NOTIZIE VARIE


Aprile 1967

Odiano persino i Morti

La mattina del 2 aprile, i terroristi austriaci hanno gravemente danneggiato — con una forte carica di dinamite - l’Ossario dei nostri Caduti eretto a Burgusio, al lato della strada che da Malles porta al vallico di Resia.
Sono andati distrutti alcuni loculi, e le ossa dei nostri Soldati si sono sparse tra le macerie; altri loculi sono stati danneggiati, unitamente a una delle cancellate d’ingresso e a un tratto della pavimentazione in porfido.
Le sozze mani dei terroristi sono riuscite a fare ciò che non fu possibile a Ugo Knoll perchè venne arrestato in tempo, né al dinamitardo neonazista Fritz Reiner che nell’autunno del 1964 rimase dilaniato dalla carica esplosiva che aveva già collocato per oltraggiare i nostri Morti.
Noi rispettiamo i Caduti di ogni nazione e di ogni idea, ma non amiamo i morti che non rispettano i Morti; per questo non abbiamo pianto per il terrorista Reiner, e ci spiace di non poter dire altrettanto dei profanatori di oggi.
Ma i miseri resti dei nostri Caduti, quelle povere ossa martoriate che dopo cinquant’anni vengono ancora spaccate dalle esplosioni, varranno a richiamare la giustizia di Dio che non conosce debolezze, né cautele politiche e nemmeno inopportune amnistie.


Artiglieri del «Val Tagliamento» e dell’«Agordo»
Domenica 30 aprile - alle ore 15 - appuntamento per tutti (ufficiali, sottufficiali, graduati e artiglieri) in piazza S. Vito a Treviso.
Potremo così stringerci la mano con tranquillità e còn rinnovata allegria, a ricordare il tempo passato assieme. C’è - per noi - anche una importante notizia!


Sciagure alpine

Una slavina ha travolto il 17 febbraio cinque alpini del battaglione Cadore«, e due di essi - il sergente Fiorenzo Dalle Mule nativo di Riese Pio X, e l’alpino Francesco Tagliazucchi, di Maranello di Modena - sono deceduti sotto la coltre di neve.
La disgrazia è avvenuta in Comelico nella zona della Vai Visdende, tra il Cordevole e Mezzocanale, quando gli alpini erano impegnati a sgomberare la strada ingombra da una slavina venendo però sommersi da una più rilevante precipitazione di massa nevosa; gli alpini Massimo Longhi e Giorgio Pomarè riuscirono ad evitare il grosso della slavina e a dare l’allarme dopo una corsa di otto chilometri in mezzo alla bufera.
E’ subito accorso un reparto del 7° al comando del ten. col. Costanzo, le squadre del Soccorso alpino, vigili del fuoco e carabinieri e poi altri alpini del Pieve di Cadore guidati dal ten. col. Vercesi. Con l’ausilio anche di due cani da valanga messi a disposìzione dalla guida alpina Michele Happacher, è stato possibile trarre in salvo - dopo oltre un’ora di permanenza sotto la neve - l’alpino Benvenuto Bettanin ferito a un ginocchio nello sforzo di crearsi prontamente una nicchia per poter respirare, e già in preda a un principio di assideramento.
La pericolosità dell’opera di soccorso, contrastata da ripetute slavine, è continuata fino al ritrovamento della salma dell’alpino Tagliazucchi; il cadavere del sergente Dalle Mule è stato recuperato il giorno successivo.

Un’altra sciagura è costata la vita all’artigliere alpino Ciro Ettorri da Osoppo, dell’8° batteria obici someggiata del Gruppo Pinerolo« di stanza a Tolmezzo. Durante una marcia di trasferimento verso Pesariis, quello stesso tragico giorno 17, il giovane montagnino è scivolato da un sentiero innevato in costa al monte Siera in Val Pescarina, ed è precipitato in un burrone scomparendo inghiottito dalla neve, il ten. Gualzetti, comandante della batteria, si è fatto calare nel burrone aiutato dall’ufficiale medico e da un gruppo di artiglieri, ma ogni sondaggio è stato inutile; la salma dello sventurato giovane è stata successivamente recuperata.

Alle Famiglie e ai Reparti di appartenenza, indirizziamo le nostre espreessioni di fraterno cordoglio


Fraternità alpina

Con un automezzo gentilmente messo a disposizione dalle rinomate Cantine dei Colli del Soligo, i rappresentanti degli alpini di Solighetto hanno recato a S. Pietro di Cadore due ettolitri di vino offerti dal loro Gruppo e cinquanta panettoni donati dalla locale sezione dell’A.V.I.S., a beneficio degli alpini che hanno subito danni a causa delle calamità accadute in novembre.
Il Capogruppo di S. Pietro di Cadore, ten. col. prof. Giuseppe Zampoi, si è reso interprete della commossa gratitudine dei suoi alpini attraverso una gentile lettera indirizzata al nostro presidente e con la quale invia il fervido augurio per tutti i soci della nostra Sezione.


OFFERTE

Finalmente «Fiamme Verdi» comincia a respirare meno affannosamente.
Commovente è stata l’ossigenatura che ci è venuta dalla Sezione A.N.A. del Perù che ci ha accompagnato la generosa offerta di Lire 10.000 con una lettera incoraggiante ove tra l’altro ci viene ricordato che un terzo degli alpini della Sezione proviene dal Veneto, e che «Fiamme Verdi» viene letto con grande interesse dai soci i quali lavorano in maggior parte nelle miniere a oltre quattromila metri di altitudine! Grazie, grazie di cuore fratelli alpini del lontano Perù, anche per l’esempio di coraggio e ammirabile spirito alpino che continuate a dimostrare col vostro lavoro e il vostro sacrificio lontani dalla famiglia e dalla Patria.
Sono inoltre pervenute le seguenti offerte: L. 5.000 dal nostro Gruppo di Falzè (che è sempre stato tra i più generosi verso Fiamme Verdi); L. 2.000 dal cav. rag. Bruno Manfren capogruppo di Treviso, dal signor Giacomo Soravia socio fondatore della nostra Sezione, dal signor Alfredo Battistella capogruppo di Pieve di Soligo.
Hanno offerto L. 1.000 quale abbonamento sostenitore: il Gruppo di Pieve di Soligo (il quale desidera che una copia del giornale sia molto opportunafnente disponibile presso la sede del Gruppo che frequentata anche da numerosi simpatizzanti). il presidente sezionale comm. Guido Curto, il vice presidente avv. comm. Francesco Travaini, il presidente del collegio sindacale sig. Marcello Barale, il cav. Antonio Segato segretario del bel Gruppo di Oderzo e consigliere della Sezione di Treviso, Ruggero Casellato (nostro socio residente a Bressanone), i consiglieri sezionali cav. Gino Barazza, cav. Giuseppe Fadelli, Gino Piccoli e cav. Sante Rosso.
Hanno cumulativamente offerto L. 1.000 i soci Piloni e Dal Bò del Gruppo di Barbisano; L. 500 per rinnovo abbonamento dai signori Campo Osvaldo e Pra Mio Angiolillo Vero di Forno di Zoldo.
E’ concludiamo con un’ultima segnalazione che speriamo venga letta da molti comandanti alpini: l’abbonamento sostenitore di L. 1.000 che il Col. Renato Villa comandante del 2° Reggimento Alpini di stanza a Cuneo, ha disposto affinchè
nostro giornale venga inviato alla Sala Convegno Truppa della Caserma «C. Battisti» di Cuneo.
Grazie a tutti i generosi sostenitori, augurandoci che il loro esempio venga imitato da molti che tengono troppo cucite le tasche.