GRUPPO SUSEGANA |
Dicembre 1970 |
Ottimamente riuscita a giornata alpina a Susegana, allietata anche da un sole che un po’ restio in principio, ha donato
il suo splendore autunnale nella tarda mattinata e nel pomeriggio.
Il 22 novembre 1970 ricorreva per gli alpini di Susegana, il decimo anniversario della costituzione del loro gruppo,
che ha trovato finalmente la strada giusta per inserirsi nella vita attiva dell’Associazione e ciò a vanto e merito del
capogruppo Breda, assistito da validi ed attivi consiglieri e da un zelante segretario.
Numerosa la partecipazione di autorità, tra le quali abbiamo notato il Sindaco di Susegana, l’Arciprete, la madrina del
Gruppo Contessa Nani Macenigo Velluti, il Presidente la Sezione di Conegliano Comm. Curto, il Consigliere Nazionale Ten.
Col. Piasenti e Signora, il Presidente onorario del Gruppo Alpini Cav. Marchioni, il Vice Presidente Sezionale Avv.
Travaini, il Com.te la Tenenza della Guardia di Finanza Ten. Italo Attisani, il Com.te la Sezione Staccata Artiglieria
Ten. Col. Beltramba, l’Aiutante di Battaglia Dal Borgo, il Giudice Conciliatore, il Direttore del Gazzettino, il
Maresciallo dei Carabinieri in rappresentanza del Comandante la Compagnia di Conegliano, rappresentanza dei Carabinieri
di Susegana e molti altri.
Folta la rappresentanza delle Associazioni combattentistiche del Comune con le rispettive bandiere: dei Fanti, dei
Combattenti, degli Invalidi e Mutilati, delle Vedove di Guerra, con in testa la sempre attiva sigra Falchetto. Anche i
Paracadutisti con Labaro della Sezione di Treviso erano presenti per dimostrare l’affinità di intenti e di spirito tra i
combattenti delle.., alte quote.
Il vessillo della Sezione Alpini di Conegliano era bene attorniato dai gagliardetti dei Gruppi di S. Maria di Feletto,
Fontigo, Refrontolo, Collalto, Solighetto, Colfosco, Falzè di Piave, S. Lucia di Piave, Godega S. Urbano, Barbisano,
Cordignano, Pieve di Soligo, S. Fior e Conegliano.
Dopo l’ammassamento effettuato nella Piazza del Comune, il corteo è sfiato per le vie del paese con in testa a banda
Comunale di S. Pietro di Feletto, e si è recati alla Chiesa Parrocchiale per assistere alla S. Messa in suffragio di
tutti i combattenti di tutte le Guerre. Perfetto il servizio di ordine sulla strada nazionale.
Al termine della S. Messa officiata dal Reverendo Parroco che ha detto al Vangelo elevate parole di amor patrio e di
doveroso ricordo per chi tanto ha dato, il corteo si è ricostituito per recarsi al monumento dei Caduti, per deporre una
corona di alloro e per il discorso ufficiale tenuto dal Ten. Col. Piasenti, che come sempre ha riscosso vivi applausi e
parole di consenso.
Egli ha detto:
Autorità, Alpini, Signore e Signori,
ho avuto l’incarico di celebrare questa nostra manifestazione alpina e vi assicuro di avere accolto con vero piacere
tale onore, perchè mi dà la possibilità di trascorrere con Voi, alpini di Susegana, una giornata di spirito patriottico,
respirare con Voi un’atmosfera di tradizioni alpine e constatare che dopo qualche tempo di involontario letargo, state
riprendendo la nostra strada di attività e di intenti.
Ringrazio per questo (anche a nome del nostro Presidente Comm. Curto) il sig. Sindaco e l’Amministrazione Comunale che
ha dato tutto il suo appoggio affinché la cerimonia bene riuscisse, la cittadinanza e le ditte per il loro contributo,
il Capo Gruppo Alpini di Susegana e il sig. Zanetto per l’instancabile lavoro di organizzazione e il sig. Carlet che da
Corbanese veniva a Susegana per dare il suo apporto al!a perfetta riuscita di questa giornata. Vero spirito di
cameratismo e di fraternità alpina.
Il nostro Presidente Nazionale Dott. Merlini, col quale sono stato domenica scorsa in Consiglio Direttivo, mi ha firmato
una cambiale in bianco di saluti, con la preghiera di portare a tutti gli alpini il suo pensiero e l’augurio affettuoso,
fraterno di benessere per Voi e le vostre famiglie.
Sono ormai trascorsi 10 anni da quando si è costituito il vostro Gruppo, 10 anni di attività più o meno intensa, ma 10
anni nei quali non avete perduto lo spirito di corpo, l’attaccamento all’Associazione, l’amore per il nostro cappello
alpino e il ricordo dei Nostri Caduti che è amore per la Patria, per la nostra terra, per la nostra famiglia. E mai,
come nei momenti attuali dobbiamo tenerci uniti e sentire più forte questo attaccamento alle nostre tradizioni, alle
nostre glorie, ai ricordi felici e tristi della nostra storia.
Già vedo gli occhi del mio buon e affezionato censore farsi seri e preoccupati per ciò che voglio dire. E lo devo dire
perchè è l’ossessione di tutti gli italiani degni di questo nome, perchè è la tristezza nel cuore delle madri e delle
spose d’Italia che hanno perduto i loro cari nei vari cimenti delle guerre, perchè è il malcontento della gioventù sana
che non trova più l’ideale sentito ed appreso nella famiglia, dai vecchi e sui libri di scuola.
Questa non è politica caro censore, è la verità attuale che tormenta, che intristisce, che avvilisce chi sente ancora
quanto sia nobile e puro il sentimento e l’amore per la Patria.
All’adunata alpina di Brescia, quando è giunta la bandiera pluridecorata del 5° Alpini, la popolazione ha pianto ed ha
gridato frenetica «viva l’Italia». E’ stato mio sfogo finalmente al loro immenso represso amore per la Patria e pel
Tricolore; amore che ha trovato in tale occasione la possibilità di manifestarsi. E questa non è retorica, ma realtà.
All‘inaugurazione della Chiesetta in onore ai Caduti di Cima Vallona, tutta l’Italia era con noi in questo supremo
omaggio ai caduti nell’adempimento di un sacro dovere. Non sono caduti in guerra Quelli, ma caduti nell’osservanza di
una missione di pace, perciò se noi ricordiamo tutti i nostri morti, le nostre penne mozze, non li ricordiamo per
esaltare la guerra con le sue brutture e le sue tragedie — come vorrebbe insinuare qualcuno — ma li esaltiamo perchè
hanno sacrificato la loro esistenza per un ideale puro e sublime, ideale che oggi non esiste più.
Alpini di Susegana, in tutte le nostre manifestazioni
noi portiamo questo tono di amore e di italianità, di tranquillità e spensierata esuberanza perchè abbiamo l’anima e il
cuore sereno, perchè facciamo parte di un organismo vivo, vitale e possente, perchè siamo gente che ama il proprio
paese, il nostro cimiterino nascosto tra i cipressi e le siepi di mortella, perchè siamo tutti uguali, perchè non
abbiamo gradi, ma siamo tutti alpini e questo è il nostro solo e ambito grado, perchè tra noi c’è armonia, comprensione,
amicizia, fraternità, affiatamento, generosità e gioia di vivere.
E la gente ci ammira nella nostra allegra spregiudicatezza col cappello sulle
23 e la nostra fiera penna nera al vento e vorrebbe dirci: fate cessare la vergogna continua dei monumenti oltraggiati,
delle glorie vilipese, dei simboli divelti, della bandiera offesa, dei cimeli manomessi.
Dite pure «basta», cittadini italiani, appoggiatevi e appoggiate le associazioni combattentistiche. Ci sono poi in
particolare i vostri alpini a tenere alti gli ideali di Patria, gli alpini duri come rocce, che come hanno saputo
fermare il nemico oltre i confini, sapranno respingere e combattere anche quello entro i confini.
Stia in guardia certa gente dai nostri giovani alpini, dai nostri giovani alpini che hanno provato le fatiche della naja
con le notti all’addiaccio, con le marce estenuanti, con le scalate paurose col mortaio in spalla, col noioso ma
doveroso servizio di vigilanza in Alto Adige, ma che hanno sentito la gioia e la fierezza di portare la penna sul
cappello alpino, nella visione immensa delle cime immacolate, degli impervi burroni, delle meravigliose vallate,
nell’imponente e maestoso volo delle aquile. E questi giovani dicono come noi «basta».
Alpini e cittadini di Susegana, mentre tute le nazioni che si rispettano esaltano il valore, il sacrificio e
l’abnegazione dei loro soldati, il cinema e la televisione italiana sembrano trovare un sadico piacere a rappresentare
il soldato italiano come il fifone per natura, l’imboscato, il negletto, il «tira a campà», dimenticando quante prove di
valore e sacrificio esso abbia donato alla Patria. Noi dobbiamo denigrare tutto ciò che è nostro per esaltare ciò che è
esotico, però quando succedono calamità o disgrazie, allora si ricorre all’ Esercito ringraziandolo ed elogiandolo per
la sua opera ed il suo spirito, salvo dopo alcuni giorni — quando non serve più — rifarne argomento di critica e di
derisione. Quanta vigliaccheria. E tutti tacciono; si guarda, si commenta, si biasima, ma si tace.
Davanti a questo monumento ai Caduti che oggi onoriamo, io
vi chiedo, ma quanto durerà tutto questo? Sapendo quanto il popolo italiano sia paziente ed indulgente, ti tirano fuori
intanto le lettere di un certo don Milani — pace all’anima sua — che ha creato con i suoi scritti e le sue prediche quel
vergognoso movimento degli obiettori di coscienza. E intanto quatti quatti ti tirano fuori il pacchetto sull’Alto Adige,
altra palese dimostrazione della nostra debolezza e della nostra vergogna. E si commenta, si biasima, ma si tace.
Si prendono a sassate le forze dell’ordine che rappresentano lo Stato e la legge, e si tace. Si oltraggiano e si
profanano lapidi e cippi marmorei, e si tace. Si spaccano vetrine, si incendiano macchine, si crea il caos nella
nazione, e si tace. Ma siamo dunque una terra di morti?
Ricordate alpini il monito apparso sul nostro giornale «Alpini zaino in spalla?» e la frase che il nostro Presidente
Nazionale ha rivolto a Brescia al Ministro della Difesa? «Noi siamo apolitici, ma non agnostici». Alpini! La parte sana
della Nazione avrà ancora bisogno di voi. Non dite abbasso, perchè e senso di disordine, ma abbassate con le vostre mani
abituate ad aggrapparsi all’appiglio roccioso, chi non sa rispettare i reduci, i mutilati, i combattenti, i nostri
soldati, i carabinieri e la polizia, i nostri monumenti sacri. Verrà in tal modo anche per noi il momento di contestare.
Questo, lasceremo un giorno in retaggio ai nostri giovani. L’esempio di una forza che ha sempre tenuto fede ad un ideale
e che anche in tempi di pace come questi, ma tristi, ha saputo far rispettare le sue tradizioni, i suoi principi di
onestà e convivenza civile, ma soprattutto che ha fatto rispettare l’amore per la Patria, le vicende e le glorie del
popolo italiano, glorie di un popolo che ha seminato la civiltà in tutto il mondo.
E mentre le nubi si addensano da tutte le parti, e il Paese avverte il senso di deriva, lo schianto dello Stato che
naufraga e lo sfacelo morale della nazione, noi alpini saremo i primi sulla breccia della rinascita col nostro zaino in
spalla e con l’eterno grido di Viva l’Italia.
Al termine del discorso, il Sindaco ha voluto offrire ai graditi ospiti un rinfresco — a nome del Comune — presso le
sale dell’Asilo, a cui ha fatto seguito un rancio… speciale per tutti gli invitati presso il Bar Sport. (Un vero plauso
al padrone ed alla cuoca).
Nella mattinata e fino alle 24 ha funzionato nella Piazza, un chiosco con
poenta, figadei e vin, mentre la banda di S. Pietro allietava la cittadinanza con il suo repertorio, alternandosi con i
cori e canti di montagna.
La manifestazione riuscitissima, si è conclusa con piena soddisfazione degli organizzatori e dei partecipanti, ma
soprattutto è stata sentita da tutta la popolazione che ha potuto respirare con nostalgia un po’ di quell’amor Patrio
che tanto manca oggi, e manifestare ai combattenti ed alle Associazioni d’Arma la sua simpatia e la sua approvazione.
A.P.