FIAMME VERDI |
Gennaio 1974 |
Il nostro caro giornale «FIAMME VERDI» vive ore di difficoltà e di tristezza. Cosa strana di questi tempi, la crisi non
dipende da una situazione finanziaria precaria, ma dall’impossibilità di continuare ad avere come «Direttore
Responsabile» lo zelante, fattivo, instancabile, appassionato prof. ALTARUI cav. uff. Mario.
I suoi impegni sono tali, tanti e così onerosi che non può materialmente più seguire la redazione del nostro giornale di
cui era l’anima, il redattore, il correttore, l’amministratore, il distributore ed il capro espiatorio se qualche cosa
non andava diritto. Insomma era tutto lui.
Ed ora? Questo è un punto interrogativo molto grosso, in quanto non c’è nessuno tra noi che abbia la tessera di
giornalista, che occorre avere per essere direttore di giornale, che abbia la pratica dell’impaginazione e distribuzione
degli articoli, che abbia il tempo, ma soprattutto la passione che Altarui ha dimostrato in tanti anni.
Come faremo?
E’ giusto privarci di un giornale che portava ai posteri e alla storia della Sezione, tutte le nostre attività e
tramandava ai giovani il nostro entusiasmo e la nostra passione? Non è giusto! Ma d’altra parte non si può fare
diversamente se non c’è l’elemento che si sobbarchi gli oneri gravosi, che si è sobbarcato per anni l’amico Altarui.
Speriamo sempre nella nostra buona stella e nel motto alpino «arrangiarsi».
Con tutto questo però ci corre l’obbligo di rivolgere al dott. Altarui - Direttore della Cassa di Risparmio di Treviso -
che per tanti anni ha curato l’edizione di «FIAMME VERDI» con quello spirito di attaccamento e di dedizione da vero
alpino, in momenti difficili e di crisi, il nostro incondizionato, sincero e sentito grazie di cuore ed il nostro
profondo rammarico perchè un Direttore come lui, non lo troveremo più.
Caro Altarui, grazie ancora per quanto hai fatto e per quanto ti sei dedicato. Tutti gli alpini della Sezione ti
ricorderanno con affetto per la puntualità e precisione e per il modo come sapevi supplire agli errori e disguidi
postali (qualche volta involontari, ma più spesso dolosi).
Grazie caro Mario, per il tuo attaccamento ed affetto alla nostra Sezione, ma specialmente per il nostro giornale che
compilavi e dirigevi più col cuore che con la mano.
Noi ti facciamo i migliori auguri di ogni bene e di soddisfazione per i tuoi innumerevoli e impegnativi incarichi, ma
una cosa ti dico a nome di tutti: Tu fai sempre parte della nostra famiglia in ogni momento e in ogni luogo; Conegliano
deve restare e resterà per te sempre la tua Sezione.
PIASENTI