GRUPPO SUSEGANA |
Dicembre 2010 |
La morte dei 4 alpini avvenuta solo il giorno prima in Afghanistan, a seguito di
un vile attentato, ha pesato come un macigno sulla cerimonia per gli 80 anni del
Gruppo Alpini di Susegana, celebrata il 10 ottobre scorso.
Il capogruppo Paolo Zanardo ha aperto gli interventi ufficiali con un momento di
raccoglimento e,
mentre la tromba della Fanfara di Conegliano faceva risuonare le note del
silenzio, ha scandito i nomi dei caporalmaggiori Gianmarco Manca, Marco Pedone,
Sebastiano Ville, Francesco Vannozzi, uccisi in un'imboscata in terra afghana.
Zanardo ha poi sottolineato che la festa per gli 80 anni degli alpini di
Susegana non era e non poteva essere che la festa
omaggio a tutti i Caduti che aveva immaginato, proprio a causa della tragedia
che aveva da poco colpito le truppe alpine.
Tutti gli interventi hanno toccato il grave lutto appena occorso al Settimo
Alpini che, come è noto, è stato fondato a Conegliano. Il Consigliere nazionale
Nino Geronazzo non ha potuto trattenere la commozione quando, nel suo
intervento, ha parlato del sacrificio degli alpini italiani in Afghanistan.
La cerimonia
Il grande Tricolore si è fermato a mezz'asta nella cerimonia di alzabandiera
che ha aperto le celebrazioni ufficiali dell'Ottantesimo degli alpini suseganesi.
Presenti in piazza le insegne dei Gruppi, quelle delle Sezioni di Bergamo e
Novara, oltre, naturalmente, a quella della Sezione di Conegliano portata
dall'alfiere Pierpaolo Morandin, il pesante silenzio che aleggiava, prima ancora
che venisse reso omaggio ai caduti con la deposizione di una corona d'alloro al
monumento, ha reso palpabile la commozione di tutti per l'ennesima strage di
nostri soldati in missione all'estero. Tributato l'onore ai caduti, aperta dalla
Fanfara Alpina di Conegliano, è partita la mesta sfilata verso la chiesa per la
cerimonia religiosa, anche questa sottolineata dal ricordo, da parte di Mons.
Tarcisio Bolzan, degli alpini in armi caduti in Afghanistan e dalle note della
fanfara. L'uscita dalla chiesa e la formazione del corteo in file di 4 alpini,
il percorso lungo le vie del centro di Susegana, l'arrivo al Cippo degli Alpini,
in un silenzio che faticava a stemperarsi, nonostante il ritmo del "trentatrè".
sono la scarna cronaca che ha preceduto il secondo momento di celebrazione dei
Caduti.
Anche qui, ai piedi della stele di roccia sovrastata da un'aquila che ricorda le
"Penne Mozze", realizzata nel 1976, l'omaggio ai Caduti ha avuto momenti di
sincera partecipazione e la deposizione di una corona d'alloro. Poi la
ripartenza del corteo verso la sede del Gruppo di Susegana, inaugurata nel 2006,
dove, nell'ampio piazzale spazzato dal vento, si sono tenuti i discorsi
ufficiali.
Ha aperto il capogruppo Paolo Zanardo, hanno continuato il sindaco Gianni
Montesel, il Presidente sezionale Giovanni Battista Bozzoli, il Consigliere
nazionale Nino Geronazzo.
Il Presidente Bozzoli ha sottolineato come 80 anni rappresentino l'arco di tempo
di 3 generazioni di alpini e come in questo tempo si sia sempre tramandato lo
spirito dei padri fondatori.
Dopo aver ricordato l'impegno di stare vicini agli alpini in missione all'estero
per la realizzazione di opere umanitarie, il Presidente Bozzoli ha raccontato un
breve, recente, aneddoto: "nei giorni scorsi mi ha telefonato dall'Afghanistan
il comandante del Terzo Artiglieria da Montagna e mi ha fatto udire, in diretta,
la tromba che suonava l'alzabandiera, proprio quella bandiera che gli abbiamo
consegnato ad Udine". "La solidarietà della nostra Sezione non dovrà mai
mancare" - ha chiuso il Presidente.
Per gran parte incentrato sul sacrifico dei 4 alpini del Settimo l'intervento
del Consigliere nazionale Nino Geronazzo. "Già nell'incontro avuto ieri (sabato
9 ottobre) alla scuola media di Susegana con l'amico Giorgio Visentin abbiamo
onorato la memoria di questi nostri fratelli caduti. Lì in mezzo al Tricolore a
mezz'asta ci sono le loro anime, le loro vite, i loro volti".
Poi Nino Geronazzo, ingoiando la commozione, ha parlato del futuro dell'ANA, del
rapporto dà tenere con le giovani generazioni ed ha anticipato che il Presidente
Perona incontrerà tutte le 81 Sezioni dell'ANA ed i Gruppi presenti sul
territorio nazionale, per cominciare a lavorare sul futuro associativo degli
alpini.
"Non possiamo buttare al macero tanti anni di vita associativa - ha detto
Geronazzo - troveremo il modo più giusto per passare alle generazioni che
seguiranno quello che è lo spirito degli alpini, quella che è lo spirito dell'alpinità,
senza svilire nulla".
Geronazzo ha poi parlato della mini-naja, del progetto Pianeta Difesa, ora chiamato "Vivi le Forze Armate".
Il Consigliere nazionale ha confessato di essere stato, inizialmente, tra
scettici sull'efficacia della cosiddetta naia breve, ma ha anche detto di
essersi ricreduto soprattutto dopo "aver visto, al termine del primo corso, le
espressioni idi questi ragazzi, dopo aver visto come sono venuti a Milano per la
beatificazione di don Carlo Gnocchi o come sono venuti a Bergamo in testa
all'associazione.
Poi, quando di recente a San Candio, abbiamo messo il cappello in testa a questi ragazzi, cappel lo
consegnato dall'Esercito italiano, dicendo loro di portarlo con dignità ed
onore, abbiamo visto scendere le lacrime. Di questi giovani noi abbiamo bisogno".
La bella giornata di sole ha favorito la partecipazione degli alpini e della
cittadinanza che ha affollato la sede del Gruppo di Susegana durante gli interventi ufficiali.
Un omaggio floreale è stato consegnato, in chiusura di cerimonia, alla madrina
del Gruppo Santina Da Ruos e alla principessa Isabella Collalto, figlia maggiore
del compianto principe Manfredo che donò il terreno dove è stata costruita la
nuova sede degli alpini di Susegana, a suggello di un consolidato rapporto tra
la nobile famiglia suseganese e le penne nere, che dura fin dalla fondazione del Gruppo.
Il primo capogruppo degli alpini di Susegana fu Catone Loro che raccolse
l'adesione di numerosi reduci tornati dalla Grande Guerra che non intendevano
disperdere memoria e valori del loro aver indossato il cappello con la penna nera.
La cerimonia ufficiale di adesione all'Associazione Nazionale Alpini, nata
solo pochi anni prima, si svolse nel luglio del 1930 nel castello di San
Salvatore, alla presenza del conte Rambaldo Collalto e della contessa Cecilia
che fu anche la prima madrina.
A Catone Loro fecero seguito, alla guida degli alpini di Susegana, Umberto
Granzotto, Graziano Marchioni, grande invalido e medaglia d'argento al valor
militare, Dino Breda, Luigi Maretto, Franco Zanardo e Paolo Zanardo, capogruppo
in carica.
Antonio Menegon
Bandiera a mezz'asta al cippo degli alpini per ricordare i Caduti in Afghanistan