NOTIZIE VARIE |
Giugno 1984 |
CAMBIO NELLA
PRESIDENZA NAZIONALE DELL’A.N.A.
— All’Avv. Vittorio Trentini
Caro avvocato,
a nome del consiglio direttivo e dei 3700 iscritti della sezione di Conegliano ti mando un saluto affettuosissimo ed un
sincero e fraterno grazie per il mandato di Presidente nazionale che hai assolto con efficienza e dignità e che si è
concluso, il 20 maggio scorso.
Come forse saprai, la sezione di Conegliano unanime ti avrebbe voluto ancora riconfermato nell’alto incarico.
Nella speranza di poterti presto rivedere, ti rinnovo i sensi della nostra stima e della nostra sincera amicizia.
Saluti alpini
Il Presidente
Giacomo Vallomy
— Al Dott. Leonardo Caprioli
Egregio Signor Presidente,
anche a nome del Consiglio direttivo e di tutti gli Alpini di questa sezione, le porgo sentite congratulazioni e i più
sinceri auguri per l’alto incarico che le è stato affidato.
Sono certo che, sotto la sua guida e con la leale collaborazione di tutti noi Alpini, la nostra associazione continuerà
a difendere tenacemente quegli ideali che ci hanno sempre ispirati.
In attesa dell’occasione di poterla incontrare, e magari di una sua gradita visita, le porgo cordiali saluti alpini.
il Presidente della Sezione
Giacomo Vallomy
48° rancio di lavoro delle seezioni del Triveneto
Nella sala consiliare del Comune di Conegliano, messa gentilmente a disposizione dalla Civica Amministrazione, si è
svolto il 48° incontro dei presidenti delle Sezioni del Triveneto, per discutere un nutrito ordine del giorno: tra cui
la elezione del Presidente nazionale. L’Assemblea è stata diretta dal nostro presidente prof. Vallomy, mentre l’incarico
di segretario-verbalizzatore è stato affidato al vice presidente cav. Brunello.
Erano presenti 22 sezioni su 25. Hanno partecipato pure il vice presidente nazionale geom. Prataviera, i consiglieri
nazionali geom. Chies, rag. Dusi, dr. Grossi, rag. Menegotto e comm. Zanetti.
Profonde ed animate sono state le discussioni.
All’inizio dell’incontro il sindaco dott. Giubilato ha portato ai presenti il saluto della Civica Amministrazione e
della cittadinanza coneglianese.
La sezione, successivamente, ha accolto gli ospiti nella propria sede, offrendo ai Presidenti o ai loro sostituti un
omaggio e un nutrito pranzo, felicemente preparato e servito dal capogruppo di San Fior Remigio Chies e dai suoi
collaboratori, ai quali, attraverso queste pagine, sentiamo il dovere di rinnovare i nostri ringraziamenti e
riconfermare i più vivi complimenti.
LE FUSA DELLA GATTINA
La gatta degli alpini ci è corsa incontro. Ama e aspetta il venerdì: lo sa bene che ogni venerdì con il cambio del
picchetto arrivano alla polveriera pesciolini di rancio e carezze nuove.
Gli alpini vecchi la ricordano che era un batuffolo e non ascoltava né canti né bestemmie.
Ora è matura, si sceglie un alpino, gli si accovaccia in grembo e con il suo calore gli racconta di quanti, prima di noi
venti, le hanno dato confidenza.
Gli alpini non sono soliti degnare i gatti di gran che, ma a Sclaunicco la gatta la fa da padrona di casa: sa che al
mattino con il nostro arrivo la stufa avrà la sua legna nuova e ce lo ricorda aspettandoci lì.
Forse non capisce perché qui nessuno se la senta, come altrove, di scacciarla e certo non sa di essere per noi qui
l’unica presenza affettuosa che non porta scarponi.
Il calciolo dei Garand, vecchi reduci di Corea, non ha mai conosciuto nulla di più tenero del suo silenzioso e discreto
sfiorare.
RENZO
Nel ricordo di Nikolajewka
La numerosa partecipazione della sezione a Solighetto, ha dato risalto alla manifestazione del 22 gennaio, nel profondo
ricordo della tragica battaglia di Nikolajewka.
Il semplice e suggestivo incontro — tanto bene organizzato dal capogruppo cav. Giovanni Pansolin e dai suoi
collaboratori con la particolare messa officiata dal parroco don Francesco in suffragio delle «Penne Mozze», la posa di
una corona d’alloro al monumento ai Caduti, e le poche parole di rievocazione pronunciate
dal presidente della sezione prof. Vallomy, hanno caratterizzato la cerimonia, nella singolare commemorazione di coloro
che nella steppa russa hanno dato in olocausto la giovane vita, premiando i superstiti con la libertà e il ritorno al
proprio focolare.
E noi viventi il meno che possiamo fare è rivolgere a Dio una preghiera, che sgorghi dall’intimo del nostro animo perché
Egli li accoglie nel regno dei giusti.
Analoghe manifestazioni si sono svolte in altre città, in particolare e in modo solenne a Brescia.
Tanti auguri Mons. Pivetta
Il nostro presidente prof. Giacomo Vallomy si è recato a portare l’augurale saluto a mons. Raffaele Pivetta —.— nostro
cappellano per vari anni
ricoverato presso la casa di cura «Gironcoli». Con gli auguri affettuosi di una sollecita convalescenza, Gli esprimiamo,
con l’occasione, la gratitudine per la sua generosa realizzazione dell’ opuscolo comprendente i nomi di tutti i nostri
Caduti della guerra 1915/18 ed altre notizie sezionali.
Da « ESPERIENZE », periodico ANLA di marzo 1984.
L’intelligenza non si arresta nella vecchiaia
Non è vero che invecchiando l’intelligenza si appanna: lo conferma il prof. Paul B. Baltes, direttore dell’Istituto
Max Planck di Berlino per l’educazione e lo sviluppo umano.
Se si vuole valutare l’intelligenza in rapporto all’età, grazie a tests «mentali» ben codificati, si deve anche tener
conto dei lettori ambientali che possono condizionarne, diciamo così, l’efficienza. Molti anziani vivono in condizioni
disagiate e ciò influenza negativamente le loro residue capacità di apprendimento.
Secondo una ripartizione schematica potremmo dire che l’intelligenza si divide in «intelligenza fluida» ed «intelligenza
cristallizzata».
La prima si caratterizza per i processi immediati di percezione cognitiva (dalla formazione dei concetti astratti alla
ricerca della soluzione dei problemi), la seconda coinvolge aree nelle quali le conoscenze sono già state acquisite
attraverso l’educazione.
L’intelligenza fluida si sviluppa presto e gradualmente declina con l’età mentre quella cristallizzata mostra un
progressivo, costante sviluppo.
Studi effettuati su gruppi di anziani (età media anni 69) hanno evidenziato peraltro che, attraverso opportuni tests, si
riuscivano a migliorarne anche le capacità di apprendimento. Una conferma di ciò la si è avuta osservando un deciso
miglioramento di alcune funzioni intellettive (compresa quella mnemonica) in soggetti trattati con detti tests. Il che
dimostra come le strutture encefaliche, deputate a tali funzioni, abbiano sempre un certo grado di plasticità e non
divengano inerti con l’età.
Ne deriva che distinguendo tra il potenziale massimo ed il reale livello funzionale si può (e si deve) sfruttare la
«riserva latente» (cioè la differenza tra livello funzionale e massimo potenziale).
Piero Airaghi