NOTIZIE VARIE |
Giugno 1968 |
Un’altra bella adunata trevigiana per i «montagnini»
Nei giorni 15, 16 e 17 giugno - in occasione del 500 della Battaglia del Solstizio e della Vittoria - si svolgerà a
Treviso il 14° Raduno Nazionale indetto dall’Associazione Nazionale Artiglieri d’Italia.
Il programma della manifestazione è il seguente:
SABATO 15 GIUGNO:
Ore 9,30 - Deposizione di corone d’alloro al Monumento ai Caduti, in piazza della Vittoria
Ore 9,40 - Inaugurazione e offerta del pennone con alzabandiera alla Scuola elementare A. Gabelli di Treviso (piazza
della Vittoria).
Ore 10,30 - Ricevimento delle Autorità da parte dell’Amministrazione Comunale dì Treviso.
Ore 16.- - Partenza di rappresentanze per Nervesa della Battaglia
Ore 16,30 - Deposizione di corone d’alloro al Monumento-Ossario di
Nervesa della Battaglia
Ore 16,50 - Inaugurazione della «Via dell’Artigliere» a Giavera del Montello.
Ore 18.- - Ritorno a Treviso
Ore 20,30 - S. Messa al Monumento-Ossario di Fagarè della Battaglia
Ore 21,15 - Lancio di corone d’alloro sulle acque del Piave.
DOMENICA 16 GIUGNO:
Ore 9.- - Ammassamento sulle mura di viale d’Alviano
Ore 9,15 - S. Messa sul bastione delle Mura e altre lungo l’ammassamento.
Ore 10,15 - Inizio dello sfilamento: Borgo Santi Quaranta, Via Canova, Calmaggiore, Via XX Settembre, Corso del Popolo,
Via Roma. Scioglimento al piazzale della Stazione.
Nel pomeriggio, e nel successivo giorno 17 giugno: visite facoltative ai musei e alle opere d’arte di Treviso e ai
luoghi di guerra (Grappa, Montello, Piave, Altipiani di Asiago, ecc.).
Raccomandiamo ai nostri soci Artiglieri di partecipare numerosi, ed auguriamo il migliore successo agli organizzatori
dell’importante adunata.
Organizzata dal locale nostro Gruppo, si svolgerà a . Lucia di Piave - domenica 16 giugno - una importante adunata
alpina per la quale hanno già assicurato la propria adesione numerose autorità e varie sezioni anche di altre provincie.
E’ comprensibile che deve essere proprio la nostra Sezione ad intervenire in modo compatto a questa grande
manifestazione indetta per celebrare il 50° anniversario della Battaglia del Solstizio.
Il programma è il seguente:
Ore 8.30 - 10 Ammassamento (in via Cal del Molino) e inaugurazione della nuova sede del Gruppo presso la «Bella
Venezia».
» 10.- Inizio della sfilata.
» 10.30 S. Messa e successiva deposizione di corone d’alloro alla lapide dedicata ai Caduti; scoprimento di una lapide
nel 50°
della battaglia del Solstizio.
» 11.30 Ricevimento delle Autorità.
» 12.30 Rancio.
Redipuglia: un ricordo pieno di sogni!
Salendo l’immensa scalea, io, piccolo uomo,
sentivo il cuore colmo dei ricordo
delle gesta dei forti,
della grandezza del loro sacrificio.
Fremevo nel leggere l’ossessionante: «Presente!».
«Chi chiama ancora noi? Siam mille e mille,
ma un solo «Presente!».
E’ la nostra parola più forte, più dolce,
ora scolpita nella pietra lanciata nei secoli.
Noi siamo gli eterni «Presenti!».
Sentivo il fragore tremendo di guerra.
Vedevo il sangue, le giovani vite offerte alla Patria.
Vedevo l’esercito immenso gridare: «Presente!».
Poi, sentivo dentro di me crescere un immenso silenzio.
E in quel silenzio risuonare alta la voce:
No, non è finita oggi l’età della Patria:
ancora oggi per essa si muore!
Fra’ TARCISIO PROVENZA
Abbiamo avuto una piacevole discussione, tra un
bicchiere e l’altro, circa l’appellativo di «vecio» spettante ai soci alpini, ma le opinioni sono state diverse; che ne
dice la redazione di Fiamme Verdi?
G.L. e MR, - Mareno di P.
Dico che la questione non è ne semplice né troppo rilevante. Quando la naja si misurava ad anni (di guerra) la qualifica
di vedo si conseguiva dopo aver tirato tante schioppettate quante i bocia di oggi non sentono nemmeno in tutte le
esercitazioni a fuoco cui partecipano; ciò nonostante gli alpini di oggi diventano veci (molto sbrigativamente, beati
loro) appena arrivano al reggimento i «tubi» del successivo scaglione di leva.
La naja dell’ A.N.A. esige molto di più, tanto che i giovani congedati ridiventano bocia appena entrano
nell’Associazione dove trovano i veri veci che di guerre ne han fatte anche troppe.
A parer mio, un socio dell’AN.A. diventa «vecio» quando sono sotto le armi i giovani che sono nati dopo che lui ha
iniziato la sua naja; faccio un esempio: chi è andato di leva nel giugno del 1950 diventa un «vecio» quando inizieranno
la naja i giovani nati dopo il giugno 1950. Salvo il caso di chi abbia fatto la guerra e che aveva il diritto di dirsi
«vecio»prima di aspettare vent’anni; ma uno che la guerra non l’ha fatta deve fare la sua lunga naja nell’ A.N.A. prima
di sentirsi vecio, in modo da poter almeno dire ai bocia: «Tasi che mi gò portà la pena prima che ti te nascessi».
* Il 12 gennaio è deceduto per grave malessere, nel corso di una marcia alla quale partecipava con il Gruppo «Vicenza»,
l’artigliere alpino Cirillo Patton della classe 1946, da Vigo di Meano (Trento).
* Il caporale degli alpini Ernesto Belleri - di 21 anni, da Gardone Val Trompia - è stato travolto ed ucciso da un treno
il 27 febbraio, mentre stava attraversando i binari a Colle Isarco per raggiungere una fontanella.
* Due trasmettitori alpini del Comando Truppe Carnia sono annegati il 21 aprile nel laghetto di Ragogna. I due
sventurati - il caporalmaggiore Vincenzo Antonelli di 23 anni (geometra e studente universitario) e il soldato Santo
Finocchiaro di 22 anni - erano a bordo di una piccola barca che si è capovolta; un loro commilitone è riuscito a stento
a salvarsi.
* E’ morto a 83 anni il decano degli alpini di Farra di Soligo, Felice Moretto detto Moro Nicolét, combattente del
Cauriol e dell’Orti- gara.
* Il Gruppo alpino di Tarzo - retto da Rodolfo Favero - ha festeggiato la propria ricostituzione con una bella cerimonia
svoltasi recentemente e alla quale - hanno partecipato numerosi ufficiali superiori delle truppe alpine e le locali
autorità civili; il presidente dell’ A.N.A. di Vittorio Veneto - dott. Salvadoretti - ha pronunciato il discorso
ufficiale dopo che il cappellano militare don Giuseppe Tonon ebbe impartito la benedizione al gagliardetto del quale è
stata madrina la vedova del pluridecorato sergente Giovanni Tomasi di Nogarolo.
Alla cerimonia ha partecipato, con la nostra fanfara sezionale, il vessillo della Sezione con numerosi consiglieri e una
larga rappresentanza dei Gruppi con gagliardetto.
* Una sezione dell’ Associazione degli artiglieri in congedo è stata costituita, nel marzo scorso, a Crocetta del
Montello ove il presidente provinciale cap. Attilio Innocente ha illustrato le finalità del sodalizio; è stato eletto il
consiglio direttivo e la carica di presidente è stata affidata ad Aldo Camilli.
* L’annuale festa dei bersaglieri del Quartiere del Piave si è svolta nello scorso marzo a Pieve di Soligo, con larga
partecipazione dei simpatici fanti piumati della zona i quali sono sempre gentilmente presenti alle manifestazioni
frequentemente organizzate dai nostri Gruppi. Tra gli intervenuti, il presidente provinciale prof. col. Guarnaccia e il
vice presidente col. Galeazzo oltre a numerose rappresentanze.
Nel programma dei bersaglieri è da segnalare l’avvenuto raduno del 7 aprile a Perugia e quelli previsti per il 9 giugno
a Jesolo, il 18 giugno a Pordenone e infine quello di Trieste e Redipuglia che si svolgerà il 3 e 4 novembre.
* Una bella adunata è riuscita quella del 24 marzo che ha riunito alpini e fanti a Colle Umberto per la celebrazione del
50° anniversario della Vittoria; oltre al picchetto armato del 7° Alpini, erano presenti il labaro della federazione
provinciale del Nastro Azzurro, la bandiera della federazione provinciale dell’ A.N.C.R. e quella dell’Associazione
reduci del 55° Fanteria, il labaro del Sodalizio «Ragazzi del ‘99»; molti i gagliardetti dei gruppi appartenenti alle
sezioni alpine di Treviso, di Vittorio Veneto e di Conegliano. Hanno presenziato il gen. Giuseppe Ardi (alpino e fante)
quale presidente del Comitato che sovraintende alla cura della cappellina di monte Piana, il col. Ebene del 7° Alpini,
il col. Meneguzzo del comando di Corpo d’armata di Vittorio Veneto, l’avv. Cesare Benvenuti consigliere nazionale dell’
A.N.A., il ten. col. Dell’Olio presidente della federazione provinciale dell’associazione combattenti e reduci, il
capitano Ragusa presidente dell’associazione dei fanti, il presidente dell’ A.N.A. di Vittorio Veneto prof.
Salvadoretti, il poeta rag. Gino Tomaselli che tante sentite poesie ha dedicato ai caduti e ai combattenti italiani, il
magg. Lorenzo Garatti del glorioso «55°», don Narciso Mason fratello del primo caduto su Monte Piana e valido
propugnatore dell’accennata cappella votiva, don Angelo Munari parroco di Colle Umberto, lo scultore prof. Talete Costi
e numerose altre autorità tra cui il sindaco Alberico Sonego, e il vice sindaco di Sarmede Oreste Pizzol. Numerosi i
messaggi di adesione tra i quali il benedicente telegramma di S.S. Paolo VI.
La manifestazione era indetta anche per procedere alla consegna - ai conti Lucheschi - del bozzetto dal quale venne
ottenuto il bassorilievo della Madonna della Fiducia (per la cappellina di Monte Piana) che concretizza il voto fatto su
quel monte dall’allora tenente P. Giandomenico Lucheschi S.J. Oltre ai congiunti di questo valoroso ufficiale, erano
infatti presenti P. Lorenzo Saggin in rappresentanza della Compagnia di Gesù, e il co. avv. Brunelli presidente dell’
Opera nazionale «Chiesette alpine ».
Vi sono stati discorsi del sindaco di Colle Umberto e del prof. Salvadoretti, mentre il poeta Tomaselli ha recitato due
delle sue belle poesie sui fatti d’arme ai quali la bella cerimonia si riferiva.
* Domenica 31 marzo si è svolto ad Asolo il raduno dei reduci dei battaglioni « Belluno» e «Feltre »; sono pure
intervenuti il gen. Lelio Castagna e il col. Gaudenzio Campanella, vecchi valorosi ufficiali di detti battaglioni.
Dopo il rito religioso e l’omaggio ai caduti, il gen. Castagna ha commemorato l’avvenimento.
* Domenica 5 maggio è stato benedetto, nel corso di un riuscito raduno, il gagliardetto del nuovo Gruppo alpino di S.
Maria della Vittoria, face parte della Sezione A.N.A. di Treviso.
Ha celebrato il rito Mons. Paolo Chiavacci, ufficiale del 7° durante l’ultimo conflitto.
Il 5 maggio si sono riuniti a Cornuda i reduci del 32° Battaglione Mortai/81 della Divisione «Marche», rinnovando in
modo encomiabile l’annuale incontro organizzato dal ten. col. cav. uff. Giuseppe Carelli validamente coadiuvato dai
reduci Pascon, Marcuzzo e Sartoretto.
Riportiamo la spassosa lettera che Yerse Insom - con la precisazione che «se ce caulche erore cé per sballio; squsatemi» - ci ha indirizzato da Biel per gli amici del «Gruppo di Refrontolo»:
Nela ocasione dela Adunata Nassionale di Treviso avetti il maiuscolo piacere di insbatermi nei miei cari collegi di
Refrontolo al quale Gruppo apartenetti data sua costitussione fino ala mia dipartita per la Svissera.
Naturalventre fui a Treviso in rapresentassione detti Sessione Svizera ma, incontrati li amichi soppradeti mi
sdimenticai tuto e li seguii indovecché mi compagnarono al asilo di San Coso... (non mi ricordo il nome) dove ebi la
grande ventura di incontrare tutti i vachi amici più tanti nuovi di Refrontolo; che belessa vi dico!
Mi ha tanto dispiaciuto di rompervi le tole con le mie suonate piano fortarie ed i miei sigamenti a uso «canti dela
montagna» ma lassiatemi che vi dica grassie tante di quore perchè fui contento come una Pasqua e un Natale insieme.
…E la finessa, e la scuisiteza di anima, la dabenevolenza, lo spirito di amicanza, il comozionevole spirito camerativo,
il senso e la gestazione medesima cola quale il casiere e il capo grupo hano voluto dirmi: - «fermo là che paghemo
noi!».
Dico io: - E’ o non è qualche cosa?!
Così, cara Redassione, vollio con questo mio povero scrito ringrassiare publicitariamente, li amichi miei refrontolesi
che tanto ci devo per il bel tempo stracorso insieme a ricordare un pasato che pareva esere ritornato presente...
Grassie ancora dunque, sia come consilliere dela Sezione Svizera, sia come segretario del Grupo di Biel, sia come
«Tubassio Vecionus Alpinusculanus» del giornale «La Nostra Baita» e, sia soprattuto come amico vostro
fessionatissimo YERSE INSOM
Alla fine della lettera Insom ci da anche le note esplicative, ma i lettori refrontolesi se la sono gustata lo stesso e, a mezzo nostro, cordialmente ricambiano i saluti all’amico lontano.