ELEZIONI NOSTRE |
Febbraio 1963 |
E’ tempo di elezioni.
L’art. 13 del nostro Statuto afferma: la Sezione deve eleggersi un Consiglio direttivo sezionale, una Giunta di
scrutinio delle domande di ammissione a Socio ed un Collegio di Revisori dei conti; segue l’art. 18: il Gruppo deve
eleggersi un Capogruppo, ed eventualmente un Consiglio di Gruppo; infine l’art. 27 prevede che l’Assemblea dei Delegati
si occupi dell’elezione dei componenti il Consiglio direttivo nazionale e dei Revisori.
Scopo di questo articolo non è quello di segnalare possibili preferenze per gli incarichi di carattere nazionale,
sezionale o
di Gruppo, nell’A.N.A. non ci sono e non debbono crearsi correnti che tirano a posizioni contrapposte, perchè lo scopo
dell’Associazione è chiaro ed incontrovertibile: continuare ad essere Alpini ricordando che tutto ciò che è stato fatto
da noi e dagli altri Soldati d’Italia non va motivato con la volontà di creare glorie personali o esclusivamente di
Corpo, ma inteso come espressione di cosciente sacrificio individuale per il bene comune identificabile nella Patria.
Al dirigente alpino non si presenta quindi un problema di scelte e tanto meno di compromessi con la coscienza, e ciò
tranquillizza anche i soci elettori.
Con questo non voglio dire che sia indifferente eleggere uno o l’altro tra i soci, anche se qualcuno ha detto che, su
quattro alpini, tre e un quarto potrebbero fare i generali. Se sono in molti ad avere le idee esatte è anche necessario
considerare chi abbia altre qualità apprezzabili di esperienza, equilibrio, energie fisiche, ascendente, un po’ di tempo
disponibile, qualche soldo in sovrappiù, assenza di incarichi o posizioni partitiche di particolare rilievo (non perchè
sia male ma perchè male ne penserebbero gli altri), fedina penale (ufficiale e ufficiosa) pulita, ed altre comuni virtù
che fanno di un uomo una persona stimata.
Son d’accordo che, con queste qualità in premessa, son molte le organizzazioni che si contendono un elemento serio e
preparato e sono pure convinto che talvolta è bene avere un alpino sindaco o a capo di notevoli organizzazioni
economiche o sociali più che «sacrificarlo» a fare il presidente di sezione o il capogruppo.
All’A.N.A. va riconosciuta la giusta importanza nel quadro della vita nazionale ed è quindi con piacere che vediamo
molti alpini dedicarsi onestamente alla vita pubblica del nostro Paese o alla guida di organizzazioni di rilievo; ne
abbiamo molti esempi anche nella nostra Sezione, e tutti i Soci sanno che si tratta di nomi che onorano altamente il
Corpo anche se spesso non dispongono di tempo sufficiente per frequentare le nostre manifestazioni. La stessa
constatazione è possibile anche presso tutte le altre Sezioni che annoverano spesso tra i propri iscritti scienziati,
ministri, pensatori, artisti, industriali e dirigenti d’azienda.
Sembra che anche il Presidente della Repubblica sia un Alpino e lo confermerebbe il seguente episodio accaduto quando
l’On. Segni si recò lo scorso anno a Malcesine per l’inaugurazione della Funivia sul Monte Baldo; la notizia venne così
riportata da un quotidiano solitamente esatto: «Il Presidente è salito in cima ai “Sette Pini”. Soltanto lì, davanti
alle cime dei monti trentini che splendevano nella giornata chiarissima, Segni ha smesso il suo sorriso: oltre i mobili
riflessi del lago, là in fondo verso Trento, spiccava la cima del Monte Altissimo. Ero quasi ancora ragazzo — ha detto
il Presidente della Repubblica a coloro che lo circondavano — quando, vestito da alpino, ho combattuto su quella
montagna. Un alpino sardo! Aveva gli occhi turbati e la sua mano ondeggiava, leggermente tesa, verso il monte lontano:
il Professore leggeva la sua piccola pagina di storia personale, e l’emozione antica gli tornava intatta».
Ritornando al tema delle nostre elezioni, non bisogna dimenticare questa funzione «esterna» alla quale molti tra i
migliori soci anziani e giovani vengono chiamati pur dopo una esperienza direttiva in seno ai Gruppi, alle Sezioni, ed
allo stesso Consiglio Nazionale.
Non si pretenda quindi di nominare chi non ha la possibilità di dedicarsi sufficientemente all’incarico poiché anche il
compito di consigliere di sezione è solo apparentemente facile e limitato; non si circoscrive a presenziare alle
periodiche sedute consiliari, ma impone una integrazione quasi quotidiana della propria preparazione alpina interiore e
un reale apporto alla vita associativa nelle sue varie esigenze di ogni giorno.
La preparazione «interiore» è necessaria per non sentirsi «bruciati» dopo aver esercitato qualche incarico per un
periodo più o meno lungo.
Succede infatti che un presidente nazionale o sezionale, o un capogruppo o direttore di giornale alpino, proprio quando
l’esperienza acquisita renderebbe più prezioso lascia l’incarico e non si sente più di collaborare in qualità di
consigliere o di articolista anche se non sono sopravvenuti impegni personali di lavoro od altro da giustificare tale
determinazione; ciò significa che mancava, a parer mio, quella preparazione interiore dianzi accennata.
Non trovo quindi riprovevole che un presidente nazionale diventi presidente della propria sezione se non addirittura un
capogruppo, e che un presidente sezionale venga nominato consigliere e così via; e un bravo alpino si misura anche con
queste constatazioni positive.
Non è quindi facile fare il dirigente nell’A.N.A. dove è giusto non pretendere nulla se non la soddisfazione di aver
compiuto il proprio dovere e dove è e deve essere facilmente intercambiabile la posizione di capo con quella di
gregario; classificazione fastidiosissima questa di «capo» e di «gregario» ma se anche nell’A.N.A. è come altrove
necessaria, essa trova nella nostra «fameja» una squisita sublimazione nell’unico interesse che fa decidere i dirigenti
ed obbedire chi li ha eletti: essere Alpini sempre e sempre per l’Italia.
M.A.
Domenica 24 febbraio, alle ore 9 in prima convocazione e alle ore 10 in seconda convocazione, si riunirà nella sala
al Ristoro del Castello di Conegliano l’Assemblea dei Delegati dei Gruppi.
Gli argomenti da trattare sono i seguenti:
1. - Relazione del Presidente della Sezione
2. - Bilanci consuntivi del 1962 e preventivi per l’anno 1963
3. - Elezione del nuovo Consiglio Direttivo Sezionale
4. - Varie.
Nel ricordare che i Delegati rappresentano ognuno 25 soci dei propri Gruppi (o frazione di 25) richiamiamo l’attenzione
dei Capigruppo su tutte le norme previste in proposito dal regolamento sezionale in loro possesso e recentemente
approvato dal Consiglio Direttivo Nazionale.