NOTIZIE VARIE |
Settembre 1970 |
Le prossime manifestazioni
13 Settembre: Adunata sezionale a S. Fior.
20 Settembre: Adunata sezionale a Susegana.
20 Settembre: Manifestazione a Savana per l’inaugurazione del pennone portabandiera del restaurato monumento ai Caduti;
gara di tiro alla fune nel pomeriggio.
4 Ottobre: a Fietta di Paderno del Grappa: scoprimento di una lapide alla casa natale della Medaglia d’Oro Angelo
Ziliotto.
Oltre ad aver lasciato l’incarico di capogruppo di S. Lucia di Piave, il dott. Ariberto Messina ha chiesto di venire
sollevato da quello di consigliere sezionale a causa dei crescenti impegni derivanti dalla sua professione di medico.
Analoga richiesta, tra l’altro derivata dall’incompatibilità tra le due cariche ricoperte (consigliere e revisore dei
conti) è stata avanzata dal sempre attivo Renato Sartor che continua pertanto a svolgere l’incarico di revisore e di
addetto alle segnalazioni di stampa a L’Alpino.
Un vivo ringraziamento va indirizzato al dott. Messina per i molti anni di costruttiva dedizione per il progresso del
suo Gruppo e della Sezione, e a Renato Sartor della cui opera la nostra Sezione può ulteriormente beneficiare.
Dal luglio scorso sono subentrati nell’incarico di consiglieri secondo la graduatoria delle votazioni ottenute nell’
ultima Assemblea dei delegati - i soci Salvador Francesco (che è pure capogruppo di Mareno di Piave) e Barzotto Emilio
(consigliere del Gruppo di S. Fior). Con e nostre felicitazioni, auguriamo buon lavoro in seno al Consiglio direttivo.
In occasione dell’Adunata nazionale di Brescia, il nostro presidente comm. Guido Curto si è recato - col vice presidente
avv. Travaini - a rendere omaggio alla tomba di Enea Guarneri nel piccolo cimitero del natìo paese di Passirano.
Come abbiamo ampiamente pubblicato in un recente articolo, Guarneri era il comandante della 214a compagnia del
battaglione «Val Stura» del 2° Reggimento, della quale faceva parte anche l’allora tenente Guido Curto e che si immolò
quasi totalmente il 27 ottobre 1917 a Monte Cavallo Carnico nella qual occasione il nostro presidente venne catturato
unitamente al suo comandante.
Enea Guarneri - già capitano a 24 anni, con cinque ferite riportate in combattimento e due medaglie d’argento meritate
per il costante suo valore - venne internato nella fortezza di Aschak in Ungheria dove morì soffocato per il cedimento
del passaggio sotterraneo che stava scavando per tentare la fuga con i suoi compagni di prigionia.
Decorato di medaglia d’oro, Guarneri è ora sepolto nella tomba di famiglia, in un sarcofago sormontato da un busto in
bronzo che il nostro presidente ha trovato somigliantissimo alle sembianze del suo indimenticabile comandante.
Il Consiglio direttivo si è riunito il 16 luglio, ospite del Gruppo di S. Pietro di Feletto; la prossima seduta si
svolgerà presso il Gruppo di Vazzola.
L’iniziativa delle riunioni itineranti è opportuna perchè offre nel contempo la possibilità di un incontro con i soci
dei vari gruppi della Sezione. Altrettanto buona cosa consisterebbe nel segnalare, alla redazione di Fiamme Verdi, un
breve resoconto sulle decisioni assunte dal Consiglio direttivo sezionale: il nostro giornale dovrebbe servire anche a
questa doverosa informazione ai soci.
Tra le vittime dell’attentato vilmente compiuto nel dicembre scorso nella sede di Milano della Banca Nazionale dell’Agricoltura, c’è stato anche un socio della Sezione di Verbano: Eugenio Corsini - classe 1898, cavaliere di Vittorio Veneto, combattente col battaglione Val Toce del IV Alpini sul Carso, sul Pasubio e sul Grappa - alla cui memoria pure noi ci inchiniamo porgendo sentite condoglianze alla famiglia e alla Sezione di Verbano.
Durante l'ultima guerra fu protagonista di commoventi episodi in Russia e in Albania.
All’età di trentatré anni è morto nella caserma del battaglione degli alpini Trento a Monguelfo, il mulo Facco, che
molti reduci della Russia e dell’Albania ricordano come protagonista di episodi commoventi durante l’ultima guerra
mondiale, a fianco delle «penne nere».
I muli in dotazione alle truppe alpine vengono solitamente venduti all’asta all’età di 16-18 anni, quando, cioè, non
possono più svolgere le loro mansioni e, normalmente, vengono poi macellati.
Facco tuttavia è rimasto in caserma, dato il suo glorioso passato.
Il mulo ebbe notorietà fra gli alpini quando nel 1940, guidò da solo - dopo che il suo conducente era stato colpito a
morte da una scheggia - una colonna di rifornimenti in Albania. In Russia si guadagnò ugualmente la riconoscenza delle «penne nere»
durante la traversata del bosco di Comil (il cosiddetto «bosco degli agguati») e, durante la ritirata, quando, alla
testa di un reparto di salmerie, trascinò una slitta carica di feriti.
Rappresentanze dì numerosi nostri Gruppi hanno presenziato alla Giornata dell’Artigliere, svoltasi il 14 giugno al
monumento ossario di Nervesa, e nel corso della quale la sezione artiglieri di Conegliano - guidata dal nostro ten. col.
Alberto Piasenti - ha fatto dono, al Comune di Nervesa, di due cannoni della guerra 1915-18.
Dopo la Messa celebrata dall’ex cappellano militare don Angelo Campagnaro, ha parlato il ten. col. Piasenti per
illustrare il significato dell’offerta dei due cimeli di guerra e gli ha risposto, ringraziando, il sindaco avv. Giulio
Tartini.
Il discorso ufficiale è stato tenuto dal sen. Paride Piasenti il quale ha rievocato l’apporto dell’artiglieria per il
buon esito della titanica lotta svoltasi tra le balze del Montello e che venne coronata dalla conclusiva apoteosi di
Vittorio Veneto.
Tra le numerose autorità presenti sono stati notati il gen. Barbasetti di Prun comandante della Divisione «Folgore» e
intervenuto anche in rappresentanza del comandante del V Corpo d’Armata gen. Galateri di Genola, la M.O. gen. Felice Tua
comandante della Zona militare, il gen. Di Tondo dell’Artiglieria «Folgore»‘, il vice presidente nazionale
dell’Associazione artiglieri gen. Olivetti, e molte altre autorità locali.
La cerimonia si è conclusa con la consegna di onorificenze e di attestati di benemerenza ad ex combattenti ed artiglieri
meritevoli.
La scarsità di mezzi finanziari già comporta - da questo numero - la riduzione della periodicità di Fiamme Verdi da
bimestrale a trimestrale. Pazienza, verranno tempi migliori.
Ci sono però due impegni di rilevante interesse che non possono venire trascurati nemmeno sotto l’aspetto finanziario e
che non possono venire dilazionati: l’acquisto del fabbricato e il conseguente adattamento a sede della Sezione, e
infine il restauro della Chiesetta della Madonna della Neve.
Qualche offerta si è aggiunta per la generosità di altri soci e simpatizzanti - oltre a quelli che abbiamo elencato nel
precedente numero - ma di soldi ne occorrono ancora parecchi.
Ci rivolgiamo quindi alla sensibilità dei Gruppi e dei Soci, particolarmente quelli più abbienti, affinché
contribuiscano in modo efficace alla soluzione del duplice problema.
Ricordate che l’acquisizione della sede è indispensabile per un più razionale funzionamento delle pratiche di ufficio e
per essere un vero centro di incontro e fonte di una seria organizzazione sezionale; quello del restauro della chiesetta
è un impegno che ci siamo assunti in nome dei nostri Caduti e che pertanto non ammette alcuna revoca o rinvio.
I reduci del 32° Battaglione Mortai da 81 - che fece parte della bella Divisione «Marche» - si sono riuniti il 3 maggio
a Pedavena per il loro 17° convegno al quale hanno partecipato anche numerosi reduci dell’altrettanto glorioso 55°
reggimento trevigiano.
Dopo la celebrazione della Messa nella locale chiesa parrocchiale, è stato eseguito per la prima volta l’Inno dei Reduci
del 32° Mortai composto dal col. Carelli e musicato dal m° Fermi; l’inno è denominato «La Sagra di Maggio», dallo stesso
nome dell’annuale raduno di questi fieri reduci tanto cordialmente organizzati.
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La nuova sezione degli artiglieri in congedo di Moriago è stata ufficialmente costituita nel corso di una manifestazione
svoltasi il 9 agosto con l’intervento - oltre che del sindaco cav. Olivo Giotto che è pure presidente della nuova
sezione - del gen. Dal Fabbro presidente regionale degli Artiglieri (e consigliere nazionale dell’Ana), il magg. Attilio
Innocente presidente provinciale con il segretario cav. Luigi Grespan. Madrina del labaro è stata la vedova
dell’artigliere e benemerito cittadino cav. Lodi Rizzetto.
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Una sezione di artiglieri è pure sorta a Riese. La cerimonia di benedizione del labaro - del quale è stata madrina la
signorina Maria Teresa Bonin, figlia del presidente della nuova sezione Giovanni Bonin
Si è svolta nel maggio scorso con l’intervento del presidente provinciale magg. cav. Attilio Innocente e gran numero di
artiglieri in congedo giunti da varie località della provincia. Il programma comprendeva la Messa nella chiesa
parrocchiale con la benedizione del labaro, la sfilata fino al monumento ove è stata deposta una corona d’alloro, e il
discorso ufficiale pronunciato dai presidente provinciale.
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Domenica 24 maggio è stato inaugurato a Fontanelle il monumento ai Caduti; erano presenti l’on. Francesco Fabbri, il
dott. Conte in rappresentanza del prefetto, il col, Dell’Olio presidente provinciale dei Combattenti e reduci, il
capitano Venturi comandante la Compagnia CC di Conegliano, il sindaco di Oderzo avv. Feltrin, ufficiali del Terzo
Missili di stanza nella zona, lo scultore Carlo Balliana autore dei pannelli che decorano il monumento, rappresentanze
di molte associazioni patriottiche e scolastiche.
La Messa è stata celebrata dal parroco don Pietro Zanardo il quale ha benedetto il monumento mentre un picchetto di
bersaglieri presentava le armi; hanno parlato il sindaco Aurelio Maronese, il col. Dell’Olio dell’Ancr e Giuseppe
Baratella.
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Domenica 2 agosto si è svolta l’annuale festa a Cima Grappa, in occasione del 70° anniversario della prima collocazione
della Madonnina che venne poi mutilata dalle esplosioni il 14 gennaio 1918. A suffragio dei Caduti, le cui spoglie
riposano nel monumentale ossario, sono state celebrate numerose messe tra cui una da parte del vescovo di Vittorio
Veneto mons. Cunial che fu cappellano degli alpini nel corso dell’ultimo conflitto.
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Dopo il rifacimento della piramide dedicata agli Arditi ed eretta nella piazza di Salettuol di Maserada - e che era
stata irrimediabilmente danneggiata dall’alluvione del novembre 1966 - è in corso il totale ripristino dell’obelisco,
alto sette metri e poggiante su un grosso blocco di cemento a gradoni, che ricorda i Caduti della 7a divisione inglese
che fu in linea a Salettuol nel giugno e nell’ottobre del 1918; anche questo monumento aveva subito danni gravissimi per
l’accennata piena del Piave. Oltre che con il contributo del Ministero degli Interni e del Comune di Maserada - che ha
tra l’altro provveduto alla completa sistemazione della piazza - a lodevole conclusione dell’opera di riatto è in corso
con l’aiuto di una squadra di militari della Divisione «Folgore».
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Nel luglio scorso la vetta del Monte Bianco (m. 4310) è stata scalata - nell’ambito di una esercitazione collettiva - da
un centinaio tra alpini ed altri militari di truppe da montagna francesi e tedeschi. I nostri alpini della scuola
militare di Aosta avevano prima at traversato il ghiacciaio del Miage e, dopo il bivacco al rifugio Go- nella,
proseguirono per la cresta di Bisnassay scendendo infine alla Capanna Vallo (m. 4362) dove si incontrarono, per l’inizio
dell’impresa, con i tedeschi del 231° battaglione e con gli chasseurs des Alpes francesi.
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Domenica 26 luglio è stato inaugurato - a Cadin d’Ambata, a quota 2240 del Gruppo del Popera - il bivacco che la sezione
padovana del CAI, in collaborazione con la Fondazione «A. Berti» - ha voluto realizzare a ricordo del coneglianese dott.
Carlo Gera che fu bravissimo arrampicatore giungendo ad aprire nuove vie di scalata. La costruzione è stata facilitata
dal trasporto, gentilmente effettuato con elicotteri del IV Corpo d’Armata, degli occorrenti materiali prefabbricati; il
bivacco dispone di nove posti ed è stato offerto dalla Famiglia Gera.
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Sotto gli strapiombi dello Spiz - sopra Forno di Zoldo - è stato completato in luglio il montaggio di altro bivacco
intitolato al giovane studente universitario coneglianese Gian Mario Carnielli, esemplare appassionato della montagna e
prematuramente scomparso. L’opera è stata voluta dal CAI di Conegliano, ed è stata realizzata con la determinante
collaborazione degli allievi della Scuola alpina delle Fiamme Gialle di Predazzo al comando del col. Valentino.
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Con una simpatica cerimonia che ha visto riuniti i dirigenti della Sezione alpini di Treviso, sono state consegnate il
28 agosto le insegue di Commendatore dell’Ordine al merito della Repubblica a Padre Carlo Marangoni, il cappellano
sezionale ovunque noto per le opere da lui realizzate a ricordo delle vittime militari e civili di guerra. Come semplice
alpino fu in Libia con Cantore (dal quale ebbe un solenne encomio) e partecipò ad altre tre campagne di guerra,
naturalmente compresa quella del ‘15-18.
Era pure presente il Gen. M.O. Felice Tua, comandante la Zona militare, con il Col. W. Sugana; numerosi i messaggi
pervenuti per l’occasione da parlamentari ed autorità locali. Ha rappresentato la nostra sezione il prof. Mario Altarui
il quale ha fatto omaggio al simpatico neo commendatore, di un volume sull’opera eroicamente svolta dal francescano
vescovo di Treviso mons. Andrea Longhin nel corso dell’ultimo anno della guerra 1915-18.
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Il 20 settembre verranno consegnate numerose onorificenze di Vittorio Veneto ad ex combattenti residenti a Conegliano.
Tra i nuovi Cavalieri della Vittoria sono numerosi i nostri soci, per cui ne diamo l’elenco completo con le cordiali
felicitazioni della nostra Sezione:
Bet Guido, Bottelli Arturo, Brunetta Ruggero, Cettolin Giovanni, Chinellato Giovanni Battista, Colussi Angelo, Comuzzi
Attilio, Da Ros Umberto, De Martin Vittorio, Foltran Angelo, Gava Francesco, Marcuzzo Giovanni, Modolo Sante, Petuzzo
Amedeo, Poeta Sigismondo, Rocco Sante, Santin Angelo, Serafini Sebastiano, Steffan Tito, Tandura Giuseppe, Toffoli
Giuseppe e Vidoni Giacomo.
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Il diciannovenne Giorgio Uber di S. Giovanni Lupatoto, reo confesso (unitamente a Gian Antonio Ballan e Pier Alberto
Versini) di aver strangolato con una calza di nailon il sordomuto Renzo Pavini per rapinarlo di 44.000 lire e gettandone
poi il cadavere nell’Adige, tempo addietro era stato ammonito dal maresciallo della Stazione carabinieri del suo paese,
il quale tra l’altro gli disse: «Fra poco andrai alla visita di leva, chissà che tu non metta la testa a partito»;
Giorgio Uber, i cui «scrupoli» contro ogni violenza sono stati così clamorosamente smentiti, gli rispose: «Me non mi
beccano, perchè farò l’obiettore di coscienza».
Il cav. Francesco Cielo - che nel precedente numero abbiamo ringraziato per l’omaggio che egli ha voluto fare alla
Sezione di un artistico ritratto di Cesare Battisti, e che avevamo definito amico fraterno dell’Eroe - desidera
precisarci di aver conosciuto Battisti ma di non essere stato «fraterno» amico per via dell’età:
Battisti era del 1875 e il cav. Cielo è del 1900 (e con molta probabilità è il più giovane cavaliere di Vittorio Veneto
degli irredenti trentini). Naturalmente intendevamo riferirci più alla fraternità alpina (che non conosce differenze di
età) che alla cordialità di rapporti che maggiormente contraddistingue l’amicizia tra coetanei. Il cav. Cielo (che
comunque conobbe assai bene i familiari di Battisti tra cui il figlio Gigino) si reca ogni anno - il 12 luglio,
anniversario del martirio di Battisti e Filzi - al castello del Buonconsiglio. Quest’anno ha potuto constatare che
l’opera di smantellamento della sala del tribunale, ove venne decretata la condanna, è continuata sebbene l’on. Ferrari
Aggradi avesse disposto - nel periodo in cui era ministro della Pubblica Istruzione - di ripristinare l’ambiente nella
sua originaria caratteristica,
Oltre a segnalare che la strada che conduce all’Acropoli Alpina è tuttora chiusa al traffico per il pericolo di una
frana (che pare facilmente rimediabile sia dal punto di vista tecnico che da quello finanziario), il cav. Cielo ci
fornisce una interessante notizia. Sembra che gli ex combattenti austriaci - i quali ottennero con sollecitudine la
pensione di combattenti, in quanto sono poi diventati italiani - si siano radunati all’albergo Everest per un allegro
pranzo nel corso del quale hanno cantato l’inno dell’impero tedesco; tra questi uno, in vino veritas, avrebbe affermato
di aver ucciso quattro prigionieri italiani ad Innsbruck. E intanto molti nostri ex combattenti - che malgrado tutto
ancora inneggiano al Tricolore - aspettano la pensione che i loro ex nemici, con i soldi italiani, già si stanno
beatamente godendo.