SOTTOVOCE AI CAPIGRUPPO |
Luglio 1961 |
E’ bene anzitutto chiarire alcune cosette di carattere... giuridiche e che verranno in seguito
estese e riassunte con la stesura di un regolamento interno sezionale che contempli, pur con malleabile rigorosità
scarpona, i rapporti tra Sezione, soci, capigruppo, consiglieri sezionali e di gruppo, ecc.
Premettiamo quindi che il Presidente della Sezione, i vice presidenti e le altre attribuzioni in seno al Consiglio
direttivo, sono conferite ai soci in quanto eletti consiglieri sezionali; voi invece siete consiglieri della sezione in
quanto capi-gruppo.
Oltre a considerare l’essenzialità, in entrambi i casi, dell’elezione da parte dei soci, interessa qui sottolineare che
voi, nominati a capo dei gruppi, siete consiglieri sezionali a tutti gli effetti anche se giunti per via diversa da
quella dell’elezione diretta, collettiva di tutti i soci della sezione. Ne consegue che voi Capigruppo della sezione
coneglianese rappresentate, in seno all’unità alpina del vostro paese, la volontà e l’unità d’azione del Consiglio
direttivo sezionale e quindi della sezione tutta.
Ecco quindi che pur dovendo tutelare il buon andamento del gruppo affidato alle vostre cure, la vostra azione non può
essere disgiunta dagli intendimenti del consiglio, intendimenti ed iniziative non possono essere perciò in contrasto con
gli interessi del Gruppo.
Affrettiamoci subito a dire che non risulta che vi siano stati contrasti sino ad ora e quindi quanto detto è valido solo
come premessa di quanto si dirà dopo e, semmai, come cura preventiva a pur immaginaria e impossibili diversità
d’opinioni organizzative.
Entriamo ora nella questione ricordando che nella seduta di domenica 8 gennaio alla quale partecipava una discreta
rappresentanza di capigruppo, il Consiglio direttivo sezionale ha deliberato di elevare a L. 350 la quota individuale di
iscrizione per l’anno sociale 1961.
Qualche capogruppo aveva fatto presente che la misura del tesseramento era eccessiva per i soci più poveri e in
considerazione di ciò, malgrado la decisione della maggioranza, è stata introitata la quota di L. 250 per socio e che
viene in buona parte assorbita dall’ importo dovuto alla Sede Centrale.
Per la sezione rimane un modesto margine del tutto insufficiente per conseguire dei buoni risultati organizzativi; i
soci ricchi sono pochi e continuamente spremuti, qualche simpatizzante effettivamente ci aiuta ma dobbiamo soprattutto
contare sulle nostre forze di modesti alpini, non negando quindi alla Sezione un valido contributo finanziario il cui
uso può d’altronde venire controllato da ogni socio con l’esame dei libri contabili.
La quota sociale alla Sezione è dunque di L. 250 e diciamolo a voce molto bassa perché meraviglierebbe soci di altre
sezioni in cui le quote sono assai più alte e raggiungono non solo il doppio ma il triplo o il quadruplo.
Adesso stiamo incontrando altre spese sensibili: la pubblicazione del giornale sezionale che costa
assai ma che riuscirà senz’altro utile e che sarà inviato gratuitamente a tutti i Soci.
Gli alpini devono però sentire il dovere di contribuire un poco al sostenimento del giornale; noi suggeriremmo quindi
che le cento lire non pretese coi tesseramento ci venissero inoltrate come offerta per FIAMME VERDI che segnalerà il
gruppo come sostenitore.
Vengono naturalmente accettate anche offerte individuali e il nome dei generosi verrà ugualmente pubblicato.
Per scrivere il giornale ci vogliono soldi ma anche argomenti per cui preghiamo i Capigruppo di segnalare tutte le
notizie familiari che i soci desiderano pubblicate ed anche le piccole riunioni di gruppo comprese quelle che hanno come
argomento le sostanziose cene collettive ben irrorate di vino dei nostri colli.
In pratica, voi Capigruppo dovete ritenervi corrispondenti di Fiamme Verdi, ricordandovi che, anche
per questa iniziativa giornalistica, la vostra collaborazione è, più che utile, essenziale.