Il Gonfalone della Città di Conegliano e dei comuni limitrofi
I Vessilli Sezionali
Le autorità
Il presidente Antonio Daminato, al suo fianco Paolo Gai, suo Predecessore e il comandante del
"gr. Conegliano" 3° Rgt A.Mon.
I Reduci
La benedizione della struttura
Taglio del nastro di inaugurazione del museo
L'interno del Museo con la bandiera rientrata dalla missione di pace a Kabul (Afghanistan)
Il melograno simbolo di unione tra i diversi
La passerella è finalmente inaugurata |
la posa della prima pietra
"Un museo non per congelare la memoria ma per renderla visibile" – ha spiegato il 2 aprile scorso alla cerimonia di
inaugurazione l'architetto Alberto Torsello, che ha progettato il Museo degli Alpini, ispirandosi alla storia passata e
recente delle penne nere, fatta di sacrificio e vicinanza agli altri. Sabato 28 e domenica 29 ottobre a Conegliano, sono
numerose le iniziative per lanciare il Museo di Piazza San Martino come luogo di cultura, di cultura alpina. Si comincia
sabato 28 ottobre alle 17,30 a Palazzo Sarcinelli con la presentazione del libro “1925-2005 Ottant’anni di Storia”, un
prodotto editoriale di pregio che raccoglie tutte le notizie sulla Sezione e le attività svolte dai 30 Gruppi. Alle
20,30 presso il Teatro Accademia c’è lo spettacolo teatrale “Cos’è gli Alpini” ad ingresso libero. Nella mattinata di
domenica 29 ottobre ha luogo la cerimonia di inaugurazione della prima mostra nel Museo degli Alpini. Alle 10,30
l’alzabandiera con le autorità e le rappresentanze di tutti i Gruppi della Sezione. Alle 11,30 prendono il via le visite
guidate alla mostra. Ma torniamo all’inaugurazione della primavera scorsa.
Semplice nella sua impeccabile formalità la cerimonia di inaugurazione, tenutasi il 2 aprile 2006, ad un anno esatto dalla posa della
prima pietra, è stata caratterizzata dalla presenza di tante le penne nere, accorse fin dal primo mattino per
l'alzabandiera e per la messa nella chiesa di San Martino. Erano presenti tutti i 30 gruppi della Sezione ANA di
Conegliano con i loro gagliardetti, i dirigenti sezionali, una rappresentanza nazionale, la Fanfara alpina ed i sindaci
dei Comuni dove operano le penne nere di Conegliano. Davanti al palco i reduci di guerra. Un gruppo ormai ristretto di
anziani ex combattenti quasi "coccolati" dal presidente Antonio Daminato che ha aperto il suo intervento proprio
ricordando i reduci e il sacrificio di chi invece dalla guerra non è mai tornato. Il presidente Daminato ha avuto poi
parole di sincero ringraziamento per tutti i volontari che si sono alternati per un anno nel cantiere. Inutile nominarli
qui su Fiamme Verdi: a loro va la riconoscenza e la gratitudine di tutti gli Alpini della Sezione di Conegliano. Grazie!
Il consigliere nazionale Francesco Munarini, intervenuto in rappresentanza del presidente Corrado Perona, ha elogiato la
lungimiranza di un progetto che ha messo assieme il pubblico, il privato e il volontariato alpino. Hanno partecipato
alla realizzazione dell’opera numerosi alpini della sezione, inquadrati per motivi organizzativi nell’impresa
Brandolini- Dottor, un esempio di lavoro congiunto tra azienda privata e volontariato alpino che ha donato alla città
due opere destinate a perpetuare il ricordo del volontariato alpino e non solo della storia delle penne nere. Si sono
alternati muratori, carpentieri, meccanici, idraulici, volontari che da sempre si mettono a disposizione di chi li
chiama. Storie di impegno che nascono 30 anni fa in Friuli e si stemperano in un elenco lunghissimo. Non va dimenticato
che la passerella degli alpini, costeggiando il fiume Monticano, unisce due ponti della città di Conegliano. Un simbolo
tangibile di unione e collegamento che rimarrà per sempre a ricordare ciò che hanno fatto gli alpini. In Sezione, nei
Gruppi, forse anche nelle strade, nelle piazze e nelle osterie si è discusso sull’opportunità che gli Alpini si assumano
oneri e impegni gravosi come sono stati quelli che hanno portato alla realizzazione della passerella e del Museo. Credo
che quando tutti i Gruppi si dovessero rintanare nelle sedi e non cogliere le sfide di testimonianza e di immagine che
iniziative come la passerella e il Museo possono offrire, sarà davvero la fine per la nostra associazione. E questo ben
prima che l’ultimo Alpino ad aver fatto la naja ci lasci per sempre. Antonio Menegon
Antonio Menegon |