ADUNATA NAZIONALE A TREVISO |
Ottobre 1966 |
Le celebrazioni alpine indette per ricordare la Grande Guerra - iniziate con l’Adunata nazionale a Trieste nel 1965 -
non potevano tralasciare un avvenimento di fondamentale importanza storica: la disperata ed eroica resistenza sul Piave,
sul Montello e sul Grappa, che nel 1917 trovò uniti gli italiani come mai lo erano stati nei precedenti cinquant’anni di
storia nazionale e come sicuramente non lo furono nel successivo mezzo secolo: come - purtroppo - non lo saranno forse
mai più.
Sarà utile ricordare l’angoscioso anno 1917, quando il nemico dilagò da Caporetto, con l’Italia priva di governo e
malata di disfattismo, con i combattenti avviliti, più che dalle granate, dalle umiliazioni che subivano da molti
politici, dai borghesi arricchiti e dagl’imboscati.
E sarà educativo ricordare quanto il pericolo di una disfatta, che sarebbe stata d’irreparabile gravità, abbia
finalmente fatto tremare ma anche sinceramente unire tutta l’Italia portandone la comune ansia e la disperata concordia
sulla trincea del Piave.
A Treviso, in quella che fu definita la Sentinella avanzata della Patria, noi Alpini effettueremo la nostra 40° Adunata
nazionale per sollecitare quella concordia che solo un po’ di buona volontà varrebbe a far rinascere e a far fruttare
per il bene comune.
La provincia di Treviso è attraversata dal Piave; c’è il Montello e la cima del Grappa; c’è Vittorio Veneto che diede il
nome alla conclusiva vittoriosa battaglia.
E’ la terra che custodisce i soldati caduti sulle rive del Fiume Sacro e sugli spalti dei suoi monti: sono nei
monumenti-ossario del Grappa, di Nervesa della Battaglia (con nei pressi il monumento-ricordo eretto sul posto ove cadde
Baracca), a S. Lucia del Montello, a Fagarè della Battaglia. Vi sono pure i caduti francesi nell’ossario di Pederobba,
ai piedi del Monfenera ove morirono, e quelli inglesi a Giavera del Montello. Presso Moriago attende la visita anche
l’Isola dei Morti, a Ponte della Priula il Tempio-sacrario, la chiesetta eretta dagli Alpini sul Monte Tomba, le Grave
di Papadopoli.
Musei della prima guerra mondiale si trovano a Vittorio Veneto e a Nervesa della Battaglia: memorie di quei tempi eroici
sono frequenti in tutta la provincia.
I comuni di Treviso e di Vittorio Veneto sono decorati di medaglia d’oro al valore militare e numerose decorazioni
minori sono stare conferite ad altri comuni della provincia.
C’è infine il motivo di un cordiale incontro con l’Aeronautica militare sul quale ci intratterrà diffusamente il
giornale nazionale L’ALPINO.
Terra di Alpini
Treviso e la sua provincia meritano la 40° Adunata nazionale anche per le sue tradizioni alpine.
Una delle prime quindici compagnie alpine con le quali, nel 1873, il Corpo divenne operante (dopo il decreto istitutivo
del precedente anno) ebbe sede a Treviso.
Conegliano ha l’invidiabile primato di aver visto nascere il 6 Alpini nel 1882, il 7° Reggimento nel 1887; nello stesso
anno fu sede della prima brigata di artiglieria da montagna, facente parte del 1° Reggimento costituito appunto nel
1887. Del Gruppo «Conegliano» son note le eroiche prove su tutti i fronti nei quali venne impiegato.
Undici sono le medaglie d’oro conferite ad Alpini nati in provincia di Treviso (oltre a una medaglia d’oro al valore
civile) e innumerevoli le altre decorazioni; grande è anche stato il contributo di sangue e di sacrifici delle Penne
Nere di questa provincia sebbene essa non sia zona di prevalente reclutamento alpino.
L’organizzazione alpina è sentita e attivissima. Vi sono quattro Sezioni: quella di Treviso (col giornale «Fameja
Alpina»), quella di Vittorio Veneto, quella di Valdobbiadene, e infine la nostra di Conegliano (con «Fiamme Verdi»). Una
parte della pedemontana del Grappa fa parte della Sezione di Bassano; altro spicchio a nord-est aderisce ad una sezione
friulana. In totale, gli iscritti all’A.N.A. nella provincia di Treviso sono circa diecimila.
Arte e gastronomia
Il soggiorno a Treviso sarà piacevole anche per gli appassionati di arte (senza dimenticare che Venezia è a meno di
trenta chilometri in quanto - malgrado le terribili distruzioni delle due guerre – la Marca trevigiana possiede ville di
notorietà internazionale, edifici, monumenti e opere d’arte di rilevante importanza.
C’è infine «la strada dei vino bianco», appena inaugurata e che unisce Conegliano a Valdobbiadene passando per i centri
di produzione dei tipici bianchi» trevigiani. Vini locali veramente pregiati e di grato aroma sono i bianchi Prosecco,
Cartizze. Verdiso, Riesling e Tocai, e i rossi Cabernet, Merlot, Marzemino, Recioto, Pinot e Refosco; meno pregiati ma
ugualmente ottimi sono il Corbino e il Raboso. Numerose sono le specialità gastronomiche: la «sopressa», la «luganega da
riso», «risi e bisi», la «sòpa coàda», le «bisate» del Sile; peccato che quello dell’adunata non sia il periodo di
produzione del famoso radicchio rosso di Treviso, né quello di raccolta degli ottimi funghi dei Montello.
Organizzazione
Realizzare un’Adunata nazionale impone sempre una fatica notevole e ben comprendiamo i problemi che si presenteranno
alla Sede nazionale e alla Sezione consorella di Treviso: problemi per offrire ospitalità al grande esercito di
partecipanti, problemi di viabilità, di tracciato della sfilata, ecc.
Cinque strade di grande importanza portano a Treviso: da Padova, Mestre-Venezia, da Verona, Vicenza, Castelfranco
Veneto; da Bassano e Feltre attraverso Montebelluna; da tutto il Cadore e l’alto Friuli per Conegliano, dalla Venezia
Giulia attraverso Oderzo.
Queste considerazioni offrono il suggerimento ai partecipanti di non addensarsi troppo a Treviso in quanto tutto l’asse
Vittorio Veneto-Treviso-Mestre-Venezia (servito sia mezzi ferroviari, filoviari e d’autocorriere) dispone di notevoli
possibilità di alloggio e di sollecita affluenza a Treviso nelle fasi più importanti dell’adunata; per la zona
pedemontana il soggiorno è da suggerire per le visite ai campi di battaglia e ai monumenti della guerra mondiale, e
riteniamo anzi opportuno che vengano indette in tali località delle manifestazioni di adeguato richiamo.
L’ammassamento per la sfilata avverrà indubbiamente nelle alberate mura cittadine affiancate da ampi giardini e dalla
strada di circonvallazione interna tutta intersecata da vie che portano dentro e fuori della città.
La soluzione ideale sarebbe che la sfilata si svolgesse attraverso il centro storico; siamo comunque certi che gli
organizzatori valuteranno nei miglior modo le varie possibilità, seguendo — come di consueto — il percorso più idoneo e
significativo.
Una cosa è certa: gli Alpini d’Italia troveranno a Treviso una accoglienza affettuosa e una cordialità sincera che
lasceranno un nuovo ottimo ricordo nella vita associativa di ogni partecipante.