A TRENTO IL 17 LUGLIO |
Febbraio 1966 |
Fabio Filzi, Cesare Battisti, Damiano Chiesa |
Il 7° Raduno Alpino Triveneto (raccomandiamo alla Sezione trentina di adottare questa denominazione, per uniformità con
gli altri raduni) si svolgerà quindi a Trento e la manifestazione si sta già prevedendo imponente come merita la sua
finalità ch’è di celebrare il cinquantesimo anniversario del sacrificio di tre dei più grandi Eroi che riassumono
l’irredentismo dal Trentino all’Istria.
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CESARE BATTISTI nacque a Trento il 4 novembre 1875 e, dopo aver frequentato il Ginnasio-liceo italiano della sua città,
si iscrisse all’Università di Graz frequentando invece l’Istituto di Studi Superiori di Firenze ove la sua preparazione
emerse soprattutto in geografia nella cui materia svolse la tesi di laurea con uno studio sulla geografia fisica e l’antropogeografia
del Trentino.
Ritornato a Trento, Battisti si dedicò al giornalismo illustrando in ogni possibile occasione l’italianità del Trentino
e lottando coraggiosamente contro l’egemonia tirolese.
Il 2 novembre 1895 uscì con il primo numero di un giornale da lui fondato e che venne immediatamente confiscato e
sospeso; l’anno successivo, unitamente ad altri patrioti, fondò il giornale «L’avvenire del lavoratore» del quale di-
venne direttore nel 1899 dopo aver fondato, il precedente anno in collaborazione con il geologo Trener, la rivista «Tridentum».
Negli anni successivi affrontò i problemi dell’autonomia amministrativa del Trentino e nel 1903 fondò la rivista di
lettere e di arte «Vita trentina» con la quale ebbe a presentare una vasta documentazione sull’italianità di Trento.
Nel 1914, allo scoppio della guerra mondiale, si trasferì a Milano con tutta la famiglia e si arruolò nelle truppe
alpine il 16 maggio 1915 conseguendo il grado di sottotenente nel dicembre dello stesso anno e venendo promosso tenente
per marito di guerra dopo il combattimento di Malga Zures.
Nel corso della battaglia combattuta per la conquista di Monte Corno nel luglio del 1916, Cesare Battisti venne fatto
prigioniero dagli austriaci e, riconosciuto e processato, venne impiccato al Castello del Buonconsiglio il 12 luglio
mentre gridava: «Viva Trento italiana! Viva l’Italia!».
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FABIO FILZI era nato a Pisino d’Istria nel 1884 da padre istriano e madre trentina; laureatosi in legge a Graz,
partecipò attivamente alle agitazioni studentesche indette per affermare l’italianità delle terre irredente.
Compiuto il servizio militare nell’esercito austriaco in qualità di tenente, Filzi venne successivamente rimosso dal
grado per la sua incontenibile italianità; nuovamente arruolato a Innsbruck allo scoppio della guerra con la Serbia,
fuggì invece in Italia alla fine del 1914.
Arruolatosi nel 6° Alpini con il nome di Mario Francesco Brusarrosco, combatté in Vallarsa con il Battaglione «Vicenza»
e cadde prigioniero unitamente a Battisti il 10 luglio 1916 durante la battaglia sul Monte Corno; due giorni dopo salì
il patibolo assieme a Battisti nella fossa del Castello del Buonconsiglio.
Il fratello Fausto ebbe notizia dell’eroica morte del congiunto mentre si trovava in Argentina: tornò arruolandosi
volontario e morì combattendo sul monte Zebio.
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DAMIANO CHIESA nacque a Rovereto nel 1894; studente al
Politecnico di Torino, fondò con altri giovani il giornale «L’ora presente» favorevole all’intervento.
Trasferitosi all’Università di Genova nel gennaio 1915, Chiesa si arruolò pochi mesi dopo nel nostro esercito.
Divenuto sottotenente del 9° Reggimento da Fortezza, fu nel gennaio 1916 nel settore di Val Lagarine nelle pendici
occidentali del Monte Zugna. Il 17 maggio 1916, a Costa Violina, gli austriaci attaccarono violentemente le posizioni da
noi tenute, ma Chiesa non volle retrocedere e si gettò contro le prime pattuglie nemiche.
Ridotto all’impotenza, Chiesa venne riconosciuto ad Aldeno, a mezza via tra la sua Rovereto e Trento.
Condannato all’impiccagione dal tribunale dell’XI Armata, ebbe commutata la pena in quella della fucilazione in
considerazione della sua giovane età. Così, a ventidue anni, Damiano Chiesa cadde il 19 maggio 1916 sotto i colpi del
plotone di esecuzione nella lugubre fossa del Castello del Buonconsiglio, mentre invocava: Italia! Italia!
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Andremo a Trento ricordando - e facendo ricordare - tutto questo.
Il Consiglio direttivo sezionale ritiene di effettuare la trasferta a Trento in forma compatta, mediante autocorriere e
secondo un programma unitario che verrà opportunamente concordato con i Gruppi.
La prossima Assemblea dei Delegati - indetta per il 13 marzo
- offrirà l’occasione anche per esporre suggerimenti e proposte per la migliore riuscita di tale avvenimento.