GLI AUGURI DEL PRESIDENTE |
Dicembre 1982 |
Sulla copertina del nostro giornale «L’Alpino» dello scorso ottobre appare un volto di Alpino sereno, solcato da
profonde rughe, illuminato da un sorriso che rivela bontà, fiducia nella vita, forza e dirittura morale.
E’ il ritratto di Giuseppe Maccagno, cuneese, a cui è stato assegnato quest’anno il premio di fedeltà alla montagna.
Quale bella motivazione: «fedeltà alla montagna» !
Cari Alpini, sottolineo questa motivazione e ve la propongo come tema di meditazione e di riflessione per l’anno che sta
per incominciare. Quanti di noi potrebbero aspirare ad un tale premio? Quanti di quelli che nelle nostre sfilate, nei
nostri raduni ostentano fieramente il cappello alpino, sono rimasti fedeli alla montagna? Quanti, pur fregiandosi del
glorioso emblema, la penna nera, non sanno più o non hanno mai saputo cosa sia la montagna? Evidentemente non tutti
possono, come l’Alpino Maccagno, essere allevatori, contadini, montanari. Molti però la campagna, la collina, la
montagna, l’hanno tradita e disertata. Ed hanno, ahimè! abdicato allo spirito di libertà, di indipendenza e di fierezza
che si coltiva con l’amore della montagna. Quali portatori fasulli del cappello alpino se non sentono «l’alpinità» !
Mi torna alla mente un detto che Costantino Nigra, illustre piemontese del nostro Risorgimento, soleva applicare alla
gente della montagna: «aut e dritt» alti e diritti. E’ un detto che ben si addice anche agli Alpini di oggi: alti e
diritti, tutti d’un pezzo per la difesa dei valori nei quali crediamo, per l’amore al dovere, alle tradizioni, alla
Patria.
«Aut e dritt», cari Alpini, testa alta e schiena dritta, senza cedimenti, senza compromessi dinanzi all’eversione, alla
violenza, alla disonestà.
Penso che un “vecio”, quello che avete voluto rieleggere Presidente della vostra sezione, non possa trovare esortazione
più nobile ed augurio migliore di questo.
Buon Natale e buon Anno a voi ed alle vostre Famiglie !
Il Presidente
GIACOMO VALLOMY