SPERANZE |
Dicembre 1966 |
Il 1966 volge al termine lasciando amarissimi ricordi.
E’ stato un anno estremamente duro per l’Italia, sconvolta dalla furia inarrestabile delle acque, e ferita
dall’accentuato fanatico odio dei terroristi i quali non cessarono di vilmente agire nemmeno quando la nazione stava
affannosamente soccorrendo le popolazioni in pericolo e a tentar di limitare i danni alle opere d’arte e agli strumenti
di lavoro.
La gravissima calamità che ha devastato gran parte dell’Italia ha nuovamente impegnato i nostri soldati nelle opere di
soccorso e di ripristino; cittadini di ogni condizione sociale han lasciato il proprio lavoro ed interesse per recare
aiuto ai fratelli colpiti; soccorsi e solidarietà son giunti anche dall’estero, da nazioni più o meno amiche.
Dalla sciagura è derivata una vastissima prova di bontà, di disinteressato sacrificio, di comprensione umana; e questo è
indubbiamente il lato buono (e guai se non ci fosse stato) della grande tragedia nazionale.
Sorge però spontaneo il chiederci perchè tanta fraternità debba rivelarsi solo quando le catastrofi colpiscono così
dolorosamente, e non venga invece applicata anche per ridurre, almeno in parte, l’egoismo e la malvagità che pervadono
un po’ tutti quando l’andamento è regolare e teso verso il miglioramento sociale ed economico del nostro e degli altri Paesi.
Vorremmo pertanto sperare che questa nuova dimostrazione di quanto sia debole l’opera dell’uomo rispetto alle forze
della natura, potesse valere a volerci più bene tra noi italiani, ad apprezzare maggiormente gli altri popoli, e a far
capire alle altre nazioni (vicine o lontane) che l’Italia merita una maggiore fraternità e comprensione anche quando non
ci sono le alluvioni.
Che il 1967 sia quindi portatore di questa accresciuta buona volontà, che è premessa perchè il mondo - tutto insieme -
soffra meno la fame e goda di un po’ di pace e di costruttiva concordia.
Augurio e speranze di fraternità per tutti.
Quale Presidente della Sezione io rivolgo il particolare augurio al nostro Esercito, alle Autorità civili e militari, ai
Dirigenti centrali dell’A.N.A., alle Sezioni alpine all’estero e in Italia, e specialmente alla bella Sezione di Treviso
che si prepara ad affrontare le non lievi incombenze organizzative della nostra 40° Adunata nazionale. Augurio
fervidissimo a tutti gli Alpini in armi e ai «veci» in congedo; ai nostri Gruppi e a tutte le Penne Nere della Sezione e
alle loro Famiglie.
Il 1967 ci porti maggiori fortune, e soprattutto più abbondanti motivi per meritarle.
G. CURTO
Il Presidente nazionale Dott. Ugo Merlini ha inviato al presidente della nostra Sezione la seguente lettera con la quale esprime i suoi auguri per il Natale e il nuovo Anno, e che - a mezzo di «Fiamme Verdi» - tutti noi ricambiamo con pari affetto e con rinnovata attestazione di riconoscente stima per l’opera sua e del Consiglio Direttivo Nazionale.
Natale 1966
Capodanno 1967
Caro Presidente,
devo anzitutto ringraziarTi per la cordiale collaborazione di quest’anno e desidero che giungano a Te, ai tuoi
Consiglieri ed a tutti i Capigruppo della Tua sezione, gli auguri più affettuosi per il Natale ed il nuovo Anno.
Naturalmente i miei auguri interpretano anche quelli del Consiglio Direttivo Nazionale e di tutta la nostra bella
Famiglia.
Cordialità affettuose.
UGO MERLINI