UOMINI E IDEE |
Febbraio 1962 |
E’ ciò di cui abbisogniamo, anche se la «baracca» è andata avanti in modo soddisfacente e le
iniziative non sono mancate in questi ultimi tempi.
Bisogno di uomini nuovi, di nuove idee?
No (almeno a nostro giudizio scusandoci per la dichiarata presunzione di efficienza), ma opportunità invece di un
aggiungersi di forze umane e di un nuovo apporto di sagge ideazioni e di integrativi programmi.
L’assemblea dei soci stabilita per il 25 marzo, dovrebbe anche esprimere questa possibilità di allargamento della
cerchia dei reggitori della Sezione allo scopo ci poter curare meglio l’andamento sezionale.
Tutti i soci possono partecipare a detta Assemblea ordinaria, anche se il voto verrà espresso a mezzo dei Delegati di
Gruppo; ed ognuno può quindi chiedere delle precisazioni su ogni particolare aspetto della vita sezionate, sia dal punto
di vista finanziario che da quello organizzativo; ogni socio può inoltre proporre delle iniziative e, soprattutto, può
mettersi a disposizione per lavorarci sopra.
Non si deve aver paura di chiedere chiarimenti né di offrire la propria opera per il progressivo incremento sezionale
che, come ognuno deve ammettere, è in atto come mai in passato.
In molte città ci sono ufficiali superiori che attaccano indirizzi sui giornali sezionali, avvocati che scrivono lettere
di segreteria, medici che curano il tesseramento, docenti universitari che collaborano al notiziario della sezione, ed
inoltre offrono la propria opera a favore dei soci nei singoli campi di competenza professionale. Ecco perché nessuno
deve temere di fare per la Sezione qualcosa anche di apparentemente umile perchè tale espressione, per noi Alpini, non
deve sussistere come significato di umiliazione.
Sarà solo motivo di profonda soddisfazione l’aver fatto qualcosa di utile per la nostra Associazione, e pur essendo
differenti nei mezzi intellettuali e finanziari, pur essendo più o meno buoni, più o meno cattivi, pur avendo avuto sul
cappello un’aquila di canutiglia d’argento o d’oro oppure di pezza nera, abbiamo una tessera uguale e su ciascuna un
«bollino» che non si differenzia l’uno dall’altro, ed ugualmente uguale, in modo assoluto, deve essere, in ciascuno di
noi, la coscienza alpina.
M. A.