CIMITERI MILITARI ITALIANI |
Il
sacrario di Redipuglia.
Redipuglia, il più grande Sacrario Militare
Italiano, sorge sul versante occidentale del monte Sei Busi che nella prima
guerra mondiale fu aspramente conteso perché, pur se poco elevato, consentiva
dalla sua sommità di dominare per ampio raggio l'accesso da Ovest alle prime
balze del tavolato carsico. Vi sono custoditi i resti mortali di 100.187 Caduti:
39.857 noti e 60.330 ignoti. Una grossa catena d'àncora che appartenne alla
torpediniera "Grado", recinge simbolicamente l'ingresso. Subito
oltre si distende, in leggero declivio, un ampio piazzale lastricato in pietra
del Carso, attraversato sulla sua linea mediana dalla "Via Eroica",
che corre tra due file di lastre di bronzo - 19 per lato - di cui ciascuna porta
inciso il nome di una località dove più aspra e sanguinosa fu la lotta.
In
fondo alla "Via" sorge un monolito di porfido dal peso di 75
tonnellate: è la tomba del Duca d'Aosta, morto nel 1931, e sepolto qui, per
espressa volontà, a riposare in eterno tra i suoi soldati. A fianco, le urne
dei suoi generali caduti in combattimento.
Da qui iniziano 22 gradoni che in successione
solenne custodiscono, disposte secondo ordine alfabetico, dal basso verso
l'alto, le spoglie di quarantamila Cadùti noti, i cui nomi figurano incisi su
singole lapidi di bronzo. Alla fine della scalinata, in due grandi tombe
comuni che fiancheggiano ai lati la Cappella votiva, si trovano raccolte le
salme di sessantamila Caduti ignoti e vicine quelle identificate di 72 marinai e
di 56 guardie di finanza. Nei locali dietro la Cappella votiva sono sistemati i
Musei coi cimeli dei Caduti che riposano nel Sacrario.
Dalla sommità dominano tre grandi croci di bronzo, simbolo del sacrificio
divino e, nello stesso tempo, speranza di ascesa a Dio, com'è anche nel
significato spirituale che ha ispirato l'architettura che si staglia nettamente nel circostante panorama, verso il cielo; si erge inoltre, su di un
pianoro verdeggiante, l'Osservatorio dal quale, orientandosi con le frecce
scolpite sul parapetto, è facile individuare le località che furono teatro
dei più violenti combattimenti.
Questo Sacrario venne realizzato nel 1938 su progetto dell'architetto Giovanni
Greppi e dello scultore Giannino Castiglioni.
(tratto dal depliant per
l'adunata di Trieste 2004)