60° DELLA SEZIONE DI CONEGLIANO


Dicembre 1985

Hanno giurato le reclute del Btg. Alpini "VICENZA "

Al Gruppo "CONEGLIANO" di Artigliera da Montagna
la cittadinanza onoraria


Fumogeni tricolori si disperdono nell’aria dopo il giuramento delle reclute



Il sindaco dr. Giubilato consegna l’attestato della conferita
cittadinanza onoraria al Gruppo «Conegliano».
Da sinistra il magg. Parisotto, il ten. col. Barbera,
il gen. Federici e il col. Rossotto.


il palco delle autorità, da sx il dr. Leonardo Caprioli presidente
nazionale Ana, il prof. Carlo Bernini presidente della Regione
Veneto, la medaglia d’oro cap. Zani che ha fatto da padrino
al giuramento, il rappresentante del governo on. Marino
Corder, il sindaco dr. Pietro Giubilato, il gen. Benito Gavazza.


Campo sportivo, in primo piano i famosi «muli» alpini con
una batteria di cannone sulla groppa, dietro i reparti
ppredispongono lo schieramento.


La fanfara della «Julia» si esibisce durante lo schieramento.o.

I boce del 4° scaglione 1985 dei Btg Vicenza hanno giurato fedeltà alla Patria nel pomeriggio del primo giugno 1985attorniati da un’imponente partecipazione di folla ed alla presenza di autorità civili e militari.
La cerimonia che ha stupito per la stupenda organizzazione e per l’alto grado di preparazione ed esecuzione è stata magistralmente orchestrata dal Comandante della Brigata Gen. Federici, dal Col. Pontello, dal Magg. Parisotto e da numerosi altri ufficiali.
Per la città di Conegliano si è trattato di un avvenimento unico, probabilmente irripetibile, che ha lasciato un ricordo entusiastico.
Ad avallare ciò, riportiamo quanto hanno scritto alcuni organi d’informazione.
Da « Il Gazzettino »:
Gli alpini della sezione Ana di Conegliano e della brigata Julia hanno regalato alla città una manifestazione imponente e commovente. Le reclute del quarto scaglione 1985 hanno giurato al campo sportivo alla presenza dell’on. Corder, del presidente della Regione Bernini, di molte autorità e di migliaia di persone. Bisogna dire subito, sotto il profilo tecnico, che le truppe hanno dimostrato un grado di addestramento e di concentrazione tale da far ritenere che ci si trovava davanti ad un esercito di serie «A» e non di serie «B». Non ha disturbato la cerimonia l’umanissimo «ripiegamento» di un alpino colto da un leggero malore. Fin dall’inizio della manifestazione si è capito con chi si aveva a che fare, quando è entrato in campo un reparto someggiato. Con un tempismo da "licenza premio", è stato montato davanti alla tribuna un vecchio pezzo di artiglieria. C’era un caporale che aveva la voce più forte dei tromboni della fanfara della Julia. Momenti di commozione con le note dei musicisti. Commozione soprattutto all’ arrivo dei reduci del Gruppo Conegliano guidati dal comandante col. Domenico Rossotto, figura che a 92 anni meriterebbe ancora un articolo. Era circondato da un gruppo di vecchietti che lo guardavano con la venerazione che i fanciulli hanno per i loro idoli. La emozione ha colpito tutti e sulle tribune autorità e ospiti sono rimasti in piedi anche quando si poteva stare seduti.
La cerimonia era inizia a con gli onori al gonfalone del comune di Conegliano, portato dal sig. Zanchetta, e allo stendardo della sezione ANA, accompagnato dal vice presidente Brunello.
Quindi l’arrivo delle bandiere di guerra del gruppo Conegliano e dei battaglioni Vicenza e Cividale. I reparti sono stati passati in rassegna dall’on. Marino Corder, rappresentante del Governo, e dal gen. Gavazza, comandante del IV corpo d’armata. L’ allocuzione è stata tenuta dal ten. col. Remo Calò, comandante del « Vicenza ». Perfetto, coreografico finché si vuole, ma anche molto sentito, il «giuro» delle reclute, accompagnate da un colpo di cannone a salve, fumate tricolori e voli di aerei.
Il cap. Luciano Zani, medaglia d’oro, ha fatto da padrino.
Un saluto è stato portato anche dal gen. Moizo, mentre il sindaco Giubilato ha insignito il gruppo Conegliano della cittadinanza onoraria ed ha premiato con il gen. Federici gli alpini distintisi durante l'addestramento.

Da « Il Quindicinale »:
Il campo sportivo centrale della città è stato invaso fin dalle prime ore di sabato 1 giugno da centinaia di persone: familiari delle reclute giunti da ogni dove, alpini delle sezioni delle tre Venezie, semplici cittadini.
Il 4° scaglione alle armi del Btg. « Vicenza » di stanza a Codroipo, del gruppo « Conegliano di artiglieria da montagna, e del gruppo «Cividale» in tenuta da sci, avrebbero prestato giuramento di fedeltà alla Repubblica nella città di Conegliano.
Il fatto, unico nella storia cittadina, era stato preparato meticolosamente da Battista Bozzoli e dagli altri componenti il comitato che aveva allestito le manifestazioni del 60°.
Mentre il campo sportivo si andava riempiendo in ogni ordine di posti anche sulle tribune delle autorità, la fanfara della brigata alpina «Julia» partiva dal centro urbano, con le autorità, per depositare corone di alloro in onore ai Caduti al monumento di Piazza IV novembre, alla lapide di Piazzale S. Martino che ricorda la nascita a Conegliano del «7° alpini», un reggimento ormai carico di gloria ed entrato nella storia delle truppe italiane, ed infine al monumento alla Liberazione in via Istria.
Alle 17 in punto dopo diversi caroselli applauditi dalla fanfara (alcuni eseguiti anche con brani di musica jazz) ha avuto inizio la cerimonia ufficiale mentre il campo veniva sorvolato da un aereo d’epoca che lanciava volantini tricolori.
Il sottosegretario allo interno on. Marino Corder in rappresentanza del governo ed il gen. di corpo d’armata alpino Benito Gavazza accompagnati dal gen. Luigi Federici e dal col. Giorgio Pontelli hanno passato in rassegna le truppe rendendo gli onori alle bandiere di guerra. Poi il ten. col. Remo Calò comandante del Btg. Vicenza ha presentato la cerimonia e pronunciato la formula del giuramento. Un colpo di cannone sparato a salve, mentre nel cielo si levavano i fumi dei candelotti tricolori, ha chiuso la cerimonia.
La fanfara della «Julia» ha poi percorso in lungo e in largo il centro della città mentre le reclute che avevano prestato giuramento si sono avvicinate ai familiari in attesa per qualche momento di festa.