliano, nel segno della continuità della migliore trazione,
era portata da due giovani e impeccabili alpini, in servizio di leva, di
Solighetto: Omar Bertazzon e Giovanni Padoin.
Le limpide note del silenzio,
pronunciate dalla tromba d’argento del parà Ugo Granzotto, hanno salutato
con solennità la memoria e il valore dei nostri Caduti.
L’evento commemorativo si è
svolto in modo impeccabile, sotto l’attenta supervisione del cerimoniere,
Magg. Nino Geronazzo.
16 gennaio 2000: un giorno di
sole con un cielo azzurro tenuto limpido da un vento gelido e discreto come un
sussurro proveniente dalle lontane steppe.
Enzo Faidutti