BATTAGLION CADORE |
Dicembre 1985 |
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Anche quest’anno, come ormai tradizione, i «veci», «meno veci» e familiari si sono riuniti a Pieve di Cadore per
ricordare, insieme ai «figl » alle armi la ricostituzione del loro glorioso Btg. «Cadore».
Il 25 Agosto, in una bella giornata di sole di montagna, si sono ritrovati in piazza Tiziano, venuti, oltre che dal
Cadore centrale, da Zoldo, dall’Ampezzo, dall’Alpago, dal Comelico, dal Trevisano, in particolare dal Coneglianese e dal
Vittoriese, anche dall’Emilia e Romagna e Lombardia.
Dopo un primo scambio di saluti, alle 9.45 S. Messa nella chiesa arcipretale, celebrata dal cappellano militare don
Sandro, poi onori ai Caduti cadorini, presente il sindaco di Pieve di Cadore con bandiera del Comune, decorata di M.O.
al V.M. Poi, con fanfara della «Cadore» in testa, corteo fino alla caserma «Calvi», applauditissimo anche da pazienti
turisti in transito.
In caserma ci fu una graditissima sorpresa la presenza del gen. Eugenio Mochi, comandante della Brigata «Cadore». Oltre
alle autorità civili e militari, alle eleganti crocerossine, alle associazioni d’arma, ai rappresentanti di numerose
sezioni A.N.A. (Conegliano era molto ben rappresentala dal suo socio fondatore Cap. Giacomo Soravia, Vecchio cadorino) ,
erano presenti due generali ed alcuni ufficiali superiori che già prestarono servizio al «Cadore» dopo la sua
ricostituzione.
Alla Caserma «Calvi», onori alle bandiere ed al vecchio gagliardetto del Battaglione in guerra, al Comandante della
Brigata «Cadore» ed al Comandante del Btg. «Pieve di Cadore», T. Col. Onelli, poi, tutti, onori ai Caduti del Btg
«Cadore».
Il T. Col. Onelli, dopo una stringata relazione sull’attività del Battaglione, ha salutato e ringraziato tutti per
l’attaccamento ai giovani alpini in armi; gli rispose, a nome dei «veci», il dr. Franco Brambilla, che fu brillante e
cosciente comandante
della 67° Cp. in guerra, ringraziando ed augurando a tutti di continuare a sentire quell’attaccamento al nostro
Battaglione come noi lo sentiamo ancora dopo quasi cinquant’anni.
Il gen. Mochi desiderò esprimere il suo compiacimento nel constatare i legami che si sono mantenuti attraverso
generazioni d’alpini che portarono la gloriosa nappina rossa del «7°»
Gli oratori furono a lungo applauditi per la validità delle loro parole e per la concisione dei loro interventi.
Dopo gli onori alle bandiere ed ai comandanti che lasciavano il piazzale, ci fu il «rompete le righe» e si scatenarono
le « ciàcole » fra amici. Alle 12,15 tutti a tavola, ottimo « rancio speciale »!!!
Con la protezione di S. Maurizio tutto bene!!!
«Un Vecio»