GRUPPO SOLIGHETTO |
Giugno 2014 |
Come per ogni anno è usanza fare, anche per questo si è organizzata a Solighetto una cerimonia per ricordare la
Battaglia di Nikolajewka, il giorno 19 gennaio. La commemorazione ha avuto inizio il giorno prima, con la Mostra
fotografica della 2°Guerra Mondiale e con i canti del gruppo “Cantori da filò”, i quali hanno interpretato le “Parole e
canti degli Alpini in Russia”. Domenica la cerimonia è iniziata alle ore 9.30 con la classica Alzabandiera. Gli Alpini e
i numerosi partecipanti si sono recati poi nella Chiesa parrocchiale di Solighetto e, portando con orgoglio i propri
gagliardetti e gonfaloni, hanno trasmesso a tutti i fedeli presenti una forte emozione al loro ingresso alquanto
suggestivo. Don Luca ha iniziato l’omelia con una frase che era stata pronunciata da Papa Francesco e che riassume
appieno tutto il significato di questo avvenimento: “Chi non ricorda la propria storia non ha futuro, perché non ha
memoria”. Don Luca ha spiegato infatti che la commemorazione non deve essere dimenticata e in proposito ha dato un punto
in merito alle maestre della scuola materna ed elementare che hanno trasmesso ai loro scolari la conoscenza dei tristi e
struggenti avvenimenti di quella battaglia. Secondo il parroco i bambini hanno infatti il diritto di conoscere la
propria storia, comprendere l’orrore della guerra e come viveva la gente sommersa dalle atrocità, devono sapere che
un’enorme quantità di persone sono morte per la propria Patria; ma anche di capire per stimare e prendere esempio di
come la popolazione aiutava il vicino, cioè con vera amicizia e invidiabile fraternità. Questi sono stati chiari segni
di Vangelo vissuto, che per gli anziani si son trattati di memoria, ma per i giovani di promessa! Terminata la S. Messa,
date le brutte condizioni del tempo, le cerimonie di commemorazione, che normalmente avvengono davanti al Monumento dei
Caduti, sono state proseguite in Chiesa. Dopo di alcuni brani cantati dai bambini di 4° e 5° elementare, riguardanti la
mostruosità della guerra e il desiderio di pace, il Capogruppo degli Alpini di Solighetto Giuseppe Corbanese ha
ringraziato dal pulpito tutte le Autorità religiose e militari presenti (gli artiglieri , del gruppo di Rosà e i
presenti), dedicando il ricordo ai pochi reduci rimasti, al tempo partiti per la Russia inizialmente con oltre 200 treni
e ritornati solamente con 17. Inoltre, prima di far il ringraziamento finale ai numerosi presenti, ha ricordato con
orgoglio le imprese valorose del Generale Luigi Reverberi, che determinando la fuga dei combattenti russi, fu d’esempio
ai suoi Alpini. Quindi la parola è stata data al Sindaco di Pieve di Soligo, il quale ha onorato e ringraziato
cordialmente le Maestre per essere riuscite a dare un speciale significato educativo alla “memoria della grande guerra”.
Inoltre, facendo presente che i giovani vissuti in quell’epoca sceglievano con grande senso del dovere la trincea o il
combattimento, ha voluto paragonare questa situazione con gli avvenimenti del nostro tempo, per spronarci giustamente a
sostenere i nostri sacri valori. Alla fine il Vice Presidente Nazionale Nino Geronazzo ha nominato il reduce Pansolin,
ora non più tra noi, che si è prodigato per far conoscere all’umanità il sacrificio di moltissimi Alpini costretti a
invadere la Russia. Ha ricordato il Generale Luigi Reverberi il quale combatté 2 Guerre mondiali, distinguendosi
soprattutto nella seconda, dove combatté in Albania, mentre in Russia si distinse nella battaglia di Nikolajewka.
Geronazzo ha quindi elencato le vari attività svolte dagli Alpini, come gli aiuti per chi soffre a fianco delle
Istituzioni Nazionali, nelle calamità, l’intervento per riportare in patria Luca Barisonzi, ferito in Afghanistan, ora
sulla sedia a rotelle, costruendo con l’aiuto di molti Alpini una dimora che gli permette di vivere dignitosamente e la
“Operazione sorriso”, cioè la costruzione in Russia di un asilo per 120 bambini, ora divenuti 160, visitato dai nostri
Alpini con grande commozione settembre scorso. Qui in un campo di girasole è stata celebrata una S. Messa ed è stato
messo un ceppo in ricordo dei nostri caduti i cui resti mortali sono rimasti in Russia.
Il Vice Presidente ha ringraziato Don Luca elogiando la giusta strada di commemorazione intrapresa dal parroco. Ha
quindi nominato con amarezza i Marò, abbandonati dal nostro Stato! Geronazzo ha infine nominato il tema proposto per la
prossima Adunata di Pordenone: “Gli Alpini esempio per l’Italia”, spronandoci così ad aiutare la nostra Italia e farla
risalire da questo brutto momento politico e sociale. La manifestazione commemorativa si è conclusa con la deposizione
di una corona d’alloro all’asilo davanti al Monumento dei Caduti e la suonata della Fanfara alpina di Conegliano. Nel
momento conviviale che ha completato la giornata di commemorazione, sono stati ricordati 4 Alpini deceduti nell’arco
dell’anno appena trascorso.
Per chi crede che portare il cappello con la penna non dia solo l’abilitazione a gozzovigliare a feste e raduni,
bensì significhi soprattutto non dimenticare le estreme sofferenze di chi ci ha preceduto e ha lasciato la sua
giovane vita in qualche sperduta località del mondo, partito per la guerra suo malgrado per ubbidire ad un ordine,
non può non essere sensibile al richiamo di commemorazioni come quella di Nikolajewka a Solighetto.
In questa domenica 19 gennaio 2014 flagellata dalla pioggia chi ha partecipato è stato ricompensato dall’omelia di
un giovanissimo prete, il poco più che trentenne Don Luca Martorel che ha proferito le parole che vorremmo sentire
in queste circostanze.
Egli chiamato a sostituire il caro Monsignor Balliana impossibilitato a celebrare la Santa Messa nella Parrocchiale
di Solighetto, ha letto e ben si è informato su quale episodio storico si sarebbe svolta la commemorazione.
Ha voluto esordire con le parole di Papa Francesco “Un popolo che non ricorda la propria storia non ha futuro.” Ha
continuato plaudendo alla giusta scelta di coinvolgere i bambini della scuola materna e primaria con i loro
insegnanti al ricordo della Battaglia di Nikolajewka.
Egli ha detto testualmente “Non dobbiamo aver paura della storia, i bimbi devono avere la possibilità di capire e di
ascoltare e essere coinvolti nella verità. Hanno il diritto di sapere chi ha dato la propria vita nel gelo
implacabile e nello stesso tempo di sapere che prima della guerra si viveva bene lo stesso nelle famiglie pur nella
povertà, perché non c’erano i telefonini e i computer ma c’era più onore.
I bimbi hanno il diritto di conoscere ciò che unisce veramente e hanno il diritto di conoscere e vedere le lacrime
di un nonno che racconta la sofferenza della propria giovinezza. Nonni e genitori devono raccontare le storie
dolorose della propria giovinezza senza aver paura: sono fatti di Vangelo vissuti”. Ha concluso infine ricordando
nuovamente le parole del Santo Padre “Memoria e promessa sono li futuro del popolo”. E’ l’omelia che vorremmo sempre
sentire perché nel nostro animo si mantenga vivo il desiderio di ricordare il sacrificio umano e non ci venga in
mente di catalogare il tutto con la parola retorica. Renzo Sossai
Renzo Sossai