L'ASSEMBLEA DEI DELEGATI |
Aprile 1970 |
CARICHE SOCIALI PER L’ANNO 1970 |
In conformità all’art. 11 del regolamento sezionale, l’Assemblea ordinaria dei Delegati si è svolta il 22 febbraio a
Conegliano (in seconda convocazione fissata per le ore 10) nella sala parrocchiale San Pio X gentilmente messaci a
disposizione anche quest’anno.
I Delegati avrebbero dovuto essere 102 e ne erano presenti 89; ad eccezione di Colfosco, Collalto, S. Maria di Feletto,
Susegana e Orsago, tutti gli altri Gruppi erano rappresentati.
Il presidente comm. Curto ha premesso il suo saluto agli intervenuti dopo di che l’assemblea ha chiamato a presiedere la
riunione il ten. col. cav. Alberto Piasenti, consigliere nazionale dell’Associazione; segretario dell’Assemblea il rag.
Gibin, e scrutatori i soci Buosi, Cais e Bazzacco.
Il ten. col. Piasenti ha ringraziato per la designazione e recato il saluto del Presidente nazionale dott. Merlini; ha
pure colto l’occasione per rammentare le difficoltà del momento presente - evidenziate dall’acuirsi dei movimenti
antinazionali giunti a far scorrere sangue innocente in ignobili attentati - ed ha espresso la fiducia che l’immutabile
concordia degli iscritti all’ANA possa servire di esempio per la restaurazione di una disciplinata libertà che
salvaguardi i valori patriottici nei quali si identifica ogni diritto e ogni dovere di un popolo civile. Ha poi dato
inizio alla trattazione dell’ordine del giorno, cedendo la parola al presidente della Sezione comm. G. Curto il quale ha
così svolto la sua relazione morale sull’attività svolta nel decorso anno sociale:
Alpini carissimi,
circa un anno fa ci siamo trovati al consueto appuntamento annuale, per fare il consuntivo dell’anno trascorso e per
tracciare un programma di massima dell’anno, ma soprattutto per riconfermare la nostra incrollabile certezza e fiducia
nell’avvenire di questa Italia nostra, che vorremmo amata di ben altro amore di quello che oggidì viene proclamato a
voce ma smentito dai fatti.
Noi alpini siamo tutti, inderogabilmente tutti, fatti così, perchè così erano fatti e la pensavano i nostri padri,
perchè così pensiamo e siamo fatti noi e lo saranno e penseranno i nostri figli.
Desidero, ora, brevemente accennare, perchè ne è mio preciso dovere di Presidente, all’attività svolta nel trascorso
anno sociale.
Il 2 marzo 1969 abbiamo inaugurato il Gruppo di Fontigo, 24° della nostra Sezione.
Il 9 marzo successivo è stata tenuta la assemblea ordinaria annuale della Sezione, con parziale rinnovo delle cariche;
in tale circostanza venni riconfermato Presidente della Sezione.
Il 16 marzo è stato inaugurato il Gruppo di Collalto - il 25° della Sezione e costituito da un bel numero di amici
carissimi - segno evidente che non tramonta lo spirito alpino ma che esso cresce e si intensifica, specialmente nei
giovani, dei sentimenti dei quali per il passato si era da taluni dubitato.
I giovani nostri, soprattutto quelli che escono dalle nostre caserme alpine, sono fondamentalmente sani e pieni di
sentimento e di entusiasmo, e meritano il nostro affetto, meritano il nostro plauso, perchè abbiamo constatato che noi,
ormai «veci», per quanto sempre sulla breccia, dobbiamo gradualmente lasciare la «stecca», e la lasceremo loro con
fiducia, e guarderemo a loro come ad un sicuro avvenire.
Oltre alle note liete o comunque consolanti, proseguendo in questa breve esposizione in ordine cronologico, ne abbiamo
qualcuna di triste.
Il 30 marzo 1969 è mancato ai suoi cari, ed è amaramente mancato anche a noi il buon vecio Gigio Chies, fondatore ed
animatore del Gruppo di Scomigo-Ogliano.
L’11 aprile ci ha lasciati anche il Cappellano della Sezione per tanti anni, Monsignor Francesco Sartor. Dire di lui e
delle sue virtù, in questa sede, sarebbe inadeguato. Basti ricordare ch’egli fu Alpino Sacerdote prima e Sacerdote
Alpino poi; quindi, Alpino sempre.
All’adunata nazionale di Bologna - il 25 aprile - la Sezione ha partecipato col rilevante numero di 800 dei propri
iscritti. E’ stata un’adunata svoltasi nell’ordine e in sana allegria. Devo rivolgere in proposito, un vivo elogio ai
Capigruppo intervenuti, per aver saputo inculcare nei partecipanti quello spirito di necessaria autodisciplina che è
indice del grado di formazione conseguito e che è uno dei motivi per cui la nostra Associazione è rispettata e ammirata.
Il prossimo maggio andremo a Brescia «Leonessa d’ Italia». Preparatevi dunque ad intervenire al gran completo, chiedendo
sin d’ora il permesso si straordinario alle vostre mogli.
Il 14 settembre scorso, secondo l’indicazione della Sede nazionale, siamo andati in visita alla Caserma del 3°
Reggimento di Artiglieria da Montagna a Gemona, dove ha sede anche il glorioso Gruppo che dalla nostra Città prende
nome.
Accolti con tanta cordialità ed ospitalità dal Col. Donati, Comandante il Reggimento, dal Ten. Col. Vigilante Comandante
il Gruppo Conegliano, e da tanti altri Ufficiali e Sottufficiali, abbiamo potuto personalmente renderci conto del come
si sia trasformata - e assai in meglio - la naja alpina.
Caserme belle, sane, moderne. Trattamento degli artiglieri alpini in armi, ottimo. Rapporti tra inferiori e superiori
impostati al reciproco rispetto, sia pure nella necessaria disciplina.
Ma quello che maggiormente ci ha colpito e che ci ha fatto veramente piacere è l’elogio spontaneo affettuosamente
tributato dai «bocie» in armi di Conegliano, da noi interpellati al riguardo, durante la visita, ai loro Superiori, a
cominciare dai comandanti del Reggimento e di reparto. Sono dei veri «papà», essi ci hanno detto e sarebbe una porcheria
combinare qualche pasticcio o dar loro qualche dispiacere. Questi sono i nostri figli, signori Comandanti, quei figli
che, come dianzi dissi, vi abbiamo affidato.
Il Signor Comandante ha voluto averci tutti ospiti, quel giorno - ed eravamo 400 - al rancio di mezzogiorno. Avevamo in
precedenza partecipato, in caserma, assieme ai giovani artiglieri in armi, alla S. Messa, e poi alla proiezione di un
documentario sul campo invernale della «Julia», efficacemente commentato dall’autore Capitano Don Balliana, Cappellano
militare del 3° Artiglieria da Montagna.
Le parole del sacerdote, il quale rievocava episodi di valore e di sacrificio della «Julia» in Russia, durante la
proiezione della pellicola, hanno fatto spuntare più di qualche lacrima sulle ciglia dei «veci».
A coronamento della visita il Col. Donati, ha voluto consegnarci - ricordo del Reggimento - una medaglia d’oro. Noi
abbiamo ricambiato offrendo sia al Comandante del Reggimento, sia al Comandante del Gruppo «Conegliano» una targa in
bronzo raffigurante il nostro Castello, simbolo della nostra Città. Desidero ancora una volta, in questa occasione
rivolgere all’uno e all’altro ed a tutti gli Ufficiali del 3° il più vivo e sincero grazie, con l’augurio che questi
cordiali rapporti, tra Penne nere in congedo e quelle in armi, abbiano ad intensificarsi per l’avvenire.
Infine debbo darvi comunicazione di un grande avvenimento nella vita della nostra Sezione: l’acquisto, fatto il 28
novembre scorso, di un antico fabbricato da destinarsi a sede della Sezione.
E’ un impegno finanziario notevole; il costo del fabbricato è di cinque milioni, oltre alle spese di restauro. La
Sezione come tutti sanno, mezzi non ne ha. Ma la Provvidenza ci ha aiutati; la Provvidenza costituita, questa volta da
alcuni generosi soci, tra i quali è doveroso annoverare il Cav. Alfredo Battistella, Corrado Boscarato, Francesco
Salvador, Pol Giorgio, Padovan Vittorio, Trentin Virgilio, e altri.
Anche i Gruppi si sono dati da fare, ed hanno già dato tangibile appoggio a questa nostra iniziativa. Bravi Alpini
nostri, bravi soprattutto i Capigruppo, il cui aiuto non ci dovrà mai mancare finché non avremo fatto fronte a tutti gli
impegni assunti.
Abbiamo anche organizzato un trattenimento al Cinema Moderno imperniato sulla proiezione del film che già avevamo visto
a Gemona, e sul «Coro Castel». Tutto per battere moneta; non ci è andata male, ma poteva andare meglio.
Il Presidente ha concluso ringraziando i più vicini collaboratori ed auspicando che il Consiglio direttivo - che esce
parzialmente rinnovato dalle elezioni - possa continuare a dare un notevole contributo per il progresso della Sezione.
La relazione finanziaria - predisposta dal volonteroso rag. Romano Thomas, purtroppo dimissionario a causa di
trasferimento per motivi professionali - è stata letta dal rag. Girolamo Di Gaspero.
La relazione sul giornale «Fiamme Verdi» è stata svolta dal prof. Mario Altarui che ha pure presentato l’opuscolo
realizzato in estratto al numero in corso di pubblicazione, e contenente l’articolo che Ampelio Rossi - segretario del
Gruppo di Pieve di Soligo - ha esaurientemente compilato sulle vicende vissute nella campagna di Russia.
Dopo l’approvazione delle presentate relazioni, l’Assemblea ha tra l’altro deliberato l’aumento della quota individuale
di contribuzione a favore del giornale sezionale.
Sono seguite le elezioni per la nomina di sette consiglieri in luogo di altrettanti consiglieri scaduti, parte dei quali
hanno rinunciato alla nuova candidatura. Sono stati eletti (alcuni per riconferma) i seguenti Soci: ten. col. Alberto
Piasenti con voti 82, cav. Alfredo Battistella con voti 78, Giovanni Carlet (66), geometra Attilio De Vecchi (48), prof.
Desiderio Viezzer (45), cav. Giuseppe Baccinello (44), e ing. Antonio Trinca con voti 42. Hanno pure ricevuto voti (per
l’eventuale copertura di posti vacanti nel corso dell’anno sociale) i seguenti Soci: Emilio Barzotto, Francesco
Salvador, Lino Chies, Adriano Moretti, Antonio Cais, cav. Giuseppe Fadelli, e Gianfranco Bellotto.
Sono stati delegati a rappresentare la Sezione all’Assemblea dei Delegati a Milano il vice presidente avv. Francesco
Travaini, i consiglieri Gianfranco Buosi, Giovanni Mason e prof. Giacomo Vallomy, e il socio Lino Chies.
Il Consiglio direttivo si è successivamente riunito - il 12 marzo - per l’assegnazione degli incarichi resisi
disponibili e sul cui esito riportiamo, in altra parte del giornale, il quadro riassuntivo per quelli previsti dallo
statuto e dal regolamento.