NOTIZIE VARIE |
Ottobre 1966 |
Un resoconto dettagliato della bella festa del «Cadore» ripetuta quest’anno il 4 settembre a Tai, mi è stato fatto dal
vecio Attilio Piccin, il formidabile «baffo» che ha seguito il battaglione sul fronte occidentale, sul fronte
greco-albanese e nei Balcani.
Era un piacere sentirlo parlare degli incontri avuti: il col. Pisoni, il ten. col. Sartorelli, i capitani Brambilla,
Pirovano, Slomp, l’avv. Tonali, i tenenti Bertoli, Alfredo Molinari, Andreose, l’avv. Travaini, il cav. Daccò (tutti i
gradi sono più o meno «aggiornati»), i marescialli Ugo De Nardi, Piero Quiz e Ferri, e tanti altri.
Visibilmente commosso e addolorato, disse di aver incontrato anche il ten. Campanini col quale si era accordato per una
tanto attesa visita in famiglia; ma il povero Campanini è invece morto improvvisamente dopo quindici giorni, il 19
settembre.
Magnifica la cerimonia svoltasi col consueto rituale ma con sempre rinnovato interesse, e commovente la rievocazione
fatta dall’avvocato Tonoli e da un ufficiale superiore in servizio: graditissimo ai convenuti anche il «rancio speciale»
preparato dai bocia del nuovo «Cadore».
L’organizzazione è stata curata, come al solito, dal bravissimo Alfredo Molinari al quale il nostro vice presidente -
anch’egli vecio del «Cadore» - dedica le seguenti sincere parole di ammirata riconoscenza.
Un importante raduno si è svolto il 2 settembre sul monte Tomba, alla chiesetta eretta - alcuni anni or sono - dagli
alpini del locale Gruppo del quale è infaticabile animatore il cav. Angelo Dammi decorato di medaglia d’argento in
Russia.
L’adunata è stata indetta in occasione della benedizione del nuovo gagliardetto del Gruppo di Cavaso del Tomba, e vi
hanno partecipato un forte numero di Penne Nere e molte autorità e rappresentanze.
Dopo una prima S. Messa celebrata alle 8,30 e il ricevimento delle autorità, è seguita la cerimonia della benedizione
impartita da mons. Paolo Chivacci il quale ha pure rivolto ai presenti la sua appassionata parola di combattente e di
sacerdote.
E’ seguita la Messa solenne e la commemorazione dei fatti d’arme svoltisi sul monte Tomba nel 1917 e 1918.
In una sala del Distretto militare di Treviso si è svolta la cerimonia della consegna delle croci di guerra al merito
per la partecipazione alle operazioni di guerra.
Tra i decorati figurano i l nostro presidente sezionale capitano commendator Guido Curto e il presidente della Sezione
di Treviso ten. Col. Prof. Pietro del Fabro.
Altre croci di guerra sono state consegnate – dal generale Domenico Lucchetti, già artigliere da montagna e fregiato di
otto decorazioni al valore militare – ai seguenti nominativi del nostro territorio: Ludovico Concini di Conegliano; Aldo
Ceschin, Pietro Da Dalt e Lorenzo Collodel di S. Pietro di Feletto; Michele Lori da San Vendemiano; Arcangelo Vanzella e
Giovanni Zardetto da S. Lucia di Piave.
Il brigadiere Herbert Volgger e Mario Cossu travolti dall’attentato terroristico del 9 settembre; il tenente Franco
Petrucci deceduto a Vipiteno nelle prime ore del 23 settembre a causa delle orrende ferite subite nella stessa vile
trappola di Malga Sasso.
Il diciottenne Peter Wieland, figlio del sacrestano di Valdaora, è stato mortalmente ferito da una pattuglia di alpini
che l’aveva sorpreso durante la notte in zona rigorosamente (e notoriamente) vietata e che aveva tentato dì sottrarsi
con la fuga all’intimazione di fermarsi; l’alpino Eugenio Trinelli - da Modena e appartenente al battaglione «Bolzano» -
è rimasto ucciso da due proiettili partiti dal mitra di un finanziere che è inciampato e al quale l’arma è sfuggita
dalle mani. La colpevole imprudenza del giovane sudtirolese e la fatalità che uccise l’alpino, hanno uniti nella morte
due giovani di tradizioni diverse e di idealità probabilmente contrastanti.
Le lacrime altoatesine si fondono a quelle italiane.
I giornali parlano di questi fatti in prima pagina, appena accadono; in attesa dei funerali la notizia passa in seconda
pagina, le esequie vengono citate in terza pagina. E in pochi giorni - dopo polemichette tra chi vuol fare la guerra
all’Austria e chi continua a coccolare i terroristi - tutto finisce, e i Morti sono dimenticati e magari disprezzati per
aver suscitato, indirettamente, la momentanea lievitazione della questione altoatesina.
E intanto in Alto Adige si continua a morire.
L’Italia ha umiliato la propria sovranità e ha dimostrato di pazientare fin troppo; e anche di illudersi troppo.
Verranno gli accordi, dicono. Ma in Alto Adige si continuerà a morire.
Un tempietto dedicato ai caduti dalle Penne Nere di Tesero è stato inaugurato il 21 agosto all’alpe di Pampeago in Val
di Fiemme, a 1700 metri di altitudine; la chiesetta è stata eretta - anche manualmente - dagli ammirevoli alpini locali.
Oltre al presidente del consiglio, erano presenti numerose autorità tra le quali il comandante della «Tridentina» gen.
Bassi, il presidente della Provincia, il sindaco di Tesero, rappresentanze delle associazioni combattentistiche e
d’arma, e una folla di valligiani e di villeggianti.
L’on. Moro ha esaltato i sacrifici degli alpini al servizio della Patria, ed elogiato l’iniziativa delle Penne Nere di
Tesero, dicendo tra l’altro:
«Questa cappella, che si inquadra con semplicità ed armonia nel tipico paesaggio della montagna, è dunque espressione di
fraternità e di sensibilità. Essa ricorda, e ricorderà sempre, gli alpini che hanno compiuto il loro sacrificio per
senso del dovere verso la patria, e il sacrificio ci ricorda che c’è, prima di tutto, il dovere al quale, in qualsiasi
forma si presenti, gli alpini sono stati e sono fedeli, solleciti sempre di uno slancio generoso, ed ancora in questi
giorni di calamità, verso la comunità nazionale, per ogni necessità che si presenti, o debba essere affrontata. Di più,
il ricordo di questo sacrificio è fatto oggi nel segno di una universale fraternità, e con fervido auspicio di pace».
Un imponente raduno alpino si è svolto sul Pasubio il 4 settembre a ricordo della resistenza opposta dagli alpini per
arginare l’offensiva austriaca di cinquant’anni or sono. Iniziata al cimitero di guerra di SS. Trinità a Schio, la
manifestazione è proseguita con la deposizione di corone d’alloro ai monumenti ai caduti a Magrè di Schio, all’Altare
dei Dispersi dell’Incoronata, a Torrebelvicino, Valli di Pasubio Vallortigara, Ossario di Bellavista, alla tomba del
generale Rossi e alla chiesetta di Sette Croci sotto il Dente del Pasubio.
L’adunata - ottimamente realizzata dalla Sezione di Vicenza - si è conclusa a Schio con un nobile discorso del Ministro
della Difesa on. Tremelloni, il quale ha detto:
«Le forze armate ricordano con reverente e orgoglioso pensiero queste lontane giornate di gloria e di dolore, queste
lontane ore di sforzo immane e di sacrificio. Ricordano i loro caduti, inimitabili nell’altezza del tributo generoso;
ricordano i coraggiosi superstiti; ricordano e ricorderanno queste montagne e queste popolazioni, cioè l’ambiente
maestoso in cui si svolsero battaglie senza calcolo degli immani costi umani che si resero necessari.
Le Forze armate, questa grande nobile famiglia che è parte viva del Paese, ripresentano oggi le armi agli eroi del
Pasubio, ora tutti allineati nella nostra commossa memoria, in battaglioni ideali di cittadini esemplari cui la patria
deve non effimera gratitudine. In questi ostinati difensori delle nostre posizioni, i quali oggi onoriamo, ci è caro
ritrovare la forza materiale e morale di un paese che difende a viso aperto e senza restrizioni mentali ciò che giudica
fondamentale per la propria esistenza, il territorio e gli istituti d’un pacifico e solidale paese libero, cioè il
concetto stesso della patria, in tutti i suoi aspetti e in tutte le sue accezioni migliori».
Il cinquantenario della conquista del Cauriol e della Tofana da parte degli alpini del battaglione «Feltre», è stato
ricordato con una solenne cerimonia svoltasi il 18 settembre a Feltre e alla quale hanno partecipato il sottosegretario
alla Difesa on. Guadalupi, il prefetto di Belluno, il comandante del 3 corpo d’armata e numerose altre autorità.
Dopo la Messa al campo celebrata in piazza Maggiore dal Vescovo mons. Muccin, hanno commemorato l’avvenimento vari
oratori tra i quali il generale Berti.
Una lapide in bronzo, dono della «Famiglia Feltrina» è stata consegnata ad una staffetta di alpini per venire collocata
sulla Tofana a ricordo dei caduti.
Bilancio di sangue
I dati aggiornati sulle perdite umane subìte dalle nazioni impegnate nella guerra combattuta tra il 1939 e il 1945, sono
stati recentemente resi noti dall’ufficio statistiche delle forze armate tedesche. E’ un «bilancio» veramente atroce in
quanto si sono avuti, durante la seconda guerra mondiale, 55 milioni 293.500 morti e circa trentacinque milioni di
feriti.
Durante la prima guerra mondiale i caduti furono 9 milioni 736.897, e ventuno milioni i feriti.
Il guaio maggiore è che il mondo - nel suo insieme - non ne è affatto uscito migliore di prima.
Un raduno dei reduci del battaglione «Val Piave» si è svolto a Belluno il 2 ottobre; il rito religioso è stato celebrato
nella chiesetta del VI reggimento di artiglieria da montagna ove è stata deposta una corona d’alloro.
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Il monumento al «Cristo degli alpini» - realizzato dal Gruppo A.N.A. di Cremeno Valsassina (Lecco), ed eretto a quota
2.200 di cima Zuccone Campelli - è stato benedetto il 28 agosto alla presenza di autorità e di moltissimi alpini;
l’opera, alta circa tre metri e mezzo e che spicca sulla cima sovrastante i piani di Artavaggio, ricorda tutti gli
alpini della Valsassina caduti in guerra.
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La battaglia degli altipiani di Asiago del 1916 è stata ricordata il 21 agosto al sacrario militare del monte Laiten che
raccoglie quarantamila salme di caduti della prima guerra mondiale.
Il rito religioso è stato celebrato dal vicario castrense mons. Augusto Aurati; la commemorazione è stata tenuta dal
sindaco di Asiago e dal presidente della federazione provinciale dell’A.N.C.R.
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Le madri e vedove di guerra di Riese Pio X si sono recate in pellegrinaggio, l’8 settembre scorso, in alcune località
ove riposano le salme dei nostri valorosi soldati; hanno visitato i centri di Aquileia e gli ossari di Redipuglia e di
Nervesa della Battaglia.
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Il ten. col. cav. Alberto Piasenti, comandante della Sezione staccata di artiglieria di Conegliano (e nostro amico
carissimo) è stato nominato comandante del locale Presidio militare. Congratulazioni.
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I «Ragazzi del ‘99» appartenenti al sodalizio di Conegliano si sono recati in pellegrinaggio all’Isola dei Morti, presso
Moriago della Battaglia; erano accompagnati dal loro presidente cav. Angelo Brino e dal nostro Mons. Sartor il quale ha
celebrato la S. Messa a suffragio dei caduti.
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Il Coro «Castel» di Conegliano ha partecipato, con lodevole esito, a due importanti concorsi a carattere nazionale: il
18 settembre a Adria e il 2 ottobre a Vittorio Veneto.
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Domenica 11 settembre si è svolta a Vittorio Veneto una grande adunata di bersaglieri, nel corso della quale è stata
inaugurata la «Via del Bersagliere». Il discorso ufficiale è stato tenuto dal col. Franco Guarnaccia della presidenza
regionale dell’associazione.
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Il socio dell’ANA Clemente Berardo, portatore della squadra di soccorso alpino del CAI di Saluzzo, ha sposato la
signorina Maria Teresa Rinaudo con una cerimonia svoltasi sulla cima del Monviso, a 3843 metri di quota; dopo la scalata
effettuata nelle prime ore del 29 agosto, gli sposi sono stati uniti in matrimonio da don Natale Gottero cappellano del
CAI di Saluzzo.
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L’obiettore greco Kazanis, che l’8 agosto era stato condannato a morte per rifiuto dì prestare il servizio militare, ha
avuto commutata la pena in quattro anni e mezzo di reclusione.