AUGURI |
Dicembre 1963 |
Un difficile, ingrato anno sta per finire. Anno di dolorosi avvenimenti per tanti nostri soci, per la nazione, per il
mondo; avvenimenti avversi di natura politica, sociale ad economica spesso voluti dagli nomini in triste concorrenza con
quelli altrettanto gravi che già il destino aveva iscritti nel calendario 1963.
E’ stato un anno duro e dura è stata la lezione che ne ha ricevuto il mondo e l’Italia nostra; sia quindi, l’ormai
trascorso 1963 un anno che induce privati e collettività ad opportuni ripensamenti, a più generosa fraternità, a più
onesto agire.
Senza riandare ai pur notevoli avvenimenti dell’anno, è nostro dovere ricordare che l’opera dell’Associazione Nazionale
Alpini ha ottenuto un rinnovato successo di simpatie e di costruttivi riconoscimenti. Non è il caso di esporre
l’incremento di iscrizioni e di attività in campo nazionale e sezionale poiché delle prime ne parlerà L’ALPINO e per le
raggiunte mete della nostra Sezione sarà data relazione nell’annuale incontro con i Delegati dei Gruppi.
E’ invece il riflesso dell’appassionata opera dell’A.N.A. che è opportuno porre in evidenza perché rileviamo una
maggiore sensibilità di Enti e di popolo alle manifestazioni alpine, perchè notiamo che il moltiplicarsi di sezioni
combattentistiche e d’arma è un risultato di sana emulazione della nostra fraternità organizzata, perchè le bandiere
nazionali vengono esposte in crescente numero nelle buone e nelle purtroppo avverse vicende nazionali: s’è giunti in
Italia al quindici per cento di famiglie che espongono il Tricolore ed è già molto rispetto alla desolante astensione di
non molti anni or sono.
Il quindici per cento è ancora una misura vergognosamente piccola ed anche per questo lo segnaliamo; ma se la bandiera
viene esposta con sincera partecipazione dell’avvenimento nazionale o locale che la chiama al balcone, bisogna
concludere che quindici italiani di cuore su cento italiani di nome è già successo.
L’augurio di un migliore anno va quindi anzitutto alla nostra Italia e ai
suoi Figli affinché quest’ultimi ricordino che il progresso economico non va disgiunto da un necessario amor patrio:
equilibrati l’uno e l’altro e paralleli nel graduale incremento; sia anzi in anticipo il solidale amor patrio che deve
far leva anche sulle intraprese economiche.
Soprattutto nel campo economico sarà necessaria l’intelligente lungimiranza dei governanti quanto la comune coscienza di
tutti per affrontale i duri momenti che attendono l’Italia, poiché è necessaria un’armonica impostazione che eviti
squilibri produttivi a beneficio di pochi e a danno di molti, e l’amor patrio (o solidarietà nazionale se a qualcuno
garba chiamarla così) si attua anche in tale campo con
minor egoismo e maggior coscienza sociale.
Un augurio infine alla nostra Associazione Nazionale Alpini: dai dirigenti nazionali ai bocia che entreranno nella
«Famiglia Verde» nell’anno 1964, dai miei collaboratori più vicini ed appassionatamente attivi, ai soci tutti della
Sezione.
Con uguale intensità ringrazio ed auguro un lieto Natale e un felice e fortunato Anno ai sostenitori delle nostre
iniziative tra le quali questo giornale «Fiamme Verdi», che attende di ricevere anche gli auguri di chi lo legge,
scritti su quel tipo di biglietti stampati dalla Banca d’Italia.
Un fervido augurio di bene vada pure alle autorità provinciali e
cittadine, alle associazioni combattentistiche e d’arma, ai Soldati in
armi, alla gioventù italiana che di augurio per una sana formazione ha particolare bisogno, a tutti coloro infine che
amano l’Italia e che per essa operano con la fedeltà e lo spirito di sacrificio che solo l’amor di Patria sa suggerire.
G. CURTO
Presidente della Sezione