GRUPPO VAZZOLA |
Gennaio 1974 |
Molto bene riuscita la festa alpina che il Gruppo di
Vazzola ha organizzato quest’anno presso la frazione di Tezze di Piave, il 6 maggio.
Il bravo Capo Gruppo Visentin Ernesto, assistito da un attivo Consiglio, non ha lesinato nella propaganda, nella
pubblicità e nell’esposizione di bandiere e inneggianti striscioni.
Alle 9,30 dopo l’ammassamento, il corteo aperto dalla imponente e perfetta banda di Pederobba, si è recato alla chiesa
parrocchiale per la Messa celebrata dal Cappellano della Sezione don Bepi Tonon.
Con viva sorpresa, all’ingresso della chiesa ci accoglieva Monsignor Parroco, alpino anche lui, che aveva concesso
all’organo il permesso di darci il benvenuto con la canzone «Sul cappello che noi portiamo».
Alla predica, il nostro Don Bepi, riferendosi alle pagine del Vangelo, ha parlato di amore, di concordia e di affetto di
cui gli alpini sono paladini poiché tra loro c’è amore, fratellanza, unità, affetto e fede.
Ultimata la Messa, si riforma il corteo per recarsi al monumento ai Caduti, nostro doveroso omaggio per chi tanto ha
dato alla Patria, e mentre la banda suona il Piave, la madrina del Gruppo di Vazzola, signora Trentin Maria ved. Marcon,
scopre una targa che ricorda l’avvenimento, l’inizio del 2° Centenario delle Truppe Alpine e il 26° Anniversario della
fondazione del Gruppo.
Dopo la deposizione della corona al monumento, prende la parola il Vice Presidente la Sezione Ten. Col. Piasenti, per
dire:
Pochi giorni or sono si è conclusa a Napoli la 46° Adunata Nazionale degli Alpini. Il ricordo di quelle giornate è
ancora vivo, palpitante e vibrante di entusiasmo. Gli alpini hanno portato a Napoli la loro fratellanza, il loro
spirito, la loro spensierata gaiezza, il loro brio, la loro volontà di pace, e soprattutto il loro amore per la Patria,
per il Tricolore, nel ricordo sempre costante e profondamente sincero dei loro compagni e commilitoni caduti.
Abbiamo portato con noi la visione di una città
meravigliosa, affettuosa, cordiale, spontanea e le accoglienze ricevute dalla gente partenopea con i loro applausi, con
il lancio dei fiori, con l’esposizione di infinite bandiere, hanno dato vita ed entusiasmo alla meravigliosa
manifestazione.
Ovunque vadano, gli alpini sono sempre bene accolti, poiché sanno risvegliare nel cuore degli italiani, quell’assopito
amore di Patria che la con gestione e il dinamismo della vita moderna tiene soffocato e reso ora indifferente ad ogni
questione di prestigio nazionale, da cinque lustri di propaganda antinazionale, rinunciataria ed eversiva.
I nostri canti montanari e le nostre piccole bande alpine, hanno portato per le strade di Napoli, nei sobborghi e nei
dintorni, la gioia della vita e la serenità nei cuori.
Alpini giovani e vecchi, costruttori, fautori e continuatori di una tradizione di onore, di valore e di gloria, voi
siete i benvenuti in ogni città, in ogni paese, in ogni borgata, poiché portate la giovinezza dello spirito in un cuore
aperto, leale.
Siate orgogliosi della vostra penna che affratella gli Ufficiali con i soldati, annullando per l’amore dei nostri monti,
ogni distanza sociale per rimanere tatti uniti nella cordata dei più puri sentimenti nazionali e del nostro elevato ed
intramontabile spirito di corpo.
Abbiamo portato nei nostri paesi il tricolore, abbiamo mostrato a tutti i nostri sentimenti di attaccamento al dovere ed
ai valori dello spirito. Abbiamo fatto sempre il nome di Patria; sempre siamo stati compresi, applauditi e visti con
simpatia. Ciò significa che questa nostra strada è quella giusta ed è questa precisa ed indiscutibile sicurezza che
costituisce per noi lo sprone a perseverare nel nostro comportamento.
Vazzola festeggia - come è stato riportato nei manifesti - l’inizio del 2° Centenario delle truppe alpine, che in 100
anni di storia, nella buona e cattiva sorte, hanno sempre tenuto alto l’onore della penna.
In questi anni di turbolenza politica, economica, civile, morale, di delinquenza e di corruzione, noi non abbiamo
assorbito questa metamorfosi, poiché abbiamo assimilato soltanto quel poco di MEGLIO che ci è stato offerto e perchè
forse, abbiamo regalato a questo tempo il MEGLIO di noi stessi, dando una impronta personale alla collettività che ci
circonda.
Per questo noi continuiamo a vivere nel mondo nuovo con il nostro onesto modo di vedere e seppur noi siamo come l’acqua
che si adatta ad ogni forma di recipiente in cui viene versata, abbiamo però ancora la forza e la volontà di saper
scegliere il recipiente adatto che ci deve contenere.
Eleviamo dunque una fervida preghiera, affinché Iddio benedica la nostra sempre e mai abbastanza amata PATRIA ITALIA, la
diriga sulla via della reale pacificazione degli animi, sulla rettitudine delle coscienze, sulla via della tanto
agognata pace del mondo.
PATRIA! questo nome che tiene ancora legati gli italiani, nel ricordo del loro passato, della loro storia, del loro
presente anche se triste, ma con la prospettiva di un futuro più florido e radioso, da a noi Alpini d’Italia, la forza e
consapevolezza del suo enorme valore morale.
ALPINI! Guardiamo in faccia il nostro prossimo con la
fronte alta e la nostra penna al vento, poiché abbiamo la coscienza e le mani pulite che ci permettono di portare con
orgoglio e con fierezza, sempre più in alto, la nostra meravigliosa ed amata bandiera.
Per questo noi siamo e restiamo uniti nella nostra grande famiglia e nelle nostre idee montanare e rustiche finché si
vuole, ma sane ed esemplari, cristalline ed incorruttibili. Sempre avanti dunque, nelle avversità e oltre le avversità,
rompendo ogni resistenza e morendo se necessario per i nostri principi, tutti per uno, uno per tutti, costi quel che
costi, fino alla pace di tutti i popoli e di tutta la terra.
Il discorso più volte interrotto da battimani, ha riscosso
alla fine vivissimi applausi.
Erano presenti alla cerimonia:
Il Sindaco di Vazzola Sig. Zanon Pietro; il Ten. Col. Fragasso Comandante la Sezione Staccata di Artiglieria di
Conegliano (art. da montagna); il Mar. dei Carabinieri di Codognè; il Presidente la Assoc. Bersaglieri e Presidente del
Consorzio Agrario Cav. Uff. Sperandio; la bandiera dell’Associazione Combattenti e Reduci; il labaro dei Donatori di
Sangue di Vazzola; ed i Gagliardetti dei seguenti Gruppi Alpini: Colfosco, Corbanese, Collalbrigo, Collalto, Fontigo,
Godega-Bibano, Conegliano città, Mareno di Piave, Ogliano, Orsago, Parè, Pieve di Soligo, S. Fior, S. Maria di Feletto,
S. Lucia di Piave, Susegana, Vazzola, Cimadolmo, Ormelle, Pederobba, Roncadelle, S. Apollinare di Casella d’Asolo,
Tempio di Ormelle.
Era presente il labaro della Sezione portato dal suo Alfiere Medaglia d’Arg. Cav. Battistuzzi, e scortato dall’altra
Medaglia d’Arg. Cav. Rossi Ampelio. Fungeva da «spicher» il Capo Gruppo di Corbanese Maset, che di queste cerimonie ne è
ormai l’abituale regolatore.
La cerimonia si chiudeva al Monumento dei Caduti, dopo di che le autorità erano invitate ad un rinfresco offerto dal
Gruppo di Vazzola.
Un vivissimo elogio a tutti.
Piasenti