LUIGIA RICOLDO BATTISTELLA |
Settembre 1971 |
Fino ad alcuni decenni or sono lo statuto della nostra
Associazione contemplava una particolare categoria di soci: quella delle Patronesse, alla quale venivano prevalentemente
iscritte le spose degli alpini che prestavano all’Associazione ogni possibile interessamento collaborando attivamente
per risolvere i problemi organizzativi presso le sezioni e i gruppi.
Questa norma non è più in atto ma - anche se talvolta brontolano per gli impegni alpini dei mariti - le nostre buone
fémene ci sono molto spesso d’incoraggiamento e di aiuto. Non si limitano a sopportare l’assenza del marito che con gli
amici sta preparando il raduno o discutendo un programma di gita o di altre realizzazioni; effettivamente lavorano per
queste attività dell’ANA, e le loro case sembrano spesso un presidio dì indaffaratissimi alpini.
Sono molte queste donne benemerite dell’ANA, ma tra tutte una delle più ammirevoli e benvolute era la signora Luigia
Ricoldo Battistella, la buona indimenticabile consorte del nostro capogruppo di Pieve di Soligo, che ha cessato
improvvisamente di vivere tra lo strazio del cav. Alfredo e dei figlioli Mario e Carla.
Una perdita dolorosissima anche per tutti coloro che ebbero la fortuna di conoscere, della signora Battistella,
l’esemplare bontà, l’evidente smisurato affetto per la sua famiglia, la spontanea e sincera cordialità verso chiunque
entrava nella sua casa.
Ore e intere giornate abbiamo trascorso nella villa che domina dal Col de Fer e che il buon Alfredo volle realizzare
proprio per ripagare la sua amata sposa della preziosa collaborazione e dell’incoraggiante sostegno morale che furono
determinati per la sua affermazione nel lavoro. Oltre che per la bravura tecnica del titolare, le industrie Battistella
sono state create con iniziali modeste risorse finanziarie ma con le fondamentali componenti della laboriosità di
Alfredo e dal costruttivo amore della signora Luigia.
Noi alpini sapevamo di trovare in casa Battistella due veri Amici: anzi, come una mamma e un papà se giovani, come una
sorella e un fratello qualora - come tanti di noi - gli anni ci abbiano portati all’età matura.
Questo riposante incantesimo è stato repentinamente compromesso anche se è di perdurante conforto l’amore che oltre
misura la signora Luigia ha trasfuso nel marito e nei figli, e la stima che ognuno meritatamente le serbava.
*
Più d’uno ha scritto alla nostra redazione per ripetere alla famiglia Battistella le proprie espressioni di compianto e
di conforto; riportiamo il brano che col titolo di «Arrivederci Signora Battistella» ci è stato trasmesso per la
pubblicazione dal vice presidente della Sezione, e consigliere nazionale dell’ANA, ten. col. Alberto Piasenti:
Eravamo in parecchi quella domenica 22 agosto ad accompagnare la Signora Battistella alla sua ultima dimora.
Si era preoccupato l’amico Alfredo, che la piena stagione delle ferie, non permettesse un accompagnamento degno della
persona tanto amata, ma i fatti hanno dimostrato il contrario.
E sono venuti in parecchi, da città balneari e da lontani posti di lavoro per rendere omaggio alla consorte di uno dei
nostri più cari amici. E fiori e corone e cuscini, hanno testimoniato quanto Ella fosse benvoluta, amata, conosciuta per
la sua bontà, per la sua carità.
Bene ha detto il sacerdote durante le esequie: Anima degna del Paradiso, perchè alla sua dolcezza accomunava un animo
caritatevole, pietoso e generoso verso tutti i sofferenti.
Ed Ella è stata l’esempio della sofferenza, della sopportazione e della rassegnazione. Ha sopportato in silenzio le sue
afflizioni per non angustiarti Alfredo, per lasciarti sereno al tuo lavoro, ai tuoi alpini e forse tu non te ne sei
nemmeno accorto di questo suo lungo patire e di questo suo interno logorio.
No Alfredo! Non è un appunto questo, è una
esaltazione all’amore di una sposa, è l’osanna all’adorazione di una madre.
Scusa se ti do del tu, che tante volte ti ho proposto darmi e che tu nella tua integrità morale non hai mai voluto
ricambiare.
Ti do del tu perchè mi sembra che in questi momenti di angoscia, la parola sia più facile, l’espressione di dolore più
completa, le lacrime che ho versate col tuo abbraccio siano più calde.
I tuoi alpini l’hanno scortata al cimitero, i tuoi figli sconsolati l’hanno seguita, i tuoi operai l’hanno a braccia
trasportata, la popolazione l’accompagnava ammutolita. C’è stata tutta la tua vita in ciò, la famiglia, il lavoro, la
tua passione di alpino, la comunità.
La tua figliola ha trovato nelle lacrime lo sfogo al suo dolore, Mario covava nel cuore l’atroce realtà senza riuscire a
liberarsi in uno spasmo di pianto.
Ma Ella non è morta, Alfredo. Ella vive e vivrà nel cuore di tutti quelli che ha amato, assistito, beneficiato e
stimato, nel cuore degli umili e dei bisognosi. La sua immensa carità verso tutti i sofferenti, la sua generosità per
tutte le miserie umane che ci circondano, la Sua comprensione per i tuoi e suoi alpini, le hanno fatto acquisire il
diritto di sedersi ai piedi dell’Altissimo e impetrare per noi poveri mortali la serenità e la pace.
Coraggio Alfredo! fatti animo, sii forte e sopporta con rassegnazione questa croce; hai due figli che saranno la tua
soddisfazione. Su loro veglierà dall’alto e li sorreggerà nelle traversie della vita la loro adorata Mamma, a cui tutti
noi tuoi amici che ti vogliamo veramente bene, uniti ai sofferenti che Ella ha assistito, volgeremo il nostro pensiero e
il nostro cuore commosso dicendo: «Arrivederci Signora Battistella».