CADORE


Dicembre 1986

I veci e bocia del “Cadore” a 32 anni dal primo incontro


La rappresentanza della nostra Sezione con Alfredo Molinari.

L’ultima domenica di agosto a Pieve di Cadore si sono incontrati i veci e le reclute del battaglione “Cadore”, per l’annuale festa degli Alpini dalla nappina rossa.
Quando, nel dopoguerra, in fase di ricostruzione dell’esercito venne messa in forse la rinascita dell’unità Cadorina, furono espressi voti da più parti per il ritorno nella loro sede dei reparti del “Cadore”. Così, ad un anno dalla data dell’avvenimento si ebbe uno spontaneo raduno di ex effettivi nella vecchia caserma “Calvi” di Tai per festeggiare l’avvenimento. E così l’anno successivo e poi ancora con l’intervento delle Penne Nere, di ogni grado, ai quali si unirono poi i familiari, tanto che la celebrazione è andata assumendo via via, il carattere di una festa popolare alpina.
Animatore è sempre, come la prima volta, l’amico ten. Alfredo Molinari, presente su tutti i fronti in cui si trovò schierata il battaglione, figura di ufficiale molto nata ai “veci”, ma anche ai giovani.
Numerosa come sempre la partecipazione, la nostra sezione è stata rappresentata da diversi soci, tra cui l’avv. Travaini, Mondo Piaia, Guerriero Vascellari e il vice-presidente Brunello, nell’occasione alfiere del Vessillo.
Dopo la Messa nella arcidiaconale di Pieve e la deposizione di una corona a ricordo dei Caduti, si è formato un corteo, con la fanfara della Brigata alpina “Cadore” in testa, che da piazza Tiziano a Pieve ha raggiunto la caserma di Tai.
Il comandante ten. col. Stella nel dare il benvenuto ai cittadini che gremivano il vasto cortile della caserma ha affermato che i suoi Alpini, schierati in armi tengono vivo il prestigio del battaglione, anche prendendo contatto con una realtà che attinge al valore e alle tradizioni locali. Ha voluto accennare alle condizioni di vita durante il servizio militare, senza entrare in polemica con talune prese di posizione, ha affermato che se il periodo militare ha risvolti nostalgici per i “veci”, ha pure il valore di formazione dei giovani alla vita civile.