ASSEMBLEA SEZIONALE DEI DELEGATI |
Giugno 1982 |
L’Assemblea sezionale dei Delegati ha avuto luogo il 7 marzo nella sala riunioni gentilmente messa a disposizione dalla
parrocchia S. Pio X.
Erano presenti o rappresentati 125 Delegati (su 139). Constatata la validità dell’Assemblea, il presidente della Sezione
prof. Giacomo Vallomy, dopo aver rivolto il saluto ai Delegati, li ha invitati a nominare il presidente dell’Assemblea,
e a tale compito è stato all’unanimità chiamato G. Battista Bozzoli che è stato nel contempo festeggiatissimo per
l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana che gli è stata recentemente conferita per i
meriti acquisiti in lunghi anni di dedizione associativa.
Il buon Bozzoli ha ringraziato commosso il presidente e i colleghi del consiglio direttivo che hanno avanzato la
proposta del riconoscimento, ed ha poi dato inizio ai lavori previo designazione di Steno Bellotto per le funzioni di
segretario dell’assemblea, e di Alessandro Moretti, Giuliano Casagrande e Mariano Luisotto quali scrutatori. Ha infine
dato la parola al presidente Vallomy che ha esposto la seguente sua relazione sull’attività svolta nel 1981:
Signori delegati alpini,
il 26 febbraio scorso ho esposto in sintesi il criterio fondamentale, gli argomenti di rilievo che mi proponevo di
trattare in questa riunione. Ne ho avuto, ampio consenso che mi lusingo di ottenere anche dall’Assemblea dei Delegati.
E’ purtroppo inevitabile, e questo lo dico a Luigi Battistuzzi, che mi ha raccomandato di essere breve, come presidente
della Sezione ANA, che io sia tenuto alla fedeltà e a un determinato schema nella stesura di una relazione morale sulla
vita della nostra sezione. Obbligo che può essere causa di momentanee e monotone ripetizioni, Ma che cos’è nella vita
stessa di tutti noi se non un susseguirsi di atti e difatti ripetitivi; non ci è permesso di essere estrosi o di
navigare con la mente nell’astratto o nelle nuvole, se non vogliamo soccombere a sorprese amare che la realtà della vita
italiana ci presenta quotidianamente. Questa dunque è principalmente la ragione che mi persuade a seguire la via normale
del buonsenso, senza la ricerca di capricciose novità. Qui riassumo ciò che l’anno sociale, che si chiude oggi ha
significatamente contrassegnato; cito importantissime date dalle quali sembra giusto incominciare la mia esposizione.
L’efficienza morale, la vitalità, diciamo pure fisica e numerica della nostra sezione è un fatto che dobbiamo mettere in
evidenza.
Gli iscritti superano di gran lunga i 3.300. Le generazioni nuove, la presenza di molti giovani, sono la prova e la
garanzia di un continuo rinnovamento e di una libera e spontanea adesione agli ideali, ai fini che quel che importa è
che nessuno in nessuna maniera ci obbliga ad aderire all’associazione. Vuol dire che chi vi aderisce è profondamente
convinto della nobiltà dei principi cui ci ispiriamo. Di questa efficienza, di questa vitalità ci sono state anche
quest’anno testimonianze nobilissime e convincenti nelle manifestazioni a carattere sezionale organizzate dai gruppi:
vedi Orsago, S. Fior, Refrontolo, Falzè di Piave, che devo ricordare in sintesi.
Il 21 giugno a Orsago ci fu lo scoprimento di un cippo con pennone alza bandiere e l’inaugurazione della sede del
gruppo. La manifestazione curata con diligenza e signorilità è riuscita alla perfezione, senza stonature. Questo
commento lo posso ripetere per altre celebrazioni. Vuol dire che le nostre manifestazioni, quelle a carattere
patriottico hanno perso, hanno lasciato da parte quell’impronta direi fieristica, talvolta carnevalesca che
distinguevano certi riunioni per il passato. E questo è segno di consapevolezza e di grande progresso.
Era presente, oltre alle varie autorità, anche il signor Provveditore agli studi per quanto riguarda il problema
dell’educazione dei nostri cari ragazzi. La vita della nostra scuola dovrebbe essere un impegno per tutti voi. Chi ha
dei figli, chi ha dei nipoti, apra gli occhi su quello che avviene nelle scuole: all’asilo, alle elementari, alle medie
e oltre. E’ importantissimo!
Ho apprezzato tanto la scelta dell’oratore, cari responsabili di Orsago. E’ stata invitata la Medaglia d’Oro Enrico
Reginato, il quale con la sua pacata, ma sentita allocuzione ci ha commossi, facendoci soprattutto capire che i
sacrifici compiuti in nome della libertà e in nome dei nostri ideali, vanno tenuti sempre presenti.
Consentite che io raccomandi a tutti i gruppi, per l’avvenire di stare attenti nella scelta degli oratori ufficiali,
cioè di coloro che devono parlare a nome nostro.
Il 21 agosto; 20° anniversario della fondazione del gruppo di S. Fior con inaugurazione della sede. Mi felicito con il
capogruppo Fiorenzo Zambon ed i suoi collaboratori per l’ottima riuscita della manifestazione.
Il 13 settembre: 25° della fondazione del gruppo di Refrontolo con scoprimento di una scultura in pietra dedicata agli
alpini. Bellissima scultura raffigurante un alpino che abbraccia il figlio, a significare il ritorno dell’alpino dalla
guerra. Anche qui la festa è riuscita in modo veramente commovente e il contrattempo che mi ha impedito di essere
presente è stato un motivo di dispiacere per me. Esprimo l’elogio più vivo al capogruppo di allora Ferdinando
Bortolotto, e anche ai suoi collaboratori.
Qui mi si presenta la necessità di aprire una piccola parentesi, per un doveroso chiarimento. Nel nostro regolamento
normativo si era deciso di fare non più di tre manifestazioni sezionali all’anno, per non creare assuefazioni e
stanchezze. Nella riunione del consiglio con i capigruppo del 10 aprile, riunione veramente plenaria, si era discusso
sulle date da fissare in calendario e su una richiesta del capogruppo di Falzè di Piave di fare una celebrazione di quel
gruppo. Poiché era fuori della norma adottata a suo tempo, è stata messa ai voti e venne accettata a grande maggioranza.
Questo per dirvi che non c’è stato niente di irregolare, né di infrazione alla norma. Tuttavia condivido la
dichiarazione del consigliere Dal Pos, che fece osservare che la norma di tre manifestazioni sezionali all’anno avrebbe
dovuto essere rispettata.
Sempre a prova dell’efficienza e della vitalità della Sezione possiamo ricordare la imponente e generosa partecipazione
degli alpini alle varie fasi dell’Adunata Nazionale dei Bersaglieri nei giorni 9-10-11 ottobre, che ha riscosso la
gratitudine della Associazione Nazionale Bersaglieri, non solo, ma l’ammirazione della cittadinanza di Conegliano e
l’elogio della civica Amministrazione, Io ho visto con commovente simpatia l’opera cordiale di ospitalità, nel servizio
logistico persino, che gli alpini hanno svolto in quella circostanza. I nomi dei volontari sarebbero troppi da elencare,
per tutti ringrazio in modo particolare il consigliere nazionale Chies, il vicepresidente Basso, il tesoriere Brunello,
Steno e Battista che si sono prodigati in quella circostanza in modo esemplare.
Non sono da tenere in minore considerazione altre manifestazioni in cui la presenza degli alpini è stata apprezzabile ed
esempio di sensibilità civica ed umana.
Cito la partecipazione degli alpini alla manifestazione musicale, l’esecuzione alla Casa «Fenzi» dei vari canti del
Corocastel. Il consigliere Cais gentilmente aveva proposto la presenza degli alpini che sono stati veramente presenti.
Sempre alla Casa «Fenzi», nella casa di riposo, attorno all’Epifania, come tutti gli anni, il gruppo Conegliano-Città ha
gentilmente festeggiato gli anziani colà ospitati, portando ad Essi una nota di affettuosa simpatia.
La partecipazione degli ufficiali delle Brigate a noi vicine, Cadore e Julia, all’invito della cena sezionale ai primi
di dicembre, è stata cordiale e numerosa, caratteristica questa della simpatia di cui gode la nostra Sezione. Sono poche
le sezioni che hanno cura di mantenere i contatti con le Forze Armate, come la sezione nostra, e che molti gruppi fanno.
In ogni manifestazione civico e patriottica noi siamo stati presenti.
Ultimamente abbiamo espresso, mediante un manifesto che ha avuto largo consenso in Conegliano, la nostra solidarietà
alle Forze dell’Ordine per il grande successo ottenuto contro le Brigate Rosse, con la liberazione del gen. Dozier, A
proposito di questa lotta contro le forze eversive sarà bene tener presente le considerazioni, e non mi stancherà mai di
ripeterlo, che Giulio Bedeschi ha scritto sull’Alpino del gennaio scorso:
«Noi Alpini dobbiamo superare certo neutralismo che sembra a taluni essere la salvaguardia di una incolore
apoliticità. Ci sono certi valori, certi ideali, che dobbiamo avere il coraggio di difendere sempre e contro chiunque,
anche se qualche ideologo male intenzionato ci vorrebbe tacciare di nazionalismo superato. La nostra Associazione deve
essere scuola di civismo, di patriottismo e di difesa della nostra millenaria civiltà».
Io ho sempre cercato nella mio opera, nella mia vita di insegnare in modo particolare, di ispirarmi a questi principi, e
a contatto in questi anni con gli alpini non ho deflettuto da questa linea di condotta.
Dovrei, in questo momento, rammentare i nomi di tutti gli alpini che in quest’anno sociale ci hanno preceduto
nell’aldilà e che sono passati a miglior vita. Consentitemi di nominare un alpino di eccezione, per bontà d’animo e per
generosità, che noi abbiamo accompagnato al funerale a S. Lucia a fine maggio: Nagher Scodro, morto tragicamente sul
Piave, attraversando con la macchina una passerella posticcia e insidiosa.
I problemi che dobbiamo risolvere urgentemente sono: gli interventi per porre rimedio alla distruzione dei «barbari» che
hanno menomato di nuovo la nostra chiesetta della Madonna della Neve, la manutenzione della sede, il rinnovo degli
arredi dei nostri uffici, e di altre attrezzature che richiederebbero notevoli spese. Il tesoriere nella relazione
finanziaria ci dirà quali sono le nostre possibilità; riferite ai vostri gruppi che, per l’avvenire, bisognerà che
aiutino la Sezione a vivere anche sotto questi aspetti.
Due parole sull’Adunata: è stato emanato dalla segreteria nazionale il solito elenco di norme in riferimento all’Adunata
Nazionale a Bologna, non ne parlo. Parlo invece di Verona per compiacermi con voi, con tutti i gruppi che in forma
veramente straordinaria hanno partecipato all’Adunata nella città Scaligera.
All’Adunata di Verona, il prestigio della Sezione è stato tenuto alto dalla nostra fanfara per la perfezione di
esecuzione e la scelta delle marce che hanno accompagnato la sfilata. Ringrazio vivamente Carlet per le premurose
attenzioni che dedica ai nostri «musicisti» e tutti i componenti del corpo bandistico per la loro bravura. In modo
particolare rivolgo anche un ringraziamento al gruppo di Collalbrigo, che aveva il compito di fare gli onori di casa per
la sfilata, con una divisa veramente decorosa e per aver portato fieramente gli striscioni, opera particolare del nostro
caro Steno, che ringrazio in questo momento. E il «moro» che portava con grande orgoglio il cartellone «Conegliano».
Sono stato molto contento di aver visto tanto decoro e tanta consapevolezza.
Una grave stonatura che io non ho visto ma che mi è stata fatta rilevare in sede opportuna da coloro che erano addetti
al servizio d’ordine. In coda alla nostra sezione qualche «macaco» ci ha fatto fare brutta figura. Questo «macaco» ha
corso il rischio di guastare tutto il lato positivo della nostra sfilata. Cercheremo di evitare che questi pagliacci,
per fortuna pochi, si rivedano ancora nell’Adunata di Bologna.
In giugno è stato rieletto Consigliere Nazionale il nostro vice presidente Lino Chies, consigliere per le sezioni di
Vittorio Veneto, Treviso e Conegliano; a lui rinnoviamo le nostre felicitazioni vivissime.
Poiché il mio mandato scade oggi, chiudo il mio dire con due parole di commiato. Ho accettato per gli anni passati, per
due trienni. l’onore che mi avete dato di rappresentare la nostra Sezione; ho cercato di fare del mio meglio. Come
iniziativa di carattere pratico penso di non aver fatto gran che. Mi lusingo di non aver tradito il mandato nella
rappresentatività morale, penso che questo merito me lo concederete. Per il resto vi ringrazio tutti, e in modo
particolare i capigruppo che sono veramente l’elemento attivo della vita della Sezione, e mi auguro che continuino con
altrettanto entusiasmo e con altrettanta buona volontà. In modo particolare devo ringraziare i due vice presidenti Basso
e Chies, tutto il consiglio, i due segretari il cav. Bozzoli e Bellotto, e i «morituri», cioè coloro che a norma del
regolamento scadono e non sono ne- leggibili: Basso, De Zan, Salvador e Visentin, a loro non dico addio, ma dico
arrivederci con l’augurio di espletare in altro settore la loro attività a favore degli alpini. Un grazie vivissimo al
prof. Altarui; gli siamo veramente grati per la sua diligente, scrupolosa e competente direzione del nostro periodico
«Fiamme Verdi». Un grazie anche a Brunello, che si rende sempre disponibile, con buona volontà, alla redazione. A tal
proposito, anche se rischio di annoiare nel ripeterlo, prego i gruppi che nell’inviare le notizie siano più precisi, o
meglio, completi nei dati e nominativi. «Fiamme Verdi» è quel poco o tanto che noi possiamo comunicare, pertanto è bene
ch’esso sopravviva.
Eleggere il presidente è un compito che spetta all’Assemblea, secondo quanto è stato stabilito dal nuovo regolamento:
fate in modo che prevalga la vostra coscienza e l’amore per la Sezione. Gli uomini contano poco, conta la nostra
Associazione, conta il bene dell’Associazione Alpini. Gli uomini sono destinati ad avvicendarsi ,la nostra Sezione deve
vivere, poiché essa svolge un compito delicatissimo; quello di mantenere alti i valori spirituali che sono il tessuto
vitale della nostra civiltà.
Il presidente dell’Assemblea ha ringraziato a nome di tutti i presenti il prof. Vallomy per l’applaudita relazione, e
prima di dare la parola al tesoriere Brunello per l’esposizione dei dati del bilancio consuntivo 1981 e del preventivo
del 1982, nonché, quale amministratore di «Fiamme Verdi», per la relazione sul giornale sezionale, ha invitato i
Delegati a consegnare le deleghe e ritirare le schede di votazione per la nomina del presidente e dei cinque
consiglieri.
Mentre il presidente dell’Assemblea invitava i Delegati a mettersi in nota per gli interventi sulle relazioni hanno
consegnato il verbale delle votazioni che vede il presidente uscente prof. Giacomo Vallomy, rieletto a grandissima
maggioranza.
Al rientro in sala, dopo breve assenza, il prof. Vallomy è stato informato sull’esito delle votazioni e, applauditissimo
così si è rivolto ai Delegati:
Cari Delegati, io sono commosso ed anche preoccupato perchè il vostro consenso, non voglio informarmi se è generale o di
misura, è un impegno grave che, se Dio mi dà salute io cercherò assolvere fedelmente. Mi spiace succedere a me stesso,
perchè le energie giovanili sono sempre preferibili alle energie senili. Comunque sappiate che conosco i miei limiti e
le mie deficienze: sò fin dove posso arrivare. Ma a mio conforto so qual’ è la vostra buona volontà, sò quali sono le
vostre energie sulle quali io confido. Lavorando concordi faremo il bene della sezione. Nella relazione precedente ho
omesso di dire che le entrate sono dovute principalmente alla taverna, che io devo ringraziare in modo particolare.
Mario De Marchi, che con tanta buona volontà conduce avanti la nostra piccola azienda, che è la nostra ancora di
salvezza. Grazie Mario a nome di tutti. Chiudo il mio saluto con la promessa di continuare, per quanto le forze me lo
consentano, l’opere che avete voluto affidarmi. Grazie!
11 cav. Bozzoli ha aperto le discussioni dando la parola a Carlet, il quale ha sottolineato l’importanza della
partecipazione all’adunata di Verona di coloro che hanno riempito i posti vuoti delle corriera pagando la loro quota; ed
ha pure ringraziato i soci Visentin, Padovan, De Zan, Maset e Citron per il iloro contributo in merce varia, riducendo
così sensibilmente la spesa.
Citron intervenendo ha riproposto la possibilità di organizzare una gita a carattere sezionale, ha suggerito di
standardizzare un manifesto per tutte le manifestazioni sezionali, a cura della stessa sezione e con la possibilità di
ottenere un utile.
Chies ha detto che non è sufficiente approvare un bilancio preventivo se prima non si trova la fonte per coprire le
spese. Poi ha ringraziato coloro che lavorano per «Fiamme Verdi» e cioè Brunello, Bellotto e Altarui.
Maset si è rivolto ai Delegati e soprattutto ai capi-gruppo e al Consiglio Direttivo perchè il bilancio preventivo venga
seriamente studiato, e studiato il modo da reperire fondi sufficienti a coprire tutte le spese; ha aggiunto che le varie
proposte per reperire fondi non sono sufficienti a risolvere il problema, e che pertanto è necessario aumentare la quota
sociale di 1.000 lire. La proposta viene accolta con un lungo applauso.
De Zan e Da Ruos hanno dichiarato di non ravvisare la necessità, come aveva ventilato qualcuno, di aumentare il numero
dei consiglieri, ma hanno proposto, invece, che il capogruppo non sia anche consigliere, distribuendo così i compiti a
più persone, cercando di coinvolgere alpini giovani.
Chiuse le discussioni, il presidente dell’Assemblea cav. Bozzoli ha chiesto all’Assemblea la approvazione dei bilanci e
delle proposte: l’approvazione è stata unanime.
Si è proceduto alla nomina dei sei Delegati all’Assemblea nazionale del 23 maggio a Milano, e sono seguite le operazioni
di voto e di scrutinio delle schede; dopo l’annuncio dei risultati — qui di seguito riassunti — il cav. Bozzoli ha
dichiarato conclusa la riunione.
Il 12 marzo si è riunito il Consiglio, e dopo la lettura dei verbale delle votazioni, il presidente prof. Vallomy ha
ringraziato i consiglieri — cessati per mancata rieleggibilità come da regolamento sezionale — enot. Luigino Basso,
enot. Pietro De Zan, Francesco Salvador, cav. Ernesto Visentin (il 5° scaduto era il prof. Vallomy), esprimendo loro la
gratitudine per l’operosa e fattiva collaborazione in seno alla Sezione; ha dato poi il benvenuto ai nuovi elettori,
ringraziando fin d’ora per il contributo che vorranno dare per le ulteriori fortune della sezione stessa.
Quest’anno c’è stato un certo rinnovo per gli incarichi, che comunque qui riassumiamo:
CONSIGLIO DIRETTIVO:
Presidente: Cav. Uff. Prof. Giacomo Vallomy.
Vice presidenti: Geom. Lino Chies e Renato Brunello.
Segretario: Stono Bellotto.
Tesoriere: Cav. G. Battista Bozzoli.
Consiglieri: Cav. Olindo Battistuzzi, Ezio Berlese, Cav. G. Bozzoli, Antonio Cancian, Antonio Cais, Domenico Cusin,
Antonio Dal Pos, Lionello Frare, Cav. Paolo Gai, Fabrizio Gava, Domenico Gava, Elio Granzotto, Gilberto Loschi, Cav.
Mario Maset, Cav. Uff. Prof, Desiderio Viezzer e Giuliano Zanin.
Revisori dei Conti: Comm. Alfredo Battistella, Giovanni Carlet e Cav. Vittorio Padovan.
Giunta di scrutinio: Battistuzzi, Bazzacco e Pivetta.
Delegati all’Assemblea nazionale: Renato Brunello, Cav. Igino Citron, Lorenzo Vinera, Giovanni Zanella, Luigi
Battistuzzi, Antonio Possamai.
Giornale «Fiamme Verdi»: Direttore responsabile Comm. Altarui Prof. Mario.
Comitato di redazione e corrispondenti de «L’Alpino». Renato Brunello presidente, Cav. G. Battista Bozzoli e Stono
Bellotto membri.
Probiviri: Prof. R. Piaia, D. Rusalen e F. Bortolotto.
Alfiere del Vessillo e addetto alla chiesetta della Madonna della Neve: Cav. Olindo Battistuzzi.
Addetto al Museo della sede: Giuliano Zanin.
Addetto alla manutenzione della sede sezionale: Cav. Paolo Gai.
Addetto alla Taverna: Mario De Marchi.
Responsabile per la Banda musicale: Giovanni Carlet.
Rapporti con il «Bosco delle Penne Mozze»: Renato Brunello.
Organizzazione ricreativa: Antonio Cais.
Attività Sportiva: Gilberto Loschi.
Pubbliche relazioni: Enot. Pietro De Zan.
Ai componenti dei rinnovati organi sezionali auguriamo buon lavoro.