NOTIZIE VARIE |
Giugno 1970 |
Barbisano:PILONI LUIGI
Bibano-Godega S. Urbano: PADOVAN VITTORIO
Conegliano-città: DE VIDO TULLIO
Collalbrigo: MASON GIOVANNI
Colfosco: TRENTIN VIRGILIO
Collalto: BERNARDI GIOVANNI
Corbanese: POL GIORGIO
Falzè di Piave: BREDA PIETRO
Fontigo: SARTORI ERNESTO
Mareno di Piave: SALVADOR FRANCESCO
Orsago: BATTISTUZZI LUIGI
Ogliano: MASUT STEFANO
Pieve di Soligo: BATTISTELLA Cav. ALFREDO
Pianzano: PAGOTTO Enot. ANTONIO
Refrontolo: LOT BERNARDINO
S. Lucia di Piave: MESSINA Dott. ARIBERTO
S. Fior: VINERA LORENZO
S. Maria di Feletto: BERTUOL SISTO
S. Pietro di Feletto: CESCHIN ROBERTO
S. Vendemiano: CITRON IGINO
Sernaglia: GOBBATO Cav. Prof. T. LINO
Soligo: VIEZZER Cav. Prof. DESIDERIO
Solighetto: PANSOLIN Cav. GIOVANNI
Susegana: BREDA DINO
Vazzola: BONOTTO GIOVANNI
E’ deceduto l’11 maggio a Treviso, per improvviso
malore, il colonnello pilota della riserva Mario Rigatti, medaglia d’oro dell’Aeronautica e grande amico degli Alpini ai
cui raduni presenziava con sempre cordiale premura.
Nativo di Rovereto, il rag. Rigatti aveva meritato l’alta ricompensa per il valore dimostrato nel corso di una azione su
Malta di dove rientrò in Sicilia con una gamba spappolata e l’aereo a brandelli; nel dopoguerra, fino al 1950, col grado
di maggiore aveva comandato il 155° gruppo del 51° stormo di base all’aeroporto di San Giuseppe di Treviso.
I funerali si sono svolti il 13 maggio nella chiesa di S. Agnese con l’intervento delle massime autorità della provincia
e della città e di numerose rappresentanze di associazioni combattentistiche e sportive, oltre al picchetto armato
dell’Aeronautica, mentre una pattuglia di aviogetti sorvolava il mesto corteo diretto al cimitero maggiore di Treviso.
La nostra Sezione si unisce al dolore dei familiari e all’unanime cordoglio che la repentina scomparsa di questo
magnifico Eroe ha suscitato negli ambienti combattentistici della provincia.
Uno degli aspetti della determinante operosità di Mons. Francesco Sartor - quello che concerne i fondamentali lavori
attuati per il restauro e il risanamento del Duomo e delle sue opere d’arte - è stato ampiamente posto in rilievo
nell’aprile scorso nella ricorrenza della morte dell’indimenticabile nostro cappellano sezionale.
Una Messa di suffragio è stata concelebrata in Duomo da tutti i parroci della città e, a cura dello Studium
Coneglianese, è seguita una conferenza nella Sala dei Battuti; il gen. Guido Sinopoli ha tracciato la figura morale di
Mons. Sartor ponendone in evidenza la bontà e le alte doti organizzative. Hanno pure parlato il comm. Camillo Vazzoler
che, in qualità di presidente della commissione dei restauri, ebbe a dividere con Mons. Sartor le preoccupazioni
notevoli che la impresa richiese, e infine il prof. Antonio Lazzarin che ha illustrato l’importanza del restauro della
pala del Cima che Monsignore volle assai provvidenzialmente far eseguire per salvare la importante opera del grande
pittore coneglianese.
Meno palese ma grande e concreto è stato soprattutto l’apporto che Mons. Sartor ha recato per il bene spirituale dei
suoi parrocchiani e di noi alpini che l’abbiamo avuto per tanti anni sempre generosamente pronto a darci il suo efficace
consiglio di Sacerdote e di Alpino.
Il 25° anniversario del sacrificio della Medaglia d’oro Pietro Maset - il leggendario combattente d’Africa, di Grecia e
di Russia e infine dei Volontari della Libertà - è stato ricordato con molteplici cerimonie.
Un apposito comitato ha organizzato, in collaborazione con i Comuni di Conegliano e di Aviano, una manifestazione
iniziatasi a Scomigo e conclusa a Piancavallo il 19 aprile.
A Scomigo - ove Maset nacque ed è sepolto - una delegazione comprendente una rappresentanza di nostri soci col vessillo
sezionale e alcuni gagliardetti dei Gruppi, ha reso omaggio alla tomba dell’eroico Caduto; è stata deposta una corona
d’alloro anche al monumento e una cerimonia si è svolta nel cortile della scuola elementare intitolata a Pietro Maset.
I partecipanti si sono poi recati ad Aviano (ove è stata deposta una corona al monumento) e, dopo il saluto del sindaco,
si sono recati a Piancavallo per la celebrazione - alle 11,30, alla cappella degli alpini presso il rifugio del CAI -
della Messa seguita dal discorso del cav. uff. Vinicio Talotti presidente delle zone libere della Carnia e del Friuli.
La Signora Alfonsina Rivalta ved. Merlini, mamma del nostro Presidente Nazionale, si è spenta a Lecco il 18 maggio.
La Sezione di Conegliano si unisce profondamente commossa al dolore del Dott. Ugo Merlini per questo grave lutto che
l’ha colpito nel più caro degli affetti.
E’ noto che a Cima Vallona - dove tre anni or sono fu compiuto l’atroce attentato che costò la vita a quattro nostri
militari, tra cui l’alpino Armando Piva da Valdobbiadene - è stata eretta una chiesetta che verrà inaugurata il 28
giugno nel corso di un raduno delle sezioni alpine delle tre Venezie.
Più esattamente la chiesetta sorge in prossimità della Cappella Tamai in Val Digon.
Prepariamoci quindi a presenziare numerosi a questo atto di rinnovato compianto per la perdita di vite umane, auspicando
che anche tale sacrificio valga a far comprendere la necessità di ritrovare la via della concordia nazionale per far
fronte con unità d’intenti alla tracotante violenza straniera.
Alla dotazione della chiesetta di Cima Vallona ha generosamente contribuito la Ditta Caloi di Conegliano con l’offerta
di venti sedie-inginocchiatoio. Le Industrie G. Caloi - che desideriamo ringraziare anche dalle colonne del nostro
giornale – produssero nel 1922 il primo brevetto di sedia-inginocchiatoio e assunsero un notevole sviluppo con la
creazione della Caloi S.a.s. in Susegana per la produzione di una qualificata gamma di articoli per l’arredamento di
chiese, scuole, cinema e comunità - operando con proprie filiali a Roma, Milano, Napoli e Padova, e con agenti in tutta
Italia.
Ammontano a L. 481.600 le offerte pervenute, fino a metà maggio, per l’acquisto e il restauro dell’edificio da destinare
a sede della nostra Sezione. Sperando che ciò sia di incoraggiamento ad altri Soci e Gruppi della Sezione, ringraziamo i
seguenti offerenti che elenchiamo in ordine di ricevimento dei contributi:
Comm. Enot. Guido Curto, Dott. Antonio Carpenè, Prof. Italo Cosmo, Enot. Nino La Grassa, Gruppo di Pieve di Soligo, Avv.
Comm. Francesco Travaini (una successiva seconda offerta del vice presidente è derivata dal ricavo della vendita di
numerose copie della recente pubblicazione sullo scultore Brustolon), Cav. Giuseppe Fadelli, Prof. Giacomo Vallomy,
Socrate Pradal, Cav. Marcello Barale, Cav. Uff. Mario Salvador, Enot. Gio.Batta Zaino e Comm. Mario Gava (recentemente
deceduti), Dott. Massimiliano Momola, Giovanni Orubolo, Ditta Antoniazzi, Cav. Giovanni Daccò, Ing. Comm. Evangelista
Bressan, Gruppo di Soligo, Renato Brunello, Rag. Girolamo Di Gaspero, Sezione di Conegliano del Club Alpino Italiano,
Gruppo di Falzè di Piave, Sezione di Conegliano del Sodalizio Nazionale «Ragazzi del ‘99», Gruppo di Vazzola.
I seguenti Gruppi hanno trasmesso alla Sezione, con lo stesso scopo, il ricavo di lotterie indette tra i soci e di altre
iniziative: Barbisano, Collalto, Collalbrigo, Colfosco, Gruppo Città (ricavo della serata «canta naja»), Corbanese,
Falzè di Piave, Fontigo, Godega-Bibano, Ogliano, Orsago, Pianzano, Refrontolo, S. Fior, S. Lucia di Piave, Sernaglia
della Battaglia, Susegana, e Vazzola.
C’è pure chi già si interessa del decoroso arredamento della nuova sede e, infatti, un artistico ritratto di Cesare
Battisti è stato offerto dal Cavaliere di Vittorio Veneto Francesco Cielo, il più giovane volontario trentino nella
guerra 1915-18 (è del 1900!) che - inquadrato nella 3a compagnia dei reparti arditi «Fiamme Verdi», comandata
dall’allora capitano Ottavio Rolle - fu tra i primi a balzare al di qua del Piave il 29 ottobre 1918 venendo ferito ad
entrambe le braccia. Il dono - per il quale vivamente ringraziamo - è tanto più significativo in quanto Francesco Cielo
(combattente anche durante l’ultimo conflitto, attualmente iscritto alla Sezione di Venezia e «aggregato » alla Sezione
di Treviso) è stato fraterno amico di Cesare Battisti.
Il Cav. Giovanni Daccò - Presidente dell’ Associazione
Amici della Musica e del Corpo Bandistico «Città di Conegliano» - ci ha indirizzato per conoscenza il 4 maggio una
lettera di precisazioni in merito alla mancata partecipazione, all’adunata nazionale, di suonatori del predetto Corpo
Bandistico e della Banda municipale di Rua di Feletto; egli scrive tra l’altro che il giorno 10 aprile, sul giornale Il
Gazzettino, e successivamente sul giornale Fiamme Verdi, si dava l’annuncio ufficiale della costituzione di una fanfara
alpina al di fuori di questo Corpo Bandistico
Da parte nostra desideriamo chiarire che Fiamme Verdi ha pubblicato la seguente notizia desunta dalla segnalazione della
segreteria sezionale: «il consigliere Giovanni Mason è stato incaricato di reclutare fra i soci di Collalbrigo e di S.
Pietro di Feletto, i suonatori occorrenti per formare la fanfara che ci segnerà il passo all’adunata di Brescia». Non
abbiamo confermato - contrariamente a quanto appare nel Gazzettino - che si trattava di una fanfara a carattere duraturo
che (come scritto nel quotidiano) «esordirà in occasione del grande raduno alpino di Brescia» e che «dovrà diffondere e
propagandare il patrimonio musicale che esiste nella tradizione alpina».
Noi abbiamo solo reso noto l’incarico affidato a un consigliere per comporre una fanfara da portare a Brescia, e che
poteva quindi avere solo questo occasionale programma di attività. Che poi non sia stato possibile giungere a questo, e
che la responsabilità ricada su Tizio o su Caio, non è argomento che riguarda la redazione del nostro giornale
Nella sua seduta del 12 marzo il Consiglio Direttivo della Sezione ha accolto una proposta (la proposta... della
disperazione) avanzata da Battista Bozzoli che spera con ciò di avere il necessario aiuto nel disbrigo del lavoro di
segreteria: quella cioè di impegnare ogni Gruppo ad inviare a turno un proprio socio (possibilmente dattilografo) per
collaborare allo svolgimento delle varie pratiche.
Il «calendario» della corvée da aprile a settembre è stato così stabilito e comunicato ai Gruppi: Barbisano dal 7 al
10-4, Bibano-Godega dal 14 al 17-4, Conegliano-città dal 21 al 24-4, Collalbrigo dal 28-4 al 5-5, Colfosco dall’ 8 al
12-5, Collalto dal 15 al 19-5, Corbanese dal 22 al 26-5, Falzè di Piave dal 2-5 al 5-6, Fontigo dal 9 al 12-6, Mareno di
Piave dal 16 al 19-6, Ogliano dal 23 al 26-6, Orsago dal 30-6 al 3-7, Pieve di Soligo dal 7 al 10-7, Pianzano dal 14 al
17-7, Refrontolo dal 21 al 24-7, S. Lucia di Piave dal 28 al 31-7, S. Fior dal 4 al 7-8, S. Maria di Feletto dall’11 al
14-8, S. Pietro di Feletto dal 18 al 21-8, S. Vendemiano dal 25 al 28-8, Sernaglia della Battaglia dall’1
al 4-9, Soligo dall’8 all’11-9, Solighetto dal 15 al 18-9, Susegana dal 22 al 25-9, Vazzola dal 29-9 al 2-10.
E’ da osservare che una cosa è pelare patate (la classica corvée a carico dei consegnati), e ben diverso impegno è
quello di curare un ufficio di segreteria che richiede l’appropriato disbrigo della corrispondenza, l’esatto svolgimento
del tesseramento, i ben chiari rapporti con i Gruppi, la compilazione dì verbali e una quantità di altre cose per le
quali occorre una esperienza che non si acquisisce in pochi giorni e una continuità di prestazioni difficilmente
raffigurabile nella durata di quattro giorni (limitata magari a un’ora al giorno) e per di più ogni sei mesi.
L’utilità di simile corvée appare assai dubbia (almeno a chi scrive le presenti considerazioni) e il buon Bozzoli - che
da anni, e giustamente, va ripetendo che da solo non può farcela - si sarà già amaramente accorto che avere ben 25 «vice
segretari> in servizio rotativo serve a far ruotare tutt’altri aggeggi anziché le pratiche di segreteria.
Per iniziativa dì un Comitato, costituitosi presso la Sezione ANA di Gorizia, e di cui fanno parte altri Presidenti di
Sezioni ANA delle Venezie, verrà eretto un Monumento all’Artigliere Alpino nella nuova Caserma del 3° Art. Alp. a Gemona
del Friuli (Udine).
Il progetto è stato disegnato dall’Ing. Paolo Caccia Dominioni, colonnello del Genio Alpino, ben noto artista e
patriota. Il monumento consiste in una grande statua in pietra calcare del Carso, alta oltre due metri, raffigurante un
artigliere alpino con un’autentica bocca da fuoco del pezzo da 75/13.
Combattenti e Reduci di tutte le Armi, ed Artiglieri Alpini ed Alpini in particolare, siete invitati a mandare la vostra
offerta all’Assoc. Naz. Alpini, Sezione prov.le, Via Morelli 24, 34170 GORIZIA, con versamento diretto o tramite la
Cassa di Risparmio di Gorizia (conto corr. postale N. 24/17477, per l’accredito sul conto dell’ANA). I versamenti di
almeno L. 50.000 da parte di famiglie, Gruppi, Enti, ecc, prevedono l’iscrizione nella pergamena dei «Benemeriti», con
copia autenticata ad ogni interessato.
L’inaugurazione avverrà per SANTA BARBARA, 4 dic. 1970, oppure nella primavera 1971, con un Raduno Alpino triveneto.
Il Comitato pro Monumento al 3 Regg. Art. Alp., presso Sez. ANA, GORIZIA, dispone di una partita di libri del Prof.
Rocco, già tenente medico in Russia, «LA RAZIONE DI FERRO» e li cede, fino ad esaurimento, a L. 2.000 la copia più
eventuali spese postali.
Il libro riferisce le eroiche e tragiche vicende del Reparto durante la campagna di Russia, con 61 fotografie, 2 carte
geografiche e documenti originali, ed è una valida pagina della Storia della nostra Patria.
Una parte dell’importo è destinata al Monumento del 3° Art. Alp.
Il Consigliere nazionale dell’Ana Ten. Col. Alberto Piasenti - nostro vice presidente sezionale - è stato nominato
Commissario della Sezione di Conegliano dell’Associazione Nazionale Artiglieri d’Italia; l’incarico è stato conferito il
3 marzo scorso dalla Presidenza Nazionale dell’A.N.A. che ha accolto le dimissioni dell’Avv. Giovanni Bianchi al quale
va riconosciuto gran parte del merito per la ricostituzione e lo sviluppo assunto dalla sezione coneglianese degli
artiglieri in congedo.
Un nuovo gravoso compito è quindi entrato nello zaino del nostro vice presidente - coneglianese di adozione dopo aver
comandato la locale Sezione Staccata di Artiglieria, e ben noto per la sua prorompente oratoria da «ardito guastatore» -
per cui di cuore gli auguriamo un buon lavoro fecondo di soddisfazioni personali e di pur sicuri risultati concreti per
l’ulteriore prestigiosa affermazione della bella sezione degli Artiglieri che sempre volentieri vedremo fraternamente al
nostro fianco nelle cerimonie patriottiche.