NIKOLAJEWKA: «IO C’ERO»


Settembre 1970

Sarà questo il titolo del libro a carattere antologico che il Dott. Giulio Bedeschi darà prossimamente alle stampe e per il quale egli chiede la collaborazione di quanti parteciparono alla memorabile battaglia di Nikolajewka. A tale proposito l’Autore di «Centomila gavette di ghiaccio» ha così scritto al nostro Presidente pregandolo di renderne partecipi i soci reduci dal fronte russo:

Caro Presidente,
mi rivolgo a Lei per segnalare una iniziativa che mi auguro incontri il Suo apprezzamento e il Suo appoggio.
L’Editore Mursia che ha pubblicato il mio “Centomila gavette di ghiaccio” e diversi altri libri di guerra, alpini e non, nella collana “Testimonianze fra cronaca e storia” mi ha interpellato proponendomi di curare la stesura e il coordinamento di un libro a carattere antologico, dal titolo “Nikolajewka: io c’ero”.
Lo spirito informativo di tale libro sarà questo: raccogliere il maggior numero di testimonianze valide e significative sulla giornata di Nikolajewka (e, naturalmente, sulle giornate che la precedettero e la seguirono) dando la parola ai diretti testimoni ancor oggi sopravvissuti, riunendo quindi in un volume “corale” ciò che ciascuno di noi pensa doveroso e interessante tramandare, quando ormai si profila al nostro orizzonte il trentennale di quella storica giornata. E’ superfluo sottolineare tutta l’importanza e i significati che verrebbe ad avere una simile pubblicazione, i cui eventuali proventi netti, inoltre, per concorde decisione presa con l’Editore, saranno devoluti a favore del Fondo Assistenza A.N.A., intendendo così dare a ciascuno di noi il modo e la soddisfazione di cooperare sia al mantenimento di un glorioso ricordo che al compimento di un’opera di solidarietà verso le più sfortunate fra le famiglie degli Alpini.
Presi i necessari contatti con la Presidenza Nazionale dell’A.N.A., ed avutane esplicita approvazione in proposito, sto passando quindi alla laboriosa
nella speranza di trovare comprensione e quindi collaborazione. Di qui la ragione di questa lettera, con la quale cerco di raggiungere il maggior numero possibile di amici alpini presenti a Nikolajewka. Prego tutti di voler compiere questo atto di buona volontà, di sottoporsi al sacrificio di riordinare qualche memoria e di prendere la penna in mano.
Ciascuno ha un ricordo, un episodio, un pensiero, una osservazione, un fatto, un reparto, un alpino da ricordare; un aspetto ignorato, un sacrificio sconosciuto, individuale o di reparto; un contributo valido per la storia di quelle giornate; non si richiedono ricostruzioni elaborate e indaginose; non relazioni tecnico-militari o di diario storico, ma piuttosto particolari di vita di alpini che combattevano e comunque soffrivano e tenevano duro per spuntarla su quel doloroso destino; sono sufficienti la semplicità e la verità, anche in una sola paginetta si possono fissare delle grandi cose.
E’ doveroso assicurare che ogni brano che verrà inserito nel libro porterà il nome e cognome del suo autore, e il grado militare di allora; si prega inoltre, nell’inviare brani firmati, di segnalare anche il reparto di appartenenza sul fronte russo, l’indirizzo attuale e la professione, che verranno egualmente riportati.


Per evidenti ragioni distributive di coordinamento e dimensionamento della materia da trattare, non viene preso impegno di inserimento nel testo definitivo di ogni contributo ricevuto, e resta inteso fin d’ora che chi invierà il suo contributo mi autorizza implicitamente a poterlo amalgamare opportunamente in quel contesto che in definitiva apparirà il più valido a conseguire lo scopo prefisso: tuttavia non è posto limite al numero di pagine da inviare, né al tipo di temi da trattare; unico orientamento generico è che quanto viene scritto, per insignificante o trascurabile che sembri a prima vista, si inserisca per diritto di verità nelle vicende che portarono gli Alpini, in quel gennaio del ‘43, alla giornata di Nikolajewka. Sarà appunto dalla grande visione d’insieme, che prenderà luce e significato ogni particolare.
L’invito a questa collaborazione, naturalmente, non è a numero chiuso; anzi, non essendo possibile raggiungere tutti, ciascuno è pregato di passare parola, all’alpina, e di segnalare i nomi di altri alpini che possano contribuire all’opera: o, meglio ancora, di invitarli a scrivere e spedire direttamente. E’ egualmente gradito (e necessario, direi) il contributo del colonnello, quanto del sottotenente d’allora, del sottufficiale e del graduato come del semplice alpino. E dove pesa troppo la penna, può arrivare il nastro del registratore, il racconto diretto: non è in programma un’opera letteraria, ma una testimonianza corale che valorizzi ciò che ancora è nelle pieghe della memoria delle penne nere superstiti del fronte russo, e che può passare pari pari nella vera e grande storia d’Italia.
Chi avesse qualche pagina già pronta, può inviarla anche subito; chi deve scriverla, ha un ampio lasso di tempo: può inviarla entro il settembre 1970. dandomene però cortese preavviso fin d’ora, affinché io possa preordinare il piano generale dell’opera. Se qualcuno disponesse poi di materiale fotografico relativo alle vicende della giornata di Nikolajewka, questo sarà particolarmente gradito perchè esso verrà a costituire il corredo illustrativo dell’opera. Per evitare ulteriore sovraccarico di corrispondenza all’A.N.A., prego spedire al mio indirizzo privato:
Giulio Bedeschi - Corso Sempione 32 A - 20154 Milano.
Nella fiduciosa speranza che l’iniziativa trovi rispondente e fattiva adesione, in attesa di un cenno positivo invio il più cordiale saluto alpino.

Giulio Bedeschi