ASSEMBLEA DEI DELEGATI SEZIONALI


Giugno 1988

6 MARZO 1988
IL PROF. GIACOMO VALLOMY RICONFERMATO PRESIDENTE


Vallomy con il presidente
Caprioli

L’8 marzo, presso l’auditorium della Casa Fenzi, messoci cortese mente a disposizione dall’amministrazione comunale, ha avuto luogo l’annuale assemblea ordinaria dei delegati sezionali, per la trattazione del seguente ordine del giorno:
1 - Verifica dei poteri;
2 - Nomina del Presidente e del Segretario dell’Assemblea ed almeno 3 scrutatori;
3 - Lettura del verbale dell’Assemblea precedente;
4 - Rendiconto morale anno 1987;
5 - Esposizione del rendiconto consuntivo 1987 e del Bilancio preventivo 1988;
6 - Relazione dei Revisori dei Conti;
7 - Relazione sul periodico “Fiamme Verdi”;
8 - Quote sociali 1989;
9 - Discussione sulle relazioni e loro approvazioni;
10 - Nomina dei Delegati (Otto) all’Assemblea Generale di Milano;
11 - Elezione mediante votazione del Presidente sezionale in sostituzione del prof. Vallomy, SCADUTO e RIELEGGIBILE;
di n. 5 Consiglieri in sostituzione di: Renato Brunello: SCADUTO e NON PIU' RIELEGGIBILE; e di Chies Lino, Geronazzo Nino, Dall’Anese Antonio e Granzotto Elio, SCADUTI ma RIELEGGIBILI per un altro TRIENNIO.
I lavori si sono aperti alle ore 9, alla presenza di 165 delegati sui 165 aventi diritto.
L’assemblea è stata presieduta da Raimondo Piaia, e quale segretario Steno Bellotto, mentre hanno funzionato da scrutatori i soci alpini Carlo Breda, Nicola Stefani e Miche le Pilla.
Nell’assumere la presidenza Piaia così si è espresso:
— Quando una persona fa parte di una comunità ed è chiamato ad assumersi in maniera responsabile determinati impegni ha il dovere di cogliere l’invito e di assumere la responsabilità, ed è con questo spirito che io non posso che ringraziar Vi per la stima che mi avete attribuito stamattina ed io auguro a me stesso, prima di tutto, per la responsabilità che mi avete dato, auguro a me stesso un buon lavoro e auguro un buon lavoro a tutti voi. Detto questo penso sia bene passare all’ordine del giorno, anche per non perder tempo.
Tralasciando il punto primo, in quanto la verifica dei poteri è stata rimandata all’atto della consegna delle schede di votazione, ed il punto secondo in quanto è stato espletato, il presidente Piaia passa la parola al presidente sezionale Vallomy per la sua relazione morale:
Non abbiate paura che io voglia addormentarVi con le mie lungaggini, queste procedure è necessario rispettarle, pertanto io chiedo, come introduzione, di poter accennare a un fatto personale.
Ringrazio gli esponenti della Sezione che in occasione della celebrazione delle mie nozze d’oro han voluto, nonostante l’avessi fatto segretamente, e qui si vede che “radio-scarpa” ha funzionato, han voluto presenziare con una nutrita rappresentanza alla cerimonia per farmi gli auguri. Io li ringrazio anche a nome di mia moglie perchè la cosa mi ha veramente commosso e di questo conserverò un grato ricordo.
All’inizio della seduta è bene che rivolgiamo un pensiero a quelli che sono andati avanti, che ci hanno preceduti e sono andati alla casa del Padre, come si dice adesso.
Assieme a Chies ho partecipato alle onoranze funebri di Periz, presidente di Vicenza.
Successivamente altro lutto nella famiglia alpina: con Brunello, Chies e Longhino sono andato a Belluno per l’estremo saluto a Rodolfo Mussoi, presidente della Sezione di Belluno, e pensavo..., dopo verrete anche alla mia. Un grave lutto ci ha colpiti nella cultura della famiglia alpina. Il26dicembre è de- ceduto all’ospedale di Roma Aldo Rasero, generale e combattente ma soprattutto come uomo di cultura; è lo storico delle truppe alpine.
Se non temessi di dilungarmi troppo vi leggerei una lettera in cui ringrazia la Sezione di Conegliano che gli inviava regolarmente le Fiamme Verdi, che egli legge va per essere informato di tutto, ringraziando la Sezione per la menzione che avevamo fatto per la sua ultima ed importante pubblicazione: “La storia dell’eroica Cuneese’
Altro lutto nella famiglia alpina è la morte di Beppi Novello, 90enne, l’ultimo dei fondatori della nostra Associazione. Beppi Novello è conosciuto nel campo dell’arte, della pittura, della letteratura artistica e dobbiamo ricordalo perchè, pur essendo già anziano, ha partecipato, come capitano, a tutte le guerre ed ha avuto anche l’onore di andare in un “lager” di prigionia. Chiudo questa serie di commemorazioni rivolgendo un pensiero ad un alpino della nostra Sezione: Italo Zambenedetti, che abbiamo accompagnato alla Chiesa di S. Maria delle Grazie e che abbiamo pianto, non solo come un ottimo e generoso alpino, ma un giovane che lascia una famiglia a soli 48 anni.
Dovrei rievocare altre persone, ma queste mi sembra doveroso ricordarle; vogliamo pertanto osservare per la loro memoria un minuto di silenzio.
Come ricorderete nella relazione dello scorso anno avevo sconfinato da problemi riguardanti la nostra Sezione; mi ero intrattenuto nel finale su problemi che erano di carattere nazionale, richiamando la situazione del nostro Paese negli anni ‘19-’20, mi ero permesso di dire che i problemi politici erano validi allora e lo sono tuttora, anche per la Sezione.
Analoghi problemi si presentano ancora alla nostra attenzione e penso che se vogliamo essere in tono con le caratteristiche della più importante Associazione di base italiana, l’Ass. Alpini, anche quest’anno il punto saliente della mia relazione sarà costituito da considerazioni relative e gravi che nessun cittadino può ignorare e trascurare.
Pertanto, dopo una rapida rassegna di notizie interessanti e salienti che riguardano la nostra Sezione e i nostri Gruppi, ci limiteremo a considerare con serietà alcune vicende morali, sociali e anche politici, che non possono lasciarci indifferenti.
Il 24 marzo 1987 sono entrati in attività i nuovi Consiglieri ed i due Vice-presidenti Renato Brunello e Lino Chies che sin d’ora ringrazio per la generosa e sincera collaborazione, collaborazione che mi ha aiutato a non fare brutte figure.
Il 19 fra i tanti auguri pasquali pervenutimi ho ricevuto, e lo ringrazio adesso, una “alpenstock” pasquale da parte del presidente di Valdobbiadene, Rossi.
Mi riservo di far stampare a suo tempo, magari in fotocopie, gli auguri inviatimi che sono veramente originali e simpatici. Terminano così: ‘Buona Pasqua e così sia, buona Pasqua Verdi Fiamme, buona Pasqua Patria mia”.
Il 25 aprile, con una bella rappresentanza della Sezione, abbiamo partecipato alla Cerimonia dell’anniversario della Liberazione e dopo la cerimonia, in Sede, è stata offerta una bicchierata alle civiche autorità che hanno gradito questa nostra attenzione. Penso che questo sia un mezzo per discorrere dei nostri problemi e per interessarci delle attività della Città che ci ospita in forma simpatica e cordiale.
26 aprile, la gran festa del Gruppo di Colfosco. E stato festeggiato il 30° anniversario della fondazione inaugurando un monumento dedicato ai Caduti Alpini; opera del M.o Bruno Sala e dello scultore 5. Grillo, con la collaborazione dei vari Montese, G. Dal Pos e di A. Zoppas.
Voglio ripetere il mio favorevole giudizio per la manifestazione di quel Gruppo, forse favorita anche dal magnifico paesaggio, dove è stata celebrata la 5. Messa, ai piedi del Cristo d’Isonzo.
Di là si spaziava sul Piave, si vedeva in lontananza il Monumento ai Caduti di Nervesa, e l’atmosfera spirituale che quella visione ci ispirava forse m’ha ispirato le parole che ho detto e che mi sembra abbiano ottenuto un unanime consenso.
Rinnovo la mia soddisfazione al capogruppo Angelo Collotto e ai suoi collaboratori perchè hanno organizzato una cerimonia veramente di ottima riuscita.
17 Maggio l’Adunata di Trento. La partecipazione della nostra Sezione è stata massiccia, il comportamento esemplare e gli Alpini di Conegliano si sono inseriti imperfetta armonia con la manifestazione che ha caratterizzato la 60’ Adunata Nazionale.
Conegliano, è stata in quell’occasione preceduta dagli Alpini di Gaiarine, quali porta insegne della Sezione, e mi auguro che quelli di Mareno facciano, altrettanta bella figura a Torino.
A proposito dell’Adunata; passando in rassegna i numeri dell’Alpino mi son caduti sotto gli occhi gli articoli di Rasero che ricordavano le caratteristiche della varie Aduna te: a Firenze nel 1975 han fatto sentire la loro voce dicendo che non volevano fosse tagliata e sminuita la forza delle truppe alpine. Mi sembra che la richiesta è stata sentita da chi di dovere e gli Alpini non hanno più lamentato diminuzioni.
A Padova nel 1976 la cerimonia è stata commoventissima per il grande afflusso delle Bandiere dei Reggimenti non più ricostituiti e consegnate ai Battaglioni.
Nel 1977 c’è stata l’Adunata “boom“ a Torino dove è stata consegnata la Medaglia d’Oro all’Associazione per gli aiuti dati ai disastrati del Friuli.
Quello che però mi ha maggiormente colpito è stato l’articolo dell’Adunata di Modena. Ve lo ricordate il motto degli Alpini a Modena?: “No alla violenza “, queste erano le scritte e i motti che capeggiavano sugli striscioni degli Alpini. Purtroppo vien da pensare che dovremmo ripeterli in tutte le nostre adunate perchè non è finita la vio lenza.
Dovremmo aggiungervi ancora “No alle ruberie”, “No alla Camorra “, “No agli imbrogli”. In ogni modo la pio recenteAdunata di Trento e stata un abbraccio con la città di Dante,’ e Dante rappresenta l’Italia.
Credo abbiate presente il monumento a Dante che con la mano alzata protesa verso le Alpi sembra dire: “La sono i confini della nostra Patria!”.
Ebbene in quell’adunata abbiamo raccolto un motto che mi per- metto di ricordarvi e che è tratto dal nobilissimo discorso del presidente Caprioli: “Noisiamo uomini liberi e tali vogliamo restare!”.
Questo è il riassunto di tutto un programma morale che appunto desidererei non dimenticassimo.
Le nostre Adunate hanno un loro significato, sarà anche un sacrificio per noi, ma è manifestazione di civismo e di patriottismo, quindi confido che proprio il prossimo maggio all’Adunata di Torino, veda la Sezione di Conegliano numerosa e compatta, ordinata e fiera; come fiero sarà il sottoscritto di sfilare con voi nella capitale del Risorgimento, nella città dei miei avi, nella città che ho amato da studente.
Il 23 maggio il capogruppo di Pieve di Soligo ha celebrato, assieme ai suoi Alpini, la 10° Rassegna dei Canti Corali. Una bella data a cui ho partecipato e che è stata commentata assai bene su “Fiamme Verdi”.
Mi direte che vengono fatti tanti raduni e tante rassegne corali. Mica vero!Perchè quella rassegna ha un carattere soprattutto e per i cori invitati e per la tradizione.
Badate bene, noi il canto corale forse lo trascuriamo. un p0 esso è educativo ed è mezzo di espressione del nostro animo, dello spirito delle montagne, dello spirito stesso degli alpini, canto che noi dovremmo coltivare di più. Direte voi: ma abbiamo le orchestre, le bande municipali!Dirò che talvolta sono un po‘ solo rumorose e a mio giudizio non con sentono l’espressione e la partecipazione così intensa e così umana. Perdonate, ma è solo un mio giudizio.
In quella relazione, caro Brunello, hai riportato una pagina di Bedeschi, non so se tutti l’hanno letta.
Vi invito pertanto a rileggerla perchè è veramente una pagina scritta da un Alpino e da un grande uomo.
24 Maggio. Con il V Presidente Chies e Dall’Anese ho partecipato al convegno nazionale dei Delegati a Milano dove è stata fatta una relazione sulle elezioni dei Consiglieri Nazionali. Il presidente Caprioli mi ha chiamato in disparte ed ha avuto di che lamentarsi per certe “grane” che il “Triveneto “gli attribuisce e di cui non trovo il tempo di parlarvene.
Il 27 maggio ho scritto a nome della Sezione al Gen. Benito Gavazza, promosso Comandante delle Forze Terrestri Sud-Europa, una lettera di felicitazioni ed auguri per averci personalmente data la notizia.
Il 31 maggio, non so per quali impegni ero assente,forse perchè in Piemonte, ho ricevuto una lettera dal Capogruppo di Sernaglia per presenziare alle celebrazioni del 35° di fondazione del Gruppo.
Dall’esauriente relazione su “Fiamme Verdi” è stato posto in risalto il gemellaggio alpini bersaglieri e soprattutto il senso di cordialità e di affetto dimostrato dagli Alpini di Sernaglia nei confronti dei ragazzi delle scuole elementari.
Mi compiaccio con il Capogruppo e con l’occasione lo incarico di portare un saluto al sindaco Camilli, mio ex allievo, che tanto bene vuole al Gruppo di Sernaglia.
Mi direte che sono monotono ma sono soprattutto preoccupato di non lasciare in silenzio certe cose che possono far piacere agli interessati.
Il 10 giugno, alle ore 18.30, è stato offerto nella nostra Sede un rinfresco alle autorità ed ai Consiglieri. Il bel tempo ha favorito la preparazione nel giardinetto e la cosa ha avuto un ‘ottima riuscita anche perchè il servizio di ristorazione è stato curato dalla ditta Lazzarin di Susegana. Purtroppo il giorno feriale, e forse l’ora, non hanno consentito a molti Consiglieri di essere presenti; sarebbe stato un bene, perchè è un atto di cordialità e di contatto.
Il 22 giugno abbiamo avuto un incontro nella sede municipale con il Sindaco a cui abbiamo proposto di partecipare al nostro programma per la celebrazione del Centenario di fondazione del 7°; con me erano presenti i due vice-presidenti, Geronazzo, Piaia, De Zan.
Voglio leggervi la lettera che il Sindaco ci ha mandato, anche perchè è un documento che attesta i buoni rapporti che intercorrono tra noi ed il Comune di Conegliano. “E certamente un onore per la Città di Conegliano l’aver dato i natali ad un Reggimento che tanto degnamente è entrato nella tradizione militare del nostro paese. L ‘Amministrazione Comunale sicura di interprretare i sentimenti della cittadinanza, assicura pertanto sin dora la propria collaborazione per la miglior riuscita della manifestazione. Ulteriori aspetti organizzativi saranno esaminati appunto il 22 giungo“.
Proposto il nostro programma, lo stesso giorno è entrato in azione il gruppo di lavoro della nostra Sezione al quale dobbiamo un enorme debito di riconoscenza per l’impegno e la generosa opera dedicata all’organizzazione dei festeggiamenti del Centenario.
Per la cronaca vi elenco alfabeticamente i nominativi dei componenti ditale gruppo: Valerio Bortolotto, Renato Brunello, Antonio Cais, Lino Chies, Piero De Zan, Paolo Gai, Nino Geronazzo, Raimondo Piaia, Davide Tardivel, Giovanni Zanella e Aristide Zilio.
Questo Comitato ha lavorato seriamente, senza risparmiare le ore e le noie, ed i risultati sono stati veramente lusinghieri. Pertanto rinnovo al gruppo di lavoro, ed a quanti lo hanno assecondato, il senso di gratitudine. Se mi ritenessi un pigro vi direi: “Leggete il 2° numero di Fiamme Verdi, quello di Dicembre, là ci sono tutte le relazioni ed i risultati di quello che abbiamo fatto, anzi, quel che avete fatto “.
Nel saluto che ho scritto per gli Alpini della Sezione vi ho invitato a conservare quel numero di”Fiamme Verdi”, è un documento storico perchè vi è documentato ciò che é stato fatto nei giorni 2, 3 e 4 ottobre 1987. Giornate memorabili!
Così, a braccio, voglio dirvi le impressioni che ho riportato dalla commoventissima cerimonia dell’inaugurazione del “Percorso Vita” alla Nostra Famiglia.
E stato un dono che ha qualificato la nostra Associazione, e qui debbo nominare due persone in modo particolare: Gai e Zilio.
La presenza del Vescovo e del Presidente Nazionale, ha dato la prova che avevamo scelto bene, tanto che prima di partire il presidente Caprioli mi ha incaricato di salutare tutti gli Alpini della Sezione dicendomi tra l’altro: “Questa è la direzione giusta, continuate!”.
1118 luglio la radio dava la notizia di quanto avveniva in Valtellina, un profondo senso di tristezza mi ha colto ed ho apprezzato in modo particolare l’importanza della presenza dei nostri associati che colà si sono recati per prestare aiuto nei paesi sinistrati.
I due vice-presidenti hanno organizzato una equipe di volontari ed è bene vi citi i loro nomi: ad Albaredo nei pressi del rifugio Alpe Lago, Brunello Renato, Santin Massimo, Zoppas Giancarlo, Carlet Giovanni, Burgio Franco, Marcon Alessandro, Stefani Nicola, Negro Pierangelo, Bertazzon Lino, Baldi Silvano, Peruch Stefano.
Nella località “Le Prese” di Sondalo, Brosio, Danieli Andrea, Rui Sandro, Bet Santino, Somera del Gruppo Parè, Borean Lionello, Stragafede Andrea (amico degli Alpini) e Bazzo Alessandra. Quindi la Sezione di Conegliano ha risposto generosamente a questo appello. Su “Fiamme Verdi” sono riportate le lettere di ringraziamento sia del presidente Caprioli che del responsabile della Protezione Civile, Antonio Sarti.
Il 3 ottobre l’istituto “La Nostra Famiglia” ha ospitato la nostra Sezione, il Vescovo ha benedetto il “Percorso vita” e la cerimonia è stata diretta, per quanto riguarda il taglio del nastro e le direttive del percorso, da Raimondo Piaia e da Nino Geronazzo.
Non posso dirvi tutto quello che abbiamo provato o che avete sentito il 4 ottobre in piazzale 5. Marti no, quando è stato tolto il velo tricolore dalla lapide che ricorda il Centenario del “7°”.
Nobilissimo il discorso del Gen. Cauteruccio e del Sindaco di Conegliano.
Ci siamo quindi trasferiti a Parè dove è stata celebrata la Messa al Campo e dove è stato tagliato il nastro per l’inaugurazione della Via degli Alpini e dove ho detto anche qualche parola che forse ricorderete.
Qualcuno ha biasimato la presenza dei giocatori nello stadio vicino, ma non hanno arrecato disturbo alcuno, sia durante la cerimonia che durante il magnifico carosello della Fanfara della Brigata Cadore.
La chiusura di queste due manifestazioni è andata ad aumentare il prestigio della nostra Sezione, manifestazioni che abbiamo il dovere di continuare e mantenere mediante altre generose iniziative.
Il 22 ottobre sono stati invitati in Sede tutti gli Alpini ed amici degli alpini che hanno collaborato al riassetto della Sede stessa.
E stata questa una iniziativa che dobbiamo al Comm. Giovanni Daccò, alpino che vuol bene e si prodiga sempre per la nostra Sezione; e così Mario che ha degnamente preparato il rinfresco ed ha collaborato alla sua riuscita, coadiuvato dai suoi collaboratori.
Ringraziandoli per l’aiuto abbiamo consegnato anche, delle tessere di Amico degli Alpini e di distintivi a quanti, all’infuori dell’Associazione, hanno contribuito per tali riassetti. E bene precisare che il tutto non ci è venuto a costare un soldo; infatti il contributo in materiali è dovuto a De Nardi di San Fior, per i due cancelli estensibili; a Rosa da, sempre di San Fior, per la fornitura di circa L. 250.000 di legname; all’impresa di Gastone Tonon per il cordolato in cemento; a Vittorio Dal Bo per le lampade, i fari e il materiale elettrico che con il lavoro eseguito supera il mezzo milione.
Speriamo che Dal Bo non si "stufi", ma è bene che lo ricordi perchè è un benemerito. Inoltre hanno contribuito Antonio Morassutti per ferramenta varie e Neon Lauro. Alla mano d’opera hanno contribuito Vittorio Dal Bo, Adriano Moretti, Mario Longhino, Mario Bit, Arcangelo Tonon, Francesco Crepaldi, Italo Daccò, Mario Breda ed altri dipendenti dell’OMAD.
Voglio precisare che la spesa sostenuta per offrire loro questa bicchierata è stata di L. 232.000, spesa che è stata sostenuta da offerte di Alpini; e questo perchè non si vada a dire che abbiamo a sperperare dei soldi e vi garantisco che, per far tirar fuori i soldi è maestro insuperabile Giovanni Daccò.
Il 27 ottobre, con la presenza di Consiglieri, Capigruppo e Revisori dei Conti è stato esposto il resoconto morale e finanziario dei giorni 3 e 4 ottobre.
Ho voluto sottolineare in quella occasione la lezione morale attuata degli Alpini con il “percorso vita “, ringrazio tutti ed in modo particolare il comm. Alfredo Battistella per la sua generosa oblazione di un milione e mezzo perla lapide che è stata murata nel piazzale S. Martino.
Il 14 novembre ho partecipato alla commemorazione del 60° di fondazione del Gruppo di Ogliano.
Invitato dal V Presidente Chies ho assistito alla S. Messa in suffragio ai Caduti. alla posa della Corona al Monumento e al mazzo di fiori alla tomba del Fondatore del Gruppo, alpino Luigi Chies; quindi è stata portata una seconda corona ai caduti di Scomigo.
Voglio sottolineare la semplicità di questo 61°, del tutto coerente col modo di pensare del vice Chies.
Abbiamo purtroppo avuto in Consiglio delle discussioni per quanto concerne le esigenze dei Gruppi: c’è chi vuole celebrare il 10°, chi il25°, chi questo e chi altro; fatto sta che dovrebbe essere sempre una festa.
Più di uno l’ha fatto in sordina, ma in modo particolare la tesi sostenuta da Chies è stata dimostrata con la celebrazione intima, semplice, ma veramente sentita del Gruppo Alpini Ogliano per il suo 61T.
il potere amalgamatore della nostra Associazione nel coltivare l’amicizia e nel coltivare anche sentimenti di bontà e di civiltà l’ho potuto sentire in tutta la sua utilità quando ho presenziato alla cena di quel Gruppo, attorniato da un nutrito gruppo di Alpini e loro familiari, e questo il 7 novembre.
Il 14 novembre, nella Chiesa dei Cappuccini, è stata celebrata una S. Messa in suffragio di tutti gli Alpini caduti ed abbiamo commemorato il 115° anniversario della fondazione del Corpo degli Alpini. C’erano i due vice presidenti, Longhino con il Labaro, ma in quell’occasione ho potuto notare che i rappresentanti dei Gruppi erano veramente pochini.
Per iniziativa del Gruppo Susegana e del geom. Maretto, che ne è capogruppo, nella loro bella sede è avvenuto un incontro, con parecchi invitati, per la conferenza del gen. Luoni, presidente naz.le degli Arditi d’Italia, il quale ha presentato anche un suo libro. La conferenza basata sulla guerra 1915-18 ed una rassegna sulla Guerra di Francia e d’Albania è stata veramente un po’ pesantina; comunque subito dopo ci siamo rifatti con una bicchierata meravigliosa.
In quell’occasione era presente anche un ardito 9oenne, il prof. Buso; non so se sia proprio quello che
andato incontro ad una sciagura automobilistica e se tra voi qualcuno lo conoscesse gli sarei grato se portasse al prof Buso il nostro augurio e i nostri saluti.
A proposito di inviti. Ricevo molti inviti per andare a cena qua e là. Scusatemi se non mi sento atleta in tale senso, gli inviti sono costretto a devolverli ad un mio rappresentante e dovreste capirne il motivo, non è per disdegnare la vostra gentilezza.
Assieme al vice Brunello il 4 dicembre ci siamo recati a “La Nostra Famiglia “per presenziare al dono di una carrozzella ortopedica per
ragazzi bisognosi, dono questo offerto dagli Alpini di Collalto che sono intervenuti numerosi assieme al capogruppo Collet.
Iniziativa generosa ed in carattere con la tradizione che abbiamo instaurato con la nostra presenza alla Nostra Famiglia.
Molto graditi sono stati gli auguri che abbiamo portato a Mareno, sia pur accompagnati da panettoni; e debbo dire che anche qui la nostra presenza e la gratitudine ci è stata dimostrata dalla direttrice Gigliola.
Al Ristorante Cima, il 5 dicembre, fra gli invitati all’annuale cena della Sezione c’erano il Gen. le Zaro, comandante la Brigata Julia; il ten. col. Carnaia, rappresentante il comando della Brigata Cadore; parecchi ufficiali di entrambe le Brigate; il Cap.no dei Carabinieri, il Tenente di Finanza ed i rappresentanti dell’Amm.ne Comunale. Notevole la rappresentanza dei Gruppi. In tale occasione abbiamo premiato con pergamena il comm. Battistella, il cav. Gai e Zilio per le benemerenze particolari che la Sezione ha nei loro confronti. Per quella circostanza mi è stato scritto da più parti che la simpatia che noi dimostriamo verso le FF.AZ4. è notevolmente sentita e quindi è bene che noi manteniamo tali contatti con le FF.AA.; tanto più che di tanto in tanto ci sono delle critiche avvelenate contro l’Esercito; c’è persino una propaganda di stampo clericale che invita i cittadini a non pagare certe tasse per non aumentare gli armamenti.
Speriamo che questa polemica cessi.
Per le Feste Natalizie vi ho scritto su “Fiamme Verdi” quel messaggio semplice ma sentito, che spero abbiate letto. In esso vi è appunto il ricordo di quanto avevamo fatto e soprattutto l’esortazione ad essere sempre Alpini degni di Conegliano e del 7°.
Domenica 24 gennaio abbiamo ricordato il 45° della Battaglia di Nikolajewka nella tradizionale cerimonia di Solighetto, e questo mentre Piaia, capogruppo città, si reca va con il Labaro ed una nostra rappresentanza alla cerimonia commemorativa di Brescia.
Io sono contento di aver seguito sin dall’inizio questa cerimonia perchè ha una caratteristica particolare. Rinnovo, di fronte a questa Assemblea, il mio compiacimento al capogruppo Pansolin per la sua sensibilità e per il merito di aver preceduto nell’iniziativa in campo nazionale; perchè il ricordo di Nikolajewka è stato celebrato per la prima volta proprio a Solighetto.
In quell’occasione, e qui vado forse fuori dal seminato, ho ricordato un fatto particolare di carattere religioso: quest’anno, in Italia e nel mondo cattolico, è stato dedicato alla Madonna e mi risulta che a Mestre è stata portata un’icona della Madonna che porta appunto il nome di Madonna del Don.
Mi sembra inoltre di aver letto su “L’Alpino” che a turno le Sezioni forniscono l’olio per alimentare la lucerna a questa effige.
Vorrei lanciare un ‘ipotesi che accoglierete se vorrete: perchè non potremmo mettere una riproduzione di questa Madonna a Solighetto o a Conegliano! Di questa Madonna che ha protetto gli Alpini mentre morivano o mentre facevano immani sacrifici per tornare a casa?
La mia relazione praticamente si chiuderebbe qui. Non vorrei ritornare ancora sulle discussioni che son state fatte in sede di lancio o di accettazione delle feste celebrative di carattere sezionale.
La raccomandazione che io faccio anche a nome del consiglio è questa: i Gruppi non si formalizzino se talvolta in sede sezionale non si accolgono le richieste di celebrazioni straordinarie, a suo tempo ne potremo parlare ancora in consiglio perchè tra l’altro bisogna evitare di cadere in manifestazioni prettamente festaiole, anche se motivate da spirito patriottico; ma l’inflazione potrebbe essere dannosa.
Abbiamo, ad esempio, assistito a Bagnolo ad una Messa dove è stato ricordato un Alpino, il Ten. degli Alpini Talamini e mi compiaccio con il Gruppo M.O. Maset per aver dedicato quella Messa in ricordo a Talamini.
Il mio lungo rosario sta per finire e voglio ringraziare di cuore tutti i collaboratori: i due vice-presidenti ed i Consiglieri che hanno fatto sì che la nostra Sezione sia segnalata come una Sezione valida.
Un particolare ringraziamento lo devo al nostro cronista, al redattore di”Fiamme Verdi”, a cui non sfugge niente, e che dedica tanto, tanto tempo per raccogliere notizie e per arricchire questo nostro foglio semestrale che ha avuto nel Concorso della Stampa Alpina un notevole posto nella graduatoria, mi pare il 2°.
Complimenti caro Brunello ed auguri che tu possa continuare in tal senso; vorrei che altri mandassero qualche notizia, scrivere in qualche maniera e aiutare in poche parole.
Mi par di sentirmi dire da qualcuno: “da che pulpito viene questa predica, tu, cosa scrivi?”.
Prima di finire vorrei chiedere se è stato portato un certo “messaggio”; adesso consentite di chiamare sul podio il vicepresidente Chies:
— Il ‘papiro” è in Sede e te lo consegneremo a suo tempo. La motivazione affinché ti concedessero l’insegna di Cavaliere della Repubblica, l’ho formulata consapevole dei tuoi meriti, caro Chies, sia nel campo della nostra Sezione che soprattutto nel campo nazionale.
Già ai tempi del disastro del Friuli, ai tempi di Bertagnolli, e successivamente nell’Irpinia hai operato generosamente e hai tenuto alto
nome nostro e della nostra Sezione. Attualmente occupi ancora il posto di membro della Commissione per il Premio della Montagna, e anche questo ti onora ed anche per noi questo è un riflesso di partecipazione a tutto quanto interessa gli Alpini.
A nome del Consiglio ed a nome dell’Assemblea ti esprimo le mie felicitazioni e le mie affettuose espressioni di riconoscenza ed augurio perchè tu possa così continuare.
Siccome scade il mio mandato di Presidente so che vi aspettate un discorso di addio.
Il discorso mio non è come si suol dire il discorso del cigno, cioè che parla e dopo muore. No!! Io mi limito, come messaggio d’addio, a dirvi grazie della fiducia che mi avete concesso per tutti questi anni e dirvi che sono sempre stato fiero della vostra fiducia e di essere stato Presidente di una Sezione così bella, come quella di Conegliano.
Ho portato in mezzo agli alpini, vene sarete accorti, lo spirito che ho sempre avuto stando a contatto con gli uomini, tanto è vero che mi veniva voglia di dire: “Cari ragazzi, potevo anche dirlo alla mia età, ho in me la trepidazione che qualche volta mi assaliva quando dovevo tenere qualche conferenza o qualche lezione importante ai miei allievi delle scuole di viticoltura al “Galilei”. Trepidazione dovuta alla consapevolezza che un Presidente di Sezione non può scherzare con le parole, non può parlare a vanvera ma deve dare il buon esempio.
Ho letto su un “L ‘Alpino “, non mi ricordo più se di ottobre o novembre, un articolo dove si diceva che
giusto che si faccia largo ai giovani. Sono perfettamente d’accordo, però ci sono due cose da tenere presenti: se la giovinezza ha la fortuna d'aver dalla sua l'efficienza fisica talvolta può anche aver bisogno di imparare. Comunque l’isola verde del nostro giornale è da meditare.
Sono stato invitato da più parti, da amici e da persone qualificate e che valuto tali, ad accettare, qualora questa Assemblea lo voglia, di essere vostro Presidente. So che tutti democraticamente sono di questo parere ed io accetto che nella vostra Assemblea giochi il processo democratico. Grazie e buon lavoro.

Il presidente dell’Assemblea a nome dei presenti ha ringraziato Vallomy per la sua attenta e documentata relazione, e certo di interpretare il pensiero si è compiaciuto con il nostro presidente per le espressioni di gratitudine formulate a favore di coloro che hanno operato con dedizione nell’ambito sezionale e in quello nazionale.
Sono seguite le relazioni finanziarie fatte dal comm. Battistella per il comitato dei revisori dei conti, dal tesoriere Bozzoli per quanto concerne il rendiconto consuntivo e preventivo, e del Presidente del comitato di redazione Brunello per “Fiamme Verdi”.
Quindi si è provveduto alla nomina dei delegati all’assemblea nazionale; hanno accettato i soci: Giacomo Vallomy (per diritto), Lino Chies, Giovanni Zanella, Mario Longhino, Adriano Moretti, Igino Citron. Stefano Stefani e Eugenio Pizzol.
In relazione alla quota sociale 1989 è stata proposta la somma deliberata dal consiglio direttivo, e cioè lire tremila in più della quota richiesta dalla Sede Nazionale: l’assemblea si è pronunciata favorevole.
Prima dell’approvazione delle varie relazioni sono intervenuti Piaia, Citron, Brunello e Chies.
Piaia a nome anche del suo Gruppo ha, tra l’altro, detto: la nostra è una sezione piena di vivacità e di iniziative.., c’è un altro fatto che mi permetterei di sottolineare, ed è questo: quest’anno, ed in modo particolare negli ultimi mesi, s’è manifestato all’interno della nostra Sezione, all’interno soprattutto dei Gruppi, soprattutto dalle generazioni più giovani, desiderio di un diverso impegno.
Avrete notato che gli ultimi arrivati si sentono sì alpini, ma in maniera diversa, e mi spiego.
Se avete letto “L’Alpino” su “la nostra isola verde” gli alpini della Seconda Guerra Mondiale erano diversi da quelli della “Prima “, e noi, i più giovani, ci sentiamo diversi da quelli della “Seconda”.
Cioè è un modo di essere diverso che nasce dalle generazioni che naturalmente si alternano nel pro cesso associativo.
Questo nuovo modo di sentirci Alpini va colto con profondo rispetto da un lato e con molta attenzione; nel senso che è un fermento che dimostra come la vivacità della nostra Associazione si manifesta attraverso questo tessuto di Alpini che si rinnovano gradualmente di anno in anno e noi dobbiamo aprire le porte ai più giovani.
Mi riferisco anche al mio Gruppo, il Gruppo Città, dove quest’anno abbiamo accolto cinque nuovi alpini congedati di recente. Però questo innesto va fatto nella continuità di chi ha dato vita ed ha fatto la storia della nostra Sezione.
Non possiamo noi scindere quanto è avvenuto, non possiamo noi dimenticare quanto è stato fatto da chi ci ha preceduto nella continuità della nostra Associazione.
Quindi questo fermento va trattato con profondo rispetto, forse è uno scossone che ci porta a capire come anche noi dobbiamo rinnovarci, e va innestato là dove e in chi ci ha preceduto e di chi attualmente ancora conduce la Sezione con quel rispetto che noi abbiamo sempre attribuito per i carismi che ciascuno porta con se. Quindi questi fenomeni perchè possano avere, produrre effetti e segnali che dobbiamo cogliere, hanno anche bisogno di maturare nel tempo.
Ed è qui che noi ci dobbiamo impegnare, cioè accettare questo fermento, aiutarlo a progredire, innestarsi e maturare assieme nel tempo, però non in tempo lontano ma in tempo che permetta alla Sezione veramente di progredire, come abbiamo fatto ed è stato fatto e testimoniato nella relazione.
Quindi credo che ciascuno di noi lo senta, lo colga, e vedrete che nella comprensione reciproca noi avremo modo di ringiovanirci continuando là dove altri, prima di noi, hanno fatto la storia della Sezione di 60 anni della nostra Sezione sono stati celebrati in maniera degna,’ degna per chi è venuto prima, degna per chi c’è dentro oggi e degna per aprire le porte ai più giovani quando questo avverrà.
Questo mio è un invito ad una unità che nella diversità delle opinioni può ancora dar prestigio alla nostra Sezione. Non aggiungo altro e vi ringrazio.

Citron ha chiesto una chiarificazione sul rendiconto relativo la cena ed in special modo in riferimento al carico dei Gruppi per un ospite alla cena sezionale.
Bozzoli gli ha risposto esaurientemente.
Mentre Brunello, consigliere e vice presidente non più rieleggibile, ha voluto manifestare la sua gratitudine con un saluto di commiato dal direttivo, pronunciandosi così: ‘Oggi, volente o nolente, esco dal direttivo e dalla vice presidenza, dopo molti anni di permanenza.
E giusto che sia così, è giusto che avvenga una rotazione, prescindendo dalla disponibilità e dal tempo libero di ognuno. Chi è pieno di buona volontà, chi vuole collaborare, trova nella nostra associazione spazio per operare. Ringrazio tutti coloro che hanno creduto in me, nella partecipazione attiva, nella mia serietà, senza presunzione e preconcetti.
Sono grato al presidente Vallomy, che in questi anni mi ha accolto al suo franco, ai consiglieri, ai delegati e ai gruppi che mi hanno voluto consigliere e vice presidente.
Un caloroso affettuoso ringraziamento rivolgo ai capigruppo e a tutti gli associati, che ho avuto il piacere e l’onore di visitare, specialmente nei loro incontri annuali. In me si è radicato un sincero,fraterno senso di amicizia.
Ho cercato di dedicarmi con lealtà e passione, non tradendo il motto: “Cui Honor onus”, con l’onore dell’incarico assegnatomi, offrire la mia costante opera.
Qualcuno lamenta la mia troppo benevolenza o condiscendenza, rispondo che “nel mezzo sta la virtù“, perciò l’eccessiva rigidità non mi piace, né la mollezza... Nella nostra associazione deve prevalere il rispetto, la sincerità, il dialogo, la comprensione e la democrazia... Pertanto non è ammesso, non è tollerabile, che nella nostra famiglia alpina, si crei un’atmosfera di diffidenza, di sotterfugi. La nostra competizione, semmai, potrà essere quella di instaurare ed alimentare la concordia, l’amicizia, la fratellanza e l’operosità per il bene dell’ANA.
Dobbiamo essere sentimento, ragionamento, e cioè cuore e anima.
Quello che mi ha impegnato e quello che mi impegna sono stati la pubblicazione di “60 annidi vita alpina a Conegliano” e il periodico “Fiamme Verdi”. Non ho dimenticato la mia prima esperienza di redattore di un libro, che mi è costata non solo tanto lavoro, ma anche tanta sofferenza e difficoltà... d’altronde ottimamente superate.
“Fiamme Verdi” ha fatto dei buoni progressi, ottenendo lusinghieri successi, infatti si è classificato, a pari merito con altri 9, al 2° posto, nel concorso nazionale della stampa alpina. Penso che questo dia lustro alla nostra sezione.
Ringrazio, in questa occasione, Mario Altarui, dal quale ho appreso molto.
Perché il nostro “giornale” conservi almeno l’attuale immagine, è necessario il contributo di diversi, perchè fin d’ora, sinceramente, ho avuto molto poco.
Anche nei nostro lavoro dobbiamo cercare di scorgere negli altri i
pregi e non i difetti, di cui nessuno è
escluso, perché nessuno è perfetto. Tutte le anime forti, nobili, devote, le anime capaci di grandi cose e degne dei primi posti, comprendo no, accettano, subiscono senza sforzo la subordinazione... Sin dalle origini e ovunque l’umanità ha ammirato e rispettato certi valori. Questi valori sono chiamati ”virtù”... hanno determinato la differenza tra il colto ed una persona di cultura,.. ma anche tra un presuntuoso, arrogante ed una persona acuta, capace di buon senso.
Auguro a colui che mi sostituirà buon lavoro, e che la sua opera sia di utilità alla nostra sezione e dia a lui soddisfazioni».
Infine Chies interviene dopo aver informato i presenti che assieme ad alcuni amici stanno organizzando con “La Nostra Famiglia” un viaggio a Lourdes con i ragazzi disabili e che se qualcuno è interessato a partecipare si metta in contatto con la direttrice signorina Gigliola, ha affermato che più di una volta ha avvertito Carlet, che non intendeva candidarsi alla presidenza; finché a candidato ci sarà il prof. Vallomy.
Il presidente dell’assemblea ha chiesto ai delegati l’approvazione delle relazioni, che sono state ratificate all’unanimità. Quindi ha soggiunto:
‘Ora, tanto per procedere nei nostri lavori, siccome la candidatura è una sola diventa evidentemente scontata l’elezione dell’unico candidato. Allora, proprio per dimostrare la misura della nostra solidarietà e della nostra unità, dal momento che non ci sono altre candidature e non ci sono delle contro deduzioni,proporrei l’elezione per acclamazione.

Per acclamazione viene quindi eletto Presidente della Sezione, per un altro triennio, il prof. Giacomo Vallomy.
Dopo l’elezione ed a conclusione il presidente Piaia si rivolge all’ Assemblea: Vorrei brevissimamente ribadire quanto detto all’inizio. Non dobbiamo nasconderci che ci sono stati e ci sono dei fermenti di rinnovamento, questi vanno ascoltati con attenzione e con profondo rispetto.
Nella rielezione del prof Vallomy noi vediamo la continuità della nostra Associazione e vediamo anche prossimo, con molto rispetto, un ricambio generazionale che va preparato con altrettanto rispetto, sia per il nostro presidente ma soprattutto per le persone che noi sceglieremo.
Il presidente Vallomy ha ringraziato per i sentimentalismi, per la lezione retorica, e per la dimostrazione di fiducia. Ha espresso la sua gratitudine a Piaia per aver svolte le cose in modo che a suo tempo possa egli trasferire la “stecca” ad altra persona; e nello stesso tempo ha accettato questa continuazione di stima.
Ha voluto ricordare che in ogni circostanza ha portato sempre e volentieri fieramente il cappello alpino, e accettando il reincarico di presidente, ha augurato che la nostra sezione sia il ritrovo dell’amicizia e del rispetto reciproco, sia scuola di moralità e di alpinità.
Sono seguite le votazioni a scrutinio segreto per il rinnovo parziale del Consiglio Direttivo. Sono stati riconfermati Nino Geronazzo, Lino Chies e Antonio Dall’Anese; e nuovamente eletti - dopo un anno di sospensione - Battista Bozzoli e Antonino Cais.
Dopo aver dato lettura dell’esito delle votazioni a quanti presenti in sala, il presidente dell’assemblea Piaia ha dichiarato chiusi i lavori, alle ore 12.40.
Il presidente dell’assemblea ordinaria dei delegati prof. Raimondo Piaia ha convocato successivamente il Consiglio Direttivo per dar lettura del verbale dell'Assemblea e procedere alla nomina, mediante votazione segreta dei due vice presidenti.
Dopo lo spoglio sono risultati eletti Lino Chies e Nino Geronazzo.
Pertanto il Direttivo e i responsabili delle varie attività sono:
Presidente Giacomo Vallomy;
Vice presidenti: Lino Chies e Nino Geronazzo;
Tesoriere: Battista Bozzoli;
Segretari: Steno Bellotto e Michele Pilla;
Consiglieri: Luigino Basso, Valerio Bortolotto, Battista Bozzoli, Antonino Cais, Igino Citron, Antonio Dall’Anese, Bruno Danieli, Pietro De Zan, Antonio Pagotto, Antonio Possamai, Nicola Stefani, Tarcisio Stella, Davide Tardivel, Zelindo Toffoli, Eusebio Tomasi, Ernesto Visentin;
Revisori dei Conti: Alfredo Battistella, Vittorio Padovan, Giovanni Carlet, supplenti: Gildo Trivellato, Carlo Breda;
Probiviri: Raimondo Piaia, Paolo Gai, Desiderio Viezzer;
Giunta di scrutinio: Eugenio Pizzol, Giuliano Casagrande, Luigi Battistuzzi, Giovanni Grosso, Marsilio Rusalen.
Periodico “Fiamme Verdi”; direttore: Mario Altarui; presidente comitato di redazione e corrispondente de L’Alpino, e Biblioteca Renato Brunello, membri: Steno Bellotto e Eugenio Pizzol;
Taverna: Mario De Marchi con la collaborazione di Giuliano Casagrande;
Museo e Alfieri: Mario Longhino e Remigio Chies;
Manutenzione sede: “Madonna della Neve”;
Bosco della “Penne Mozze”;
Protezione Civile: Lino Chies;
G.S.A. (Gruppi sportivi): Nicola Stefani;
Cerimonie e rapporti con le FF.AA.: Nino Geronazzo;
Rapporti con autorità civili e ass. Arma: Valerio Bortolotto e Piaia Raimondo;
Attività culturali: Antonino Cais;
Cappellani: mons. Raffaele Lot e padre Michele Munari;
Fanfara: Antonino Cais e Giovanni Carlet.