GRUPPO VAZZOLA


Agosto 2018

In ricordo di Pierantonio Mutti - Artigliere Alpino

La scomparsa dell'artigliere alpino Pierantonio Mutti, caduto il 6 maggio 1976, nel crollo della caserma "Goi Pantanali" di Gemona, è stata ricordata il 5 maggio scorso

La terra tremò per quasi un minuto e fu un inferno.

Erano le 21 di giovedì 6 maggio 1976 ed il Friuli conobbe una delle più grandi catastrofi della sua storia.

Il terremoto, avvertito in tutto il Nord Italia, il cui epicentro fu localizzato tra Gemona ed Artegna, investì principalmente 77 comuni italiani provocando quasi 1000 morti e oltre 45.000 senza tetto.

La scossa, che raggiunse i 6,4° della scala Richter, polverizzò anche tre palazzine della caserma "Goi-Pantanali" di Gemona del Friuli. Seppelliti sotto le macerie delle loro camerate, morivano 28 alpini.

Oggi 5 maggio 2018, presso la caserma Goi Pantanali di Gemona, si è svolta la cerimonia commemorativa della scomparsa di quei 28 ragazzi. Una cerimonia semplice ma sentita e commovente specialmente quando il comandante della Julia ha ricordato le vittime e i loro famigliari. Il picchetto armato e la Fanfara hanno poi presentato gli onori ai caduti.
Tra di loro, tutti ragazzi di vent’anni con tutta la vita davanti, c’era anche il nostro amico: l’Artigliere Pierantonio Mutti di Vazzola.
Pierantonio era un ragazzo solare, pieno di vita. Aveva frequentato l’Istituto Tecnico e si era da poco diplomato Perito Elettrotecnico.
Aveva fatto qualche lavoro saltuario in attesa del servizio militare, terminato il quale pensava di inserirsi proficuamente nel mondo del lavoro e costruirsi una famiglia.
Come tutti i ragazzi della sua età aveva sogni e passioni. Lui amava i motori, in special modo le motociclette ed i go-kart.
Aveva iniziato il servizio di leva da pochi mesi ed era distaccato presso la caserma di Pontebba.
Era un ragazzo intraprendente e si era distinto nella sua compagnia tanto che stava facendo la patente di guida per i mezzi dell’esercito. Quel fatidico 6 maggio infatti, era stato inviato a Gemona per sostenere gli esami di guida.
Caro Pierantonio, il destino, un tragico destino, fece si che tu ti trovassi quel fatidico 6 maggio 1976 proprio in quella palazzina che fu rasa al suolo dalla violenza del terremoto.
Fosti strappato prematuramente dall’affetto dei tuoi cari, da quello degli amici e di quanti ti volevano bene. Stavi diventando uomo e avevi visto e goduto poco della vita.
Sei andato avanti, come diciamo nel nostro gergo, lasciando un vuoto incolmabile.
Caro Pierantonio da lassù, mentre cammini per le montagne del Paradiso, veglia su di noi che ti ricordiamo sempre con affetto e... riposa in pace.

 

AF