AUGURIO ALL'ITALIA


Dicembre 1964

L’augurio per l’anno che sta per iniziare viene da noi ripetuto, anche per il 1965, ai nostri Soci e ai Lettori di Fiamme Verdi, ai Dirigenti nazionali alpini, alle Sezioni e ai Gruppi in Italia e all’Estero, alle Autorità ed Associazioni Combattentistiche e d’Arma e non ultimo ai nostri Soldati.
Più compiutamente è da dire che il nostro augurio va all’Italia, che riassume tutte le fortune e tutte le aspirazioni del suo popolo così spesso denigrato sia all’interno che all’estero.
Augurio anzitutto che ogni cittadino maggiormente ricordi la responsabilità che la libertà comporta, che sappia difendere questa libertà sotto tutti gli aspetti siano essi politici o economici oppure religiosi e sportivi; perchè tutto questo comprende l’amore alla Patria.
All’Italia auguriamo in particolare che i «pan germanisti» cui tanto stanno a cuore le popolazioni di lingua tedesca dell’Alto Adige rivolgano la propria dedizione ad altre «aree oppresse»: che si diano da fare per liberare i tedeschi della Germania-est con la stessa passione che guida un gruppo d’italiani nello scavare sotterranei sotto il muro di Berlino per rendere possibile la venuta in Occidente di tanti tedeschi certamente più oppressi degli altoatesini.
Ma riteniamo che sia un augurio vano malgrado la volonterosità italiana (ma chissà perchè la Francia e l’Jugoslavia hanno saputo «risolvere» senza subire il terrorismo la faccenda delle minoranze di lingua tedesca entro i propri confini!) ed anche per la «comprensione» che molta stampa dimostra nei con fronti degli agitatori tirolesi; stampa che chiama «tragico» lo scoppio anticipato di una carica di esplosivo destinata a far saltare un monumento-ossario italiano e che ha invece eliminato il profanatore, che continua a dire solo assassina Maria Pasquinelli (il cui atto di uccidere il generale inglese De Whinton non viene certo da noi approvato) e che non deplora con altrettanta convinzione chi ammazza i nostri Soldati.
L’odiosa guerriglia è diventata addirittura un suggerimento educativo in Italia e nei negozi di giocattoli è posta bene in vista una completa dotazione di pinze tagliafili, mitra, ecc. per il diletto dei fanciulli e che si denomina «Guerrilla Fighter».
Si ha paura di usare, almeno con la penna, un minimo di energia per l’Alto Adige, mentre il massacro degli italiani ad opera degli Jugoslavi in Istria e le «civilissime» uccisioni di giovani dimostranti triestini comandate dagli inglesi fino a dieci anni or sono si vogliono passare per doverose azioni di ordine pubblico.
Per l’Alto Adige si ritiene di dare esempio di coraggio e di democrazia condannando Amplatz (‘56) a ventimila lire d’ammenda per disturbo alla quiete pubblica quando venne sorpreso e preparare un’esplosione «patriottica» condannando i i sicuri responsabili di terrorismo a pene detentive più affrettatamente coperte con la grazia, processando – sempre per malintesa democrazia – i tutori dell’ordine i quali in Alto Adige devono solo morire chiedendo anche scusa per il disturbo.
Un disturbo d’altronde limitato se, per due nostri Alpini morti, solo i parenti e una rappresentanza di commilitoni – attorniati dall’evidente ostilità dei tirolesi — sono bastati per accompagnarli all’ultimo viaggio così terribilmente anticipato a causa del dovere; ai funerali di Amplatz (muratore e contadino meranese, pagato come altri per fare il terrorista e ucciso dai suoi amici) cerano almeno cinquemila persone e n’è sorta persino una manifestazione anti-italiana.
Laciamo però da parte questa piaga come ci eravamo ripromessi ancora qualche anno fa; lasciamo che l’Italia continui ad offrire l’altra guancia anche se ormai – avendole ormai insensibili entrambe a forza di schiaffoni – presto dovrà foriere le guancie posteriori per l’insulto finale.
Un augurio ai nostri poveri Soldati che son lassù (prendono anche a sassate gli Alpini come fossero dei cani rabbiosi) ci sia però consentito: l’augurio di poter tornare alla vostre case, perché se vi accoppano, solo le vostre famiglie vi piangono. Gli italiani han già dimenticato seicentomila Morti, stanno facendo di tutto per dimenticare, anche col vilipendio, le altre centinaia di migliaia di Caduti dell’ultima guerra: come pretendereste che si ricordassero di voi?

M.A.