FIURLI |
Giugno 1977 |
Sono in allestimento i campi di lavoro, come lo scorso anno, con cantieri a Venzone e Villa Santina, per l’aiuto da
apportare ai «Fradis», con partenza verso la fine di giugno il primo turno, e verso la metà, sempre di giugno, il
secondo turno.
I due campi avranno una ricettività di circa 80/100 persone. Necessitano quindi uomini (da un minimo di 18 anni ad un
massimo di 60/62 anni, sono eccezionalmente ammessi giovani di 16-17 anni solo se accompagnati dal proprio genitore) e
materiali.
Gli interventi murari verranno fatti a Villa Santina, Venzone, Clauzetto, Pontebba, Taipana e Lusevera; per la
manovalanza generica è in fase di messa a punto la convenzione con la Direzione Forestale di Udine che prevede l’apporto
di manovalanza non qualificata su progetti che prevedono arginatura e imbrigliatura dei corsi d’acqua, disgaggi di
pendii, posa a dimora di piante ecc.
Con ciò riteniamo di aver creato le premesse concrete per una presenza anche nel ‘77 in Friuli. Spetta alla Sezione, ai
Gruppi ed a voi tutti rispondere all’appello in forma altrettanto concreta, tenendo presente che molto spesso
l’entusiasmo in fase di emergenza (vedi 1976) è più facile di un impegno costante, costruttivo e profondo, a sua volta
altrettanto nobile e necessario.
Per i materiali necessitano: ferro tondino e ad aderenza migliorata, rete elettrosaldata e cemento nei tipi 325 e 425;
elenco particolareggiato potrete trovarlo in segreteria della Sezione.
Sappiamo di chiedervi un gravoso sacrificio ma per l’acquisto dei fabbisogni accettiamo anche offerte in denaro: chi non
ha dato la volta scorsa avrà modo di «redimersi» ora! Una serata al bar in meno vuol dire un quintale di cemento.
Facciamo dunque nostro il motto: «Un quintale di cemento per amore dei Fradis».
La Segreteria
Non si è ancora spento l’eco festosa di un Raduno Nazionale e tanto grande è il desiderio di incontrarci che nei nostri
cuori ha già preso posto l’ansiosa attesa del prossimo. Era dal settembre scorso che mi portavo nel cuore il desiderio
di rivedervi e mai avevo tanto desiderato un raduno, ma evidentemente al mio cuore ho chiesto troppo e ha marcato visita
proprio alla vigilia.
Grazie amici, avete per le seconda volta sbalordito gli alpini della mia Sezione; prima per quanto avete saputo fare a
Pinzano, infine, per il ricordo «travolgente», come mi hanno riferito, del vostro capocantiere.
Ma ci incontreremo, ci incontreremo presto per abbracciarci forte forte e il motivo di questo incontro noi saremo anche
capaci di inventarlo.
Vostro aff.mo Raimondo