GRUPPO SOLIGO |
Dicembre 1994 |
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Quarant’anni di vita alpina di un gruppo sono abbastanza per festeggiarli degnamente e con entusiasmo; specialmente
in un momento particolarmente delicato politicamente, cui oggi viviamo, dove c’è il rischio che prevalga l’indifferenza
o addirittura la contraddizione, in una chiusura o in un rifiuto verso un associazionismo che si riconosce istituzione
di volontariato sociale ed umanitario, di salvaguardia del bene ambientale, della cultura, non trascurando anche
l’attività di varie discipline sportive.
Le penne nere di Soligo, festeggiando il 40° di fondazione del loro Gruppo, hanno voluto ricordare le tappe compiute in
questi anni: una vita intensa protesa a raccogliere idee e tradurle in fatti. Molte sono le opere realizzate dagli
alpini solighesi; consolidando, nel contempo, lo spirito di unione che è la forza della nostra associazione.
Ricordate le date più salienti,
lavori più significativi, anche con fotografie e didascalie esposte sotto il grande “stand”. Il 29 giugno 1954 è la data
della fondazione. Così si è espresso a conclusione della cronaca il compianto maestro Teofilo Gobbato: “.. .Si chiudeva
così una giornata che i solighesi non dimenticheranno e della quale possono andar fieri”.
Il gusto, la generosità con cui hanno accolto gli “scarponi” della Marca, è un esempio che dimostra ancora una volta il
cuore di questo popolo provato più di ogni altro nelle due guerre, che qui hanno seminato lutti e rovine senza fine,
popolo che ha saputo riscoprire il silenzio del suo duro, quotidiano lavoro, la forza per vivere, progredire e sperare.
“E in quella circostanza l’oratore ufficiale prof. Giacomo Vallomy ha parlato da alpino ad alpini, puntualizzando
efficacemente il valore e il significato profondamente umano e fraterno di queste manifestazioni, che non sono mai una
esaltazione della guerra, perché nessuno l’odia più degli alpini. Essi amano più d’ogni altro la loro casa sul
colle o sul monte, per quel senso di intimità, di proprietà di calore e di stabilità che è proprio colui che è nato
nello stesso luogo ed uso ad avere sempre davanti a sé gli stessi volti, lo stesso paesaggio; la stessa vita immutabile,
ma rinnovantesi col voler d’ogni stagione. Eppure, anche se partono moccolando, gli Alpini sanno fare fino in fondo il
loro dovere nel silenzio e nella semplicità delle loro anime che ignorano il compromesso e la viltà”.
Nel 1974 il gruppo offrì alle scuole elementari di Soligo un cippo con targa, sul quale si innalza un’antenna
portabandiera. Altri interventi sono stati concretizzati, come il ripristino dell’oratorio di San Gallo, sito
nell’omonimo colle che domina il Quartier del Piave, la sistemazione della grotta della Madonna e del capitello di San
Michele. Ed ancora, la revisione e il consolidamento delle fondazioni, nonché l’attuazione del sistema di aerazione
sotto il pavimento della Chiesiola (costruzione del 1300); la ristrutturazione e l’ampliamento della “Casa degli Alpini”
e successivamente dell’antica Chiesetta e l’Eremo di San Gallo, e recentemente la strada delle Cavade.
Per quanto concerne il cerimoniale a ricordo del 40° di fondazione, niente di trascendentale, ma nella semplicità una
manifestazione sentita, alla quale hanno partecipato numerosi gli alpini, seguiti da tanta gente.
Presenti il presidente della Provincia Domenico Citron, il sindaco di Farra di Soligo Francesco Arman, il vice
presidente nazionale vicario Lino Chies, il presidente della sezione di Valdobbiadene Pietro Longo, il presidente
onorario della nostra sezione prof. Giacomo Vallomy, con gli altri decani avv. Francesco Travaini e il comm. Giovanni
Daccò; i vice presidenti sezionali Antonio Daminato e Luigi Zaccaron; e la madrina signora Giovanna Bet. Inoltre le
seguenti rappresentanze: il gonfalone del Comune di Farra di Soligo; i vessilli delle sezioni di Valdobbiadene e di
Conegliano; il labaro dell’AVIS di Farra; i gagliardetti della sezione di Valdobbiadene: Vidor, Mosnigo, Guia, S.
Stefano, Moriago, Miane, S. Vito, Follina, Colbertaldo e Farra di Soligo; Lago della sezione di Vittorio Veneto, e tutti
quelli delle sezione di Conegliano.
L’ammassamento è avvenuto presso il Centro sportivo e poi in ordinato corteo, preceduti dalla Banda Musicale di Rosà,
siamo andati ad assistere alla 5. Messa
celebrata dal prof. don Mansueto Viezzer, il quale, durante l’omelia, ha rivolto poche ma significative parole
all’indirizzo degli alpini, riconoscendo in loro una grande responsabilità civile, sociale e morale,frutto di
consolidato spirito cristiano.
Ritornati, sempre in corteo, al Centro Sportivo, una delegazione, composta dal Presidente della Provincia Citron, dal
Sindaco Arman, dal vice Presidente sezionale Daminato e dal capo gruppo Calderari, si è recata a deporre una corona al
monumento ai Caduti.
Sono seguiti i discorsi - per la verità molto brevi. Il capogruppo Calderari, dopo il saluto rivolto ai convenuti, ha
ricordato l’anno di fondazione e l’orgoglio di aver dedicato il gruppo all’illustre concittadino medaglia d’oro Sante
Dorigo, quindi i traguardi raggiunti nei quarant’anni di attività - sotto la guida esperta, per oltre trent’anni, del
prof. Desiderio Viezzer. Ha voluto pure rendere testimonianza al primo consiglio direttivo, che era così composto:
capogruppo prof. Desiderio Viezzer; vice capogruppo Giuseppe De Conto; segretario tesoriere Costante De Conto;
consigliere: Celeste Ballancin, Giuseppe Donadel, Pietro Donadel, Giocondo Dorigo, Giuseppe Dorigo, Giuseppe Moschetta,
Nazzareno Moschetta, Erminio Naibo, Giovanni Stella e Luigi Viezzer. Infine ha espresso la gratitudine del gruppo e
della sezione al socio Sante Cietto per la rilevante opera svolta a Rossosch nella costruzione dell’asilo, per esser
stato uno dei maggiori artefici, in qualità di capocantiere per oltre quattro mesi.
Poi ha parlato il sindaco Arman, asserendo che il gruppo alpini è coinvolto in tutte le opere sociali della comunità,
che si sente fiero di appartenere all’ANA, associazione che costantemente impegnata a far del bene.
Successivamente è intervenuto il vicepresidente della sezione Daminato, il quale, portando il saluto del sodalizio
coneglianese, ha messo in rilievo il perseverante zelo delle penne nere in tutti i campi sociali ed umanitari. Egli ha
ricordato che gli alpini in tempo di pace operano anche nell’ambito della Protezione Civile, come è avvenuto
recentemente nella terza giornata della Protezione Civile sezionale, a cui hanno partecipato 700 soci. Come in tempo di
guerra hanno dimostrato quel sentimento umanitario, riconosciuto anche dall'avversario. Dunque - ha concluso Daminato -
dobbiamo continuare a comportarci con serietà, con spirito caritatevole e solidale. Infine Vallomy ha portato alla
memoria le parole da lui pronunciate durante le varie manifestazioni alpine a Soligo, rivolgendo un pensiero particolare
ai compianti: l’arciprete mons. Pasin e il vecio consigliere Gigetto Viezzer, dei quali ha serbato un sincero ed
affettuoso ricordo. Ed inoltre ha reso testimonianza all’opera fattiva e prestigiosa svolta dai capigruppo prof.
Desiderio Viezzer e arch. Gianfranco Calderari.
La manifestazione ha avuto il suo epilogo con la visita ai tabelloni riproducenti le didascalie delle varie opere
sociali eseguite dal gruppo, e il “rancio” preparato dai bravi alpini e gentili signore, servito sotto il tendone
appositamente predisposto. Non dobbiamo dimenticare l’interessante interpretazione di canti popolari e di tradizione
alpina del prestigioso Corocastel di Conegliano, diretto da Diego Tomasi e presieduto da Leopoldo Miorin; - la sera del
sabato precedente -. La scelta dei brani e la bravura esecutiva hanno entusiasmato il numeroso pubblico presente.
Chi possiede un cuore amichevole, possiede la vera ricchezza: certamente gli alpini possiedono questo cuore e sanno
dispensare questa ricchezza.
Renato Brunello