ORLANDO SPAGNOLI |
Febbraio 1964 |
Il numero di dicembre del giornale mensile della Sezione alpina di Verona mi ha amareggiato ulteriormente il Natale;
esso riportava infatti l’ultimo appassionato articolo di Orlando Spagnoli e il contemporaneo annuncio della Sua morte.
Avevo conosciuto il Comm. Spagnoli a Torino nel dicembre 1955, al primo convegno della stampa alpina. Lui era forse il
più anziano tra i direttori dei periodici alpini; io, che curavo allora «Fameja Alpina» ero il più giovane ma subito si
creò tra noi quel legame affettivo che suggerivano i comuni problemi e ideali alpini.
Quante volte, in questi otto anni, ci siamo fatta reciproca promessa epistolare di un secondo incontro; io m’impegnavo
d’andare a Verona, lui assicurava di venire a Treviso o a Conegliano, ma anche alle adunate nazionali e alle annuali
riunioni milanesi invariabilmente mancava Lui od io.
Agli amici alpini veronesi che vennero a Conegliano nell’ottobre scorso informandomi della malattia di Spagnoli, dissi
di salutarmi il vecchio amico e di dirgli di «durare» chè sarei stato a Verona nel prossimo maggio se non prima; non ce
l’ho fatta io ed anche Lui non è durato.
Chi sta leggendo mi domanderà chi era l’alpino Orlando Spagnoli; egli nacque infatti in una città marinara della Toscana
e divenne alpino per vocazione.
Spagnoli combatté durante la guerra 1915-18 congedandosi col grado di capitano e continuò la sua carriera presso la
Banca d’Italia dove emerse per le sue qualità di studioso; divenne direttore di succursale dell’istituto di emissione e
svolse queste funzioni in varie città italiane.
Fu tra i fondatori della Sezione di Brescia dell’A.N.A. della quale fu Segretario e infine Presidente; consigliere
nazionale e infine vice presidente nazionale, fu pure l’ideatore e realizzatore della Casa dell’Alpino a Irma.
Assunta la direzione della Banca d’Italia a Verona, fondò e diresse fino alla morte, per dodici anni, il mensile IL
MONTEBALDO; pur essendo in quiescenza, si dedicò fattivamente ancora al ramo bancario quale consigliere dell’importante
Banca Mutua Popolare di Verona.
Poco più di un anno fa il Comm. Spagnoli ha perduto l’adorata Consorte e le sue lettere e gli articoli stessi sul
«Montebaldo» facevano trasparire l’inconsolabile dolore di questo Uomo buono, generoso, colto, amato, integralmente
alpino.
La bara di Spagnoli, avvolta dal tricolore e recata a spalle da alpini in armi, ha ricevuto l’estremo saluto del
direttore della Banca d’Italia, dell’Avv. Buffetti presidente della Banca Mutua Popolare, dell’ex presidente nazionale
dell’A.N.A. Cav. del Lavoro Prof. Mario Balestrieri in qualità di presidente della sezione veronese e vice presidente
della Cassa di Risparmio di Verona Vicenza e Belluno (della quale fu direttore generale) il quale era intervenuto col
direttore generale dello stesso istituto Comm. Nicoletti; anche tutti gli altri han salutato Spagnoli con le lacrime
agli occhi, come Olindo Ermini racconta con questa poesia semplice e sincera come un’alpina canzone d’addio e intitolata
«SPAGNOLI N’A LASSADO»:
Son proprio desolado!
E ancor non me par vera:
«Spagnoli n’à lassado!
L’è là; l’è soto tera».
Mi ancora me par un sogno
e guardo i altri, muti,
de piansar me vergogno...
ma lagrima un pò tuti!
Ed eco a l’improviso
vedo el so sguardo ciaro
e quel so bon soriso
ch’el mal rendeva amaro.
Che strassio e che passion
no averlo tra le file,
ma la l’è in ‘na session
dove i è mila e mile,
dove conta chi ariva,
e i veci combatenti
se l’è rìvà n’alpn,
i se mete su l’atenti;
e impissa in mezo al ciel
‘na stela verso sera,
e solo gh’è un capel
con una pena nera.
Così stanote, a pian,
dal cielo de veludo,
el nostro Capitan
ne manderà un saludo.
M. A.