ADUNATA TRIVENETA |
Dicembre 1972 |
Seduta di Consiglio del 20 settembre.
Parla il Presidente Comm. Curto:
«La nostra festa per l’inaugurazione della Sede e la cerimonia per le Madrine è riuscita benissimo. Siete soddisfatti»?
Chiede la parola e si alza il Presidente del Comitato organizzatore per dire: NO
Meraviglia generale. Del resto era l’unico che potesse
dire qualche cosa, avendo con i suoi collaboratori studiato, predisposto, previsto tutti i più minuti particolari,
compreso il chiodo per l’apposizione della corona alla targa del 7° Alpini.
NO! Perchè? Ecco quindi la ragione di queste note in margine all’adunata.
- Il sabato mattina 2/9, viene in sede un Maggiore del Presidio di Vittorio Veneto, per dirci che la banda degli Alpini
può sfilare solo con reparti militari - per disposizioni superiori - e perciò non con noi. Dopo aver studiato
l’incolonnamento del corteo, questa notizia è stata una doccia non fredda, ma ghiacciata. E allora che si fa? Modifica
alla sfilata, spostamento delle bande, cambi all’ultimo momento e segnalazioni urgenti ai preposti, agli incaricati,
ecc. Un caos.
- Sabato pomeriggio era stato previsto un orario preciso per la posa della corona alla targa del 7° Alpini, se non ché
le Autorità - caso strano - sono arrivate 20 minuti prima. E allora si fanno aspettare? No! certo. La cerimonia ha
inizio perciò con anticipo, con la conseguenza che arrivati poi in Piazza Beccaruzzi per l’inaugurazione della Sede, la
Banda cittadina non c’era, cosicché in attesa che arrivino i musicisti ci siamo guardati tutti in viso perplessi non
sapendo che fare. Finalmente...
- Domenica mattina:
ALZA BANDIERA - ai pennoni della Gradinata degli Alpini le bandiere salgono lente e solenni.
Picchetto «Presentat’arm» la banda intona l’attenti; Generali, Ufficiali, pubblico sull’attenti, in posizione di saluto,
busto eretto, pancia in dentro, ma l’alpino preposto all’alzabandiera al Monumento dei Caduti, non si fa vedere. Si
precipita il Presidente del Comitato per sopperire a tale contrattempo e con un certo nervosismo tira la funicella
d’acciaio della Bandiera. La funicella si rompe, si sfila dalla carrucola, cade, riduce in piaga un dito dell’incauto;
la bandiera investe e copre il poveraccio che vedeva i suoi improperi ed eresie.., onorati dal saluto degli Ufficiali e
dalle note dell’Inno di Mameli.
- Le Autorità sono invitate a salire sul palco. Il palco c’è e l’addobbo pure, ma la scaletta è sparita. Cosa è
successo? Qualcuno di notte l’ha rubata per chissà cosa farne. Gli Ufficiali, abituati alle scalate, senza chiodi e
senza funi, danno l’assalto al palco, ma per le Signore? Qualcuno si godeva da sotto lo spettacolo delle Signore
arrancanti sui tubi innocenti, pensando che dopo tutto forse quello era uno spettacolo più attraente. Finalmente arriva
una sedia e...
- Altare per la Messa in Piazza Cima. Diramazione delle fotocopie della piazza con perfetta e precisa ubicazione
dell’altare, del Gonfalone e Labaro, Autorità, invitati, banda Alpina e Picchetto, gagliardetti dei nostri Gruppi e
Madrine, labari, bandiere, gagliardetti ospiti, alpini, ecc. Tutto, insomma studiato tutto. Incaricati perfettamente
edotti e pronti per indicare ed accompagnare.
All’ultimo momento.., colonne già in marcia, contrordine. La Messa si fa sotto il porticato del Duomo.., ma chi l’ha
detto? E perchè?
E così in Via XX settembre il... caos, Credo e sono convinto che la ritirata di Caporetto abbia creato minor baraonda e
confusione. Tutti i possibili interrogarivi si susseguono: E io dove vado? E noi dove ci sistemiamo? E Picchetto e banda
dove li mettiamo? ecc. ecc. Finalmente, conclusa la Messa, la cerimonia riprende in Piazza Cima dove tutto si svolge
perfettamente come programmato.
- La Sede si inaugura, ma all’ultimo momento ci accorgiamo che non abbiamo provveduto a scegliere la Madrina che
sorregga vassoio, forbice da offrire all’autorità inaugurante. Ci toglie da questo imbarazzo e sti offre molto
gentilmente la Signora del Ten. Col. Piasenti che soccorrendoci per tale nostra imprevidenza, diventa così «de facto et
de jure» la Madrina della Sede della Sezione di Conegliano.
- Il solito deficiente di turno, come scrisse il Generale Rasero su «Quota Zero», c’è stato anche a Conegliano. Costui
guardando i nostri striscioni:
«SERVIRE LA PATRIA E’ LA PIU’ ALTA ESPRESSIONE DELLA DIGNITA’ DELL’UOMO»
MIGLIAIA DI PENNE NERE, MA UN CUORE SOLO, UN CUORE PER L’ITALIA»
ha commentato dicendo che sono frasi di tempi passati, frasi droganti, che stiamo ritornando verso il fascismo, ecc.
Vorrei dire qualcosa di grosso, ma...
«NO COMMENT».
- Tutti ammirano la nostra sede: bello questo... magnifico quello.., cosa avete speso... chi vi ha dato quell’altro...
ecc. Poi si precipitano a mettere la firma sul registro degli ospiti, preoccupandosi che il fotografo li prenda bene,
con buona luce ed inquadratura e non leggono la prima pagina del volume dove è scritto in carattere gotico:
NEL 1° CENTENARIO DELLE TRUPPE ALPINE - INAUGURANDOSI LA NUOVA SEDE - GLI ALPINI DEL 7° - VALERIANO, SANTE MARIO,
GABRIELE - PER ONORARE IL PADRE - DE MARCHI TOMASO - ALPINO DEL 7°, CLASSE 1898 - CAVALIERE DI VITTORIO VENETO - E
COMBATTENTE DEL GRAPPA - Ai visitatori per la firma a ricordo - e memoria - OFFRONO.
Questa dedica piena di amore, di dedizione e di sentimento doveva essere letta prima di apporre la firma.
- I chioschi - checché ne dicano i maliziosi - hanno reso bene, le cartoline con annullo postale hanno reso bene; i
bicchieri serigrafati hanno reso bene; le targhe metalliche con cappello alpino e didascalia del centenario, sono state
una fregatura.
Pensavamo di creare qualche cosa di nuovo, sostituendo la solita usuale medaglietta facilmente smarribile e molto spesso
abbandonata in un cassetto, con una targa di bella presentazione con possibilità di appenderla, o incorniciarla con
sfondo di velluto verde, o come fermacarte, invece.., che fiasco!
- Abbiamo avuto parecchi aiuti finanziari e di materiali. Elencarli tutti sarebbe un problema, col rischio sempre
possibile di saltarne qualcuno.
Sia a colui che ha dato tanto sia a quello che ha dato poco, vadano i sensi della nostra gratitudine e della nostra
sincera riconoscenza.
- Un cordiale pensiero e un sincero saluto rivolgiamo al Consigliere della Sezione A.N.A. di Roma, alpino Bresciani
Luigi per la sua gradita presenza a Conegliano e altrettanto con affettuosa cordialità alpina facciamo ai rappresentanti
del Canada e del Brasile.
Citiamo per ultimo la Ditta Piccin per le sue prestazioni negli impianti di diffusione e sonori, il cui incaricato
correva disperato con cassette, valigie, borse e bauli per portare da un capo all’altro microfoni e altoparlanti, per
adattarli ai capricci di quelli che ci hanno rotto... zitta, lingua maligna.
Queste note servano da suggerimento e indicazione, per fare in altre occasioni sempre meglio e non ricadere in questi
diciamoli contrattempi e trarne senza malizia insegnamento, onde rimediare con prontezza agli imprevisti e superarli con
serenità e con un po’ di quella filosofia che ci insegnano i nostri… muli.
A. Piasenti