CINQUANTESIMO |
Dicembre 1975 |
Rappresentanze, alpini e popolazione affollano la
piazza per i riti celebrativi del 50° della Sezione. Durante la giornata è stata assai frequentata la sede della
Sezione, in via Beccaruzzi, che costituisce una delle realizzazioni
più rilevanti del comm. Guido Curto, per lunghi anni Presidente effettivo della Sezione e da tempo gravemente infermo.
Il pensiero degli alpini coneglianesi era, particolarmente nel corso delle gioiose giornate del 20 e 21 settembre,
rivolto all’amato Curto che sofferente giace a Punta Sabbioni, in quelle terre che ha con meritoria decisione bonificate
rendendola feconde e salubri.
Il presidente prof. Vallomy porge agli intervenuti il grato saluto della Sezione. Il discorso commemorativo è stato
tenuto dal dott. Guido Nobile Vice Presidente nazionale dell’A.N.A.
Diceva il nostro caro Presidente Curto: «Conegliano alpina, vuole bene ai suoi figli migliori», e di ciò dobbiamo
dargliene atto dopo quanto abbiamo visto nei giorni 20 e 21 settembre.
Ai manifesti affissi per le strade, e all’appello diffuso in maniera veramente encomiabile dal quotidiano «IL
GAZZETTINO», la popolazione non ha mancato il suo tributo di omaggio e di applauso agli alpini intervenuti da tutto il
Veneto e da altre Sezioni d’Italia.
Gli alpini sono sempre gli stessi, non si smentiscono mai; con il loro spirito di corpo innato, radicato, sentito e
profondo, accomunano il brio, l’allegria scanzonata della gente buona, dalla coscienza tranquilla, onesta e serena, che
coglie l’occasione per ritrovare il commilitone degli anni passati, il compagno delle tragedie di guerra, l’amico col
quale ha diviso le fatiche della naja e le prodezze delle conquiste.
L’Alpino, disse un giorno il nostro amato scomparso Presidente Nazionale Ugo Merlini, è un uomo paziente, semplice,
cordiale, ben disposto verso tutti, ma ha la testa dura, è cocciuto, sa quello che vuole, è un giudice severo ed è anche
un ribelle. Un ribelle ordinato e silenzioso contro tutto quello che marcisce in Italia. E questi sono gli alpini
convenuti a Conegliano fin dal sabato 20 settembre. Abbiamo visto quelli della Valle D’Aosta, quelli di Alessandria
(grazie amici dell’articolo pubblicato su «IL PORTAORDINI») di Savona col Vice Presidente Nazionale Gr. Uff. Siccardi; i
reduci di Russia del 2° Battaglione Genio della Tridentina ricordate? «TRIDENTINA AVANTI» e tanti ancora di cui ora
sfugge Sezione e Gruppo. C’era perfino il rappresentante della Sezione del Brasile, il sempre caro Molinari.
La cittadinanza ha sorriso lieta e compiaciuta dei suoi alpini, lieta del folclore che tale avvenimento portava e
desiderosa di inserirsi nei loro cori che hanno portato allegria e spensieratezza.
…perchè non ne fate più spesso ditali manifestazioni?
Cari coneglianesi, voi non sapete quanto costa di tempo,
di preoccupazioni, di pensieri e diciamolo pure di denaro, di scartoffie, e sacrifici una manifestazione così! Noi
vorremmo, ma ... e pensare che non mancano certo gli avvenimenti e le occasioni.
Comunque è andata bene, come si voleva e come si auspicava. Serietà, compostezza, ritegno. Il Comitato esecutivo
composto per tale occasione e che ha lavorato sodo dal novembre precedente, è soddisfatto. Forse si pensava ad un
afflusso maggiore, ma parecchie circostanze - non dipendenti dall’organizzazione e che è inutile ora precisare - ne
hanno ridotto la quantità, ma non lo spirito e la esultanza.
Il programma si è svolto come stabilito: sabato 20 settembre deposizione di corone al Monumento della Vittoria, al
Monumento della Resistenza, e alla targa del 7 Alpini che ricorda il luogo dove tale Reggimento, gloria e vanto di
Conegliano, è nato. Il corteo ha raggiunto poi la Chiesetta della Madonna della Neve, rimessa in efficienza per volontà
e con i mezzi finanziari degli Alpini, con l’aiuto del Lions Club di Conegliano, e con la prestazione del Comune, per
quanto riguarda la sistemazione delle vie di accesso.
Un vivo grazie dobbiamo rivolgere alla Ditta Caloi per i banchi offerti, alla Madrina della Sezione Signora Piasenti per
l’inginocchiatoio antico regalato, e alla Signora Viana-Zacchi per aver custodito e conservati i paramenti sacri e per
la consegna alla Sezione delle elemosine raccolte negli anni precedenti. Un particolare grazie al Corpo dei Vigili
Urbani per
servizio impeccabile di ordine e di scorta. Un grazie anche al Comandante il Battaglione Genio Guerra Elettronica per la
concessione delle due campagnole.
Era presente il nostro Presidente Nazionale Grand’Uff. Franco Bertagnolli, il quale dopo lo spettacolo al Teatro
Accademia sulla rassegna di cori di montagna, ci ha lasciati per altri impegni in precedenza assunti.
La serata al teatro ha avuto inizio con una breve
allocuzione dei Ten. Col. Piasenti, che dopo avere ricordato come in quei giorni si stiano svolgendo le manifestazioni
per il 50° anno di fondazione della Sezione, porge il saluto a nome di tutti
presenti al Presidente Nazionale, al Capitano Giacomo Soravia socio fondatore superstite, ed il ringraziamento al Coro
Castel di Conegliano, e ai Cori «Valcanzoi» di Castelfranco Veneto, «Stelutis» di Bologna, e «ICAT» di Treviglio «... ma
sotto quale forma meglio si manifesta Alpini, il vostro spirito di sacrificio, la vostra semplicità rude e pur piena di
inconfessate tenerezze, la vostra cordialità scarpona e montanara ed appunto per questo ancor più limpida e sincera, la
vostra stessa « strafottenza» che non è superbia, ma cosciente senso di ciò che valete? Non forse nelle vostre canzoni?
E quando noi ascoltiamo quei cori è come se una immensa folla in grigioverde e con le penne tutte protese verso il
cielo, avanzasse con il passo senza rumore dei morti, con il passo lento e cadenzato degli anziani, con il passo ritmico
e veloce dei giovani che vanno verso l’avvenire. Ecco per noi Alpini 1o spirito di questa serata...».
La domenica 21 settembre, la giornata si presenta meravigliosa di sole e di bandiere. Parte alla manifestazione anche
il Corpo Bandistico «Città di Conegliano» che esegue la Canzone del Grappa durante l’alzabandiera ai pennoni della
Gradinata degli Alpini e l’Inno del Piave durante l’alzabandiera al Monumento ai Caduti e la deposizione di una corona,
per raggiungere successivamente l’ammassamento, dove si sistema in testa al corteo.
La sfilata per le vie cittadine viene aperta da un gruppo di cinquanta bandiere tricolori, seguite dal Labaro della
Sezione scortato dai decorati di medaglia d’argento, labaro portato dal nostro alfiere Olindo Battistuzzi e che si
fregia di quattro Medaglie d’Oro di nostri Alpini, ed a cui il Picchetto Armato del 7° Alpini e la Banda della Brigata
Cadore rendono gli onori. Faceva da spicher il simpatico alpino di Venezia, Cazzola direttore del giornale «Quota Zero».
Il corteo, dopo reso il saluto «attenti a dest» alle Autorità convenute si porta in piazza Accademia per la S.Messa
celebrata dal Cappellano della Sezione Don Giuseppe Tonon. Seguono brevi parole di saluto del Presidente la Sezione
Prof. Vallomy e del Sindaco Dott. Giubilato. L’orazione ufficiale viene tenuta dal Dott. Nobile, Vice Presidente
Nazionale, che pronuncia elevate parole di toccante attualità, di incitamento ai giovani e di serena comprensione tra le
forze politiche. Al termine del discorso, molto e più volte applaudito, - e del quale è riportata una larga parte sul
numero di novembre de l’ALPINO - viene consegnata al socio fondatore Giacomo Soravia, una bella targa ricordo a nome di
tutti gli alpini della Sezione.
E’ seguito un rinfresco offerto dall’Amministrazione Comunale nella sala Consiliare del Comune a tutti gli invitati, ai
numerosi ufficiali graditi ospiti, dove in tale occasione viene consegnata al Sindaco la medaglia coniata per il
cinquantenario della Sezione. Gli invitati si portano poi verso l’Hotel Cima, dove viene consumato il rancio. Verso la
fine prende la parola il Presidente del Comitato, Ten. Col. Piasenti, per ringraziare i convenuti della loro
partecipazione e della loro presenza che ci ha onorati e per ringraziare pubblicamente tutti i suoi collaboratori
componenti il comitato
«... il nostro programma non era solo quello di fare cosa gradita alla popolazione, ripristinando al culto la Chiesetta
della Madonna della Neve, tanto cara al cuore dei coneglianesi, ma soprattutto di risvegliare nel cuore di tanti, sopiti
sentimenti di amore di Patria, rispetto per la nostra bandiera che è l’Italia, delle nostre tradizioni di storia e di
civiltà, e di incontrarci, affiatarci, conoscerci meglio, volerci bene e - come dice il nostro manifesto - non per le
tragedie di ieri e di oggi, ma per le mirabili effusioni del nostro animo, che resistono integre all’aggressione
implacabile del tempo ... Quando domani ritornerete ai vostri alti, onerosi, delicati ed impegnativi incarichi,
incombenze e responsabilità, portate nel cuore il ricordo di questa giornata, non per quanto è stato fatto e per quanto
avete visto, ma soprattutto per quello che non avete visto, ma avrete certamente intuito. Intendo dire ai sentimenti,
alla passione, all’orgoglio che albergano nei cuori di questa nostra gente buona, semplice, onesta, laboriosa, lieta di
sentirsi sempre malgrado tutto, età, lavoro, impegni e diversità ideologiche, profondamente, radicatamente, e
orgogliosamente alpini, fieri e gelosi delle loro tradizioni e del loro passato».
AL. PI.