SAN FIOR
San
Fior fu abitato da epoca remotissima come provano i ritrovamenti (resti di
stazione neolitica, lapide paleoveneta, monete ed idoli di epoca incerta)
nonché tronchi stradali molto antichi come la via Ongaresca, di probabile
origine romana, che determinò la distinzione del nome dei due centri di San
Fior di Sopra e San Fior di Sotto. In collina dominarono i Veneti antichi con un
castelliere, soppiantati poi dai Romani, i quali avrebbero costruito un
fortilizio. Nel VI secolo i Goti eressero il castello che, posseduto dai
Longobardi, fu donato al vescovo di Ceneda, che fu dato poi in feudo ai Caminesi
nel 1150. Nei secoli successivi fu preso d'assalto dagli Ezzelini, dagli
Scaligeri e dal comune di Treviso che lo tenne come baluardo a sua difesa contro
il Conte di Gorizia. Nel XIV secolo, essendosi opposto all'annessione alla
Repubblica Veneta, fu preso d'assedio e distrutto nel 1337.
La villa di San Fior fu conquistata dagli Ezzelini e poi passata alla famiglia
Coderta di Conegliano.
Dal 1340, sotto il dominio di Venezia, il popolo godette del diritto di
eleggersi gli amministratori, il mariga, il sindaco, nonché i fabbriceri della
propria parrocchia.
Le sue genti furono evangelizzate dal vescovo di Aquileja Ermagora, e sorsero
due parrocchie, una al piano con il titolo di S. Giovanni Battista e l'altra in
collina con il titolo dei SS. Pietro e Paolo. La chiesa di S. Fior, assoggettata
al Patriarca di Venezia sino al 1818, divenne
matrice di sette cappellanie, create poi parrocchie indipendenti, tra cui quella
di S. Fior di Sotto intitolata a Santa Giustina. Nel 1180 passò alla diocesi di
Grado e poi alla Patriarcale di Venezia. La pieve di Roganzuolo, nel 1751 fu
assegnata all'arcivescovado di Udine. Nel 1818 le tre parrocchie furono
aggregate alla diocesi di Ceneda.
L'antica arcipretale di San Fior anticamente aveva il porticale preromanico. Fu
rimodernata attraverso i secoli. Custodisce importanti opere pittoriche, tra le
quali il famoso"Polittico" di Cima da Conegliano, che rappresenta il
Battista patrono della Chiesa madre e i Santiprotettori delle chiese vicine, da
essa dipendenti.
Polittico - 8 pannelli: S.
Giovanni Battista;
S. Pietro e S. Lorenzo; S. Fiorenzo e S. Vendemiano; |
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Castello Roganzuolo
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Per proteggersi
dalle invasioni barbariche, verso l'anno 500, le popolazioni fecero erigere il medioevale
"Castello di Reggenza", sulla cima del colle Castellar. Una
costruzione ardita, con torri, sotterranei e doppie mura. Distrutto dai veneziani nel XIV
sec.(1337), dopo un lungo assedio, resta
una torre, riconoscibile nell'attuale campanile vicino alla chiesa costruita
all'interno del perimetro fortificato.
Castel Roganzuolo fu conteso al vescovo di Aquileia da quello di Ceneda.
La chiesa molto antica, risalente al XIII secolo, fu ampliata alla fine del 1400
e una delle torri del castello della Reggenza fu tramutata in campanile. Dal
1600 ospita pregevoli opere di Pomponio Amalteo e di Tiziano. Conserva un trittico (Madonna con Bambino tra i Santi Pietro e Paolo),
tradizionalmente attribuito a Tiziano Vecellio, ma complessivamente opera della
sua bottega, donato dall'artista per ricambiare le prestazioni e i materiali
fornitegli nella costruzione di una casa di villeggiatura sul vicino Col di
Manza; notevoli anche gli affreschi del presbiterio, opera matura di Francesco
da Milano (1525).
La località è
tra l'altro sede di un insediamento preistorico, attestato dal ritrovamento di
un'iscrizione in lingua venetica e di bronzetti votivi paleoveneti.
Nella Pieve di Castello risuonano le note del rinnovato organo Pugina.
Chiesa di San Bernardino