I VENT'ANNI DEL COROCOSTEL |
Dicembre 1983 |
La sera di un martedì del mese di novembre, mi sono recato, come ho fatto altre volte, nell’accogliente sede del
Corocastel per assistere alle consuete prove. Ci vado volentieri per due motivi:
perchè mi trovo tra amici alpini - infatti buona parte dei coristi appartengono all’A.N.A. della nostra sezione; e
perchè amo i canti popolari, dei quali il Corocastel è interprete fedele e eccezionale. Esempio ultimo è l’incisione
perfetta del nuovo disco « noi... cantando », che ha ottenuto larghi consensi e lusinghieri apprezzamenti. Quella sera
mi sono incontrato con il direttore del coro dr. Toni Battistella con l’intento di rivolgergli alcune domande, riferite
all’intensa attività del coro fin dalla istituzione.
— Dottor Antonio, ti chiamo così, Toni, perchè mi vien in mente il bel romanzo dell’800 di Giovanni Ruffini, appunto
dal titolo «Il dottor Antonio». Mi puoi dire come e quando ha avuto inizio il tuo coro? C’è qualcuno in particolare che
vuoi ricordare?
Verso il 1963-64 due gruppi di amici (un gruppo di alpini ed un gruppo di giovani gravitavano intorno alla parrocchia
del Duomo), si sono fusi per dar vita ad una formazione corale che aaveva lo scopo di divulgare il canto di montagna
sulle orme della SAT. Nel giro di un paio d’anni si sono succeduti tre maestri. Io non facevo parte di quel primo
gruppo. Mi sono aggiunto dopo come cantore e nel 1966, anno ufficiale di fondazione del coro, ne sono anche divenuto il
direttore. Di quegli anni ricordo l’atmosfera tesa, elettrica delle prove con don Angelo, che stava per far saltare in
aria l’iniziativa.
— Ti è stato facile amalgamare, coordinare e istruire nel canto coloro che nel tempo hanno voluto far parte di
codesto complesso?
Vedi, il Corocastel è nato ben organizzato. A fianco del direttore del coro ha sempre funzionato un consiglio direttivo
coordinato dal presidente del coro. La perfetta simbiosi sempre esistita tra le due componenti dirigenziali, ha
contribuito in maniera sostanziale all’amalgama del coro. Naturalmente questo ha facilitato il compito del direttore.
— Quali sono stati i primi direttori?
Il primo è stato Dario Dariol, fratello del attuale presidente dottor Italo. Poi don Roberto Tubiana, infine don Angelo
che ho già ricordato.
— Esistono difficoltà di carattere economico?
Tu sei segretario della Banda musicale cittadina e quindi conosci le difficoltà finanziarie di questo tipo di
associazioni culturali. In ogni caso per quanto riguarda la vita ordinaria del coro non abbiamo mai avuto gravi
problemi. I concerti che facciamo rendono quel tanto che ci basta. Per quanto riguarda invece l’organizzazione della
stagione concertistica e della Rassegna dei cori godiamo il contributo da parte della Regione e del Comune, come pure,
anche se in misura minore, da parte della Provincia, dalla Cassamarca e di altri enti.
— Ho sempre avuto l’impressione che tra i coristi esista una grande armonia e un perfetto accordo: sei dello stesso
parere?
Non è solo un’impressione: è la realtà. L’armonia che esiste tra i coristi (esclusi ovviamente nei momenti inevitabili)
è sostenuta da due componenti: primo l’armonia nella conduzione del coro, secondo perchè il coro nel suo assieme è
soddisfatto di quello che sta facendo. Ripeto, l'armonia e l’accordo che ne derivano sono una conseguenza logica.
— I risultati finora ottenuti sono lusinghieri, specialmente con la presentazione del nuovo disco «noi... cantando ».
Come sono state le critiche, non solo della gente comune, ma soprattutto degli esperti?
I risultati sono stati certamente molto lusinghieri. L’ultimo disco «noi. . . cantando» ha ottenuto un successo che non
esito a definire eccezionale, almeno per quanto riguarda la critica. Il maestro Bonini di Venezia, una delle massime
autorità in campo nazionale per quanto riguarda la musica vocale cameristica, ha ricavato dall’ascolto del disco una
impressione mirabile. Mi ha fatto i complimenti per la vocalità che ha definito straordinaria e per l’intonazione da
diapason.
— Infine, Toni, ritieni che le Rassegne autunnali, con la consegna del « Castello d’oro », abbiano in particolare lo
scopo di far conoscere più profondamente il canto popolare ai giovani, i quali oggi indirizzano il loro ascolto a canti
di tutt’altro genere?
La Rassegna è nata in special modo per regalare agli appassionati del canto popolare una serata dedicata all’ascolto di
quanto meglio offre la coralità in Italia. Per quanto riguarda i giovani, il Corocastel ha avuto alcune occasioni di
farsi ascoltare da un pubblico tutto giovane. E sono state esperienze davvero positive, a conferma che i giovani sanno
apprezzare con molta sensibilità la musica popolare, quando viene loro offerta in veste dignitosa.
Ritenutomi soddisfatto delle chiare risposte del direttore dr. Toni Battistella, l’ho ringraziato e dopo un buon
bicchiere di « prosecco » l’ho salutato con una stretta di mano, augurando a lui e a tutti i coristi sempre maggiori
fortune.
R.B.