Il Bosco degli Alpini morti


Febbraio 1969

Nel numero 5 di settembre-ottobre ho pubblicato un articolo su un’idea matta: quella di creare in provincia il Bosco degli Alpini morti.
Per due motivi complementari: per collaborare con il Corpo Forestale nell’indilazionabile opera di rimboschimento, e per ricordare i Caduti alpini nostra provincia piantando un albero alla memoria di ognuno di Loro.
L’ho definita un’idea matta perché - lo confesso – non me la sono sentita di credere troppo all’interessamento degli alpini vivi, in quanto occorre anzitutto il triste elenco (lungo ma attualmente indefinibile) delle Penne Mozze nate in provincia di Treviso.
Orbene: pochi giorni dopo la spedizione di quel numero di Fiamme Verdi mi è giunta, con una sollecitudine sbalorditiva, la risposta del Gruppo alpino di Arcade (facente parte della Sezione di Treviso) con l’elenco dettagliato dei suoi Caduti e con la generosa offerta di collaborare anche materialmente per... non lasciar matta l’idea.
E’ mia convinzione infatti che la cosa più difficile sia il ricavare i Nomi dagli archivi comunali e parrocchiali e infine dalla memoria dei sopravvissuti e dalle lapidi dei monumenti.
Le piante ci sono già nei vivai che la forestale ha approntato a Crespano del Grappa e che sono tra i migliori d’Italia. Le zone da rimboscare sono numerose: il Grappa, il Cesen e la zona del Cansiglio non compresa nella foresta demaniale, e infine il Montello.
Io continuo a considerare matta l’idea, ma già immagino - ritte e maestose - le dieci piante che potranno ricordare le Penne nere che non fecero più ritorno alla natìa Arcade, e che desidero qui elencare con riconoscente e commosso rispetto: fortunati questi Caduti ad avere dei compaesani alpini così esemplarmente memori.

M. ALTARUI