BOSCO DELLE PENNE MOZZE |
Dicembre 1971 |
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Alcuni anni or sono il nostro giornale ha dato l’annuncio di una iniziativa intesa ad onorare tutti gli Alpini,
Artiglieri da montagna ed appartenenti ad altre specialità alpine che - nati in provincia di Treviso - lasciarono la
vita in guerra e per la difesa dei confini: dalla battaglia di Adua dell’1 marzo 1896 (ove caddero numerosi trevigiani
tra cui gli alpini Antonio Benincà da Follina, Giuseppe Faraon da Tarzo, e Cesare De Negri da Vittorio Veneto) al
recente attentato a Forcella di Cima Vallona che costò il sacrificio del bocia del «Val Cismon» Armando Piva da
Valdobbiadene.
Il motivo è duplice.
Anzitutto per giungere alla compilazione del completo elenco delle Penne Mozze della provincia di Treviso in quanto ciò
appare doveroso per noi alpini che nel nome dei Caduti basiamo le nostre idealità e le frequenti rievocazioni ma che non
siamo in grado di dire, nell’ambito provinciale e nemmeno sezionale, quanti e chi sono questi nostri fratelli morti per
la Patria.
Lodevolissima eccezione è rappresentata dal Gruppo di Arcade che già da tempo ha provveduto ad accertare le proprie
Penne Mozze, e dai Gruppi di Spresiano e di Musano che - a seguito dell’annunciata iniziativa - hanno recentemente
compilato l’elenco dei propri Caduti, alla qual occorrenza è pervenuto quasi totalmente pure il Gruppo di Cison di
Valmarino. Anche il Gruppo di Pieve di Soligo ha assicurato ai promotori di poter rilevare i nominativi per la zona di
propria competenza.
Riprenderemo l’argomento tra poco, dopo aver fornito altre notizie in merito al Bosco per la cui realizzazione è stato
costituito un Comitato presieduto dal direttore del nostro giornale, e che rappresenta il secondo motivo
dell’iniziativa, conseguente a quello della formazione del ruolino delle Penne Mozze. Per a scelta della località più
idonea sono stati interessati alcuni sindaci dei Comuni situati nella fascia collinare della provincia, trovando in
ognuno una cordiale comprensione e il migliore apprezzamento. Era necessario disporre di un terreno idoneo per
conformazione (tale da far apparire con chiara evidenza il Bosco) e di assicurata durevole destinazione, oltre che di
agevole accesso per i visitatori.
E’ stato anzitutto per interessamento del cav. rag. Marcello De Rosso - dinamico sindaco di Cison di Valmarino - che è
stato possibile assicurare alla iniziativa un panoramico promontorio in valle San Daniele sul quale, alcuni anni or
sono, il locale Gruppo alpino ha eretto un artistico crocifisso e il pennone per la bandiera; in tale occasione venne
collocata anche una piccola lapide con la dedica a ricordo delle Penne Mozze. La scelta, considerato pure lo spirito e
l’esemplare dedizione di tutti gli alpini di Cison, apparve subito favorevolissima.
L’Amministrazione comunale di Cison ha provveduto a far asfaltare l’ampio spiazzo situato dinanzi al sentiero gradinato
che porta al dominante Crocifisso di dove inizia il terreno destinato a raccogliere le piante e le croci e sul quale gli
alpini di Cison già stanno alacremente lavorando per tracciare i sentieri.
Piante e croci abbiamo detto. L’opera sarà infatti rappresentata - oltre dal rimboschimento per il quale il Comitato ha
ottenuto il pronto e cordialissimo interessamento dell’Ispettorato Dipartimentale delle Foreste - dalle croci che
verranno collocate per ogni pianta e che recheranno incise le generalità di ogni Penna Mozza con indicazione del paese
di nascita, il reparto di appartenenza e il luogo e data della morte.
Ed ecco che si ritorna a parlare di nomi.
E’ evidente che ciò rappresenta una delle difficoltà di
maggiore rilievo. Lo dimostra il fatto che l’accennata raccolta dei nomi è stata possibile solo presso un numero assai
limitato di Gruppi alpini della provincia. Per lo stesso motivo era stata da taluni avanzata l’ipotesi dell’estrema
improbabilità - specialmente per i Caduti della guerra 1915-18 e precedenti - di poter comporre l’elenco compromettendo
pertanto la finalità dell’esposto programma.
Allo scopo di avere un dato orientativo sull’entità complessiva dei Caduti, i responsabili dell’iniziativa hanno allora
deciso di provvedere alla raccolta di quelli riguardanti la guerra 1915- 18 e che è stata recentemente completata in
modo che una parte rilevante delle croci potrà venire collocata entro un tempo più o meno breve compatibilmente con le
disponibilità finanziarie.
Le croci dovranno venire necessariamente realizzate con materiale durevole e la dicitura indelebile. Alcune soluzioni
sono già state esaminate; se qualcuno ha dei suggerimenti in proposito è evidente che essi giungeranno assai graditi.
Per la data dell’inaugurazione - e in ogni caso nell’anno centenario della fondazione del Corpo degli Alpini - verranno
messe a dimora tutte le piante (2800-3.000) in modo che il Bosco viene ad essere fondamentalmente costituito. Per la
stessa epoca si ritiene di poter collocare almeno duecento croci, oltre alla lapide di dedica e significativi cimeli di
guerra.
Le croci verranno sistemate in modo da riunire - per ogni conflitto - il ricordo delle Penne Mozze di ciascun Comune
della provincia la qual soluzione renderà agevole la visita da parte dei Gruppi e dei familiari dei Caduti.
E’ nei programmi del Comitato di indire ogni anno un raduno provinciale al Bosco; durante il rito religioso - come pure
per la cerimonia inaugurale - verrà data lettura dei nomi (con i relativi dati anagrafici) delle Penne Mozze le cui
croci verranno annualmente collocate.
L’Albo, contenente tutti i possibili dati di ogni Caduto, verrà presumibilmente conservato nel piccolo oratorio di S.
Antonio che sorge a poche decine di metri dall’accesso al Bosco.
Anche di altre manifestazioni verranno successivamente
forniti dettagliati ragguagli. L’essenziale è che tutti i Gruppi della provincia di Treviso si sentano interessati a
tale iniziativa per la quale i più elevati dirigenti nazionali dell’ANA hanno da tempo espresso il proprio incoraggiante
parere favorevole. Sarebbe veramente deludente se il Bosco non ottenesse questa accresciuta coesione tra tutti gli
Alpini vivi della Provincia e se non venisse a rappresentare un sublime luogo d’incontro, almeno una volta all’anno,
delle rappresentative di tutte e Sezioni della Marca; e se il pensiero delle Penne Nere trevigiane non convergesse verso
questo monumento fatto di piante vive e di Alpini morti.
Gli ammirevoli soci del Gruppo di Cison stanno già dando prove di una dedizione esemplare. Anche il Comitato -
necessariamente ristretto per rendere più sollecite le consultazioni e le decisioni - è una emanazione di tale Gruppo
della Sezione di Vittorio Veneto, ma essi lavorano per creare un’opera il cui merito si riflette su tutte le Sezioni e
su ciascun socio della provincia.
Il Comitato confida anzi sulla collaborazione di tutte le Sezioni e i Gruppi per le ricerche e l’aiuto che il vasto
programma richiede nei non pochi anni necessari per la completa attuazione.