CISA |
Giugno 1988 |
Milano, 12 marzo 1988
39 rappresentanti di altrettante testate di periodici sezionali sono convenuti nella sede della Sezione di Milano,
come avviene da alcuni anni, per discutere quattro interessanti punti posti dall’o.d.g.
La riunione ha avuto inizio con il saluto del presidente della sezione di Milano dr. Rezia, il quale ha soggiunto che la
stampa alpina deve essere promotrice di formazione morale, di educazione e di prevenzione propedeutica, di difesa dagli
episodi che costituiscono la parte corrotta della società.
Il presidente nazionale dr. Caprioli, dopo aver manifestato i suoi apprezzamenti per l’evidente progresso della stampa
alpina, si soffermato in particolare sugli attacchi, qualche volta velati, altre volte anche troppo palesi rivolti al
C.D.N., sulla questione, anche se insostenibile, degli•”Alpini” della R.S.I. Tali assalti contro la sua persona e a
quella del direttore de “L’Alpino” dr. Vita, non solo sono ingiustificati, ma sono soprattutto offensivi, lesivi, ed una
chiara provocazione, ed ha aggiunto che la stampa alpina non deve essere una palestra dello sfogo inconsulto di
qualcuno.
Vita, direttore de L’Alpino, ha rivolto un pensiero alla memoria di Beppi Novello, socio fondatore, combattente di due
guerre, pittore di buona fama.
Si congratulato con le 60 testate alpine nazionali e le 7 dell’estero. Sono da ammirare — ha aggiunto — tutti i
redattori, conoscendone lo spirito di sacrificio, anche se tante volte comporta più critiche che soddisfazioni.
Vita ha espresso l’opinione che nei nostri periodici si debbano toccare argomenti di umana solidarietà, della Protezione
Civile e di ecologia nel senso più ampio del significato, dei giovani, che sono la stragrande maggioranza (80%) che non
hanno conosciuto la guerra; inoltre ha sollecitato pubblicazioni di cultura alpina.
Infine ha chiesto pazienza per la pubblicazione di notizie e di fotografie inviate dalle sezioni, poiché alla Redazione
ne giungono moltissime, e pertanto per la loro pubblicazione si deve attendere dai 3 al 4 mesi.
Diversi sono stati gli interventi di rappresentanti di testate; sono stati sfiorati alcuni argomenti delicati, come il
voto degli emigranti, gli obiettori di coscienza e fiscali.
Il sottoscritto si limitato ad osservare e fare delle considerazioni sui quattro punti dell’o.d.g.;
i - La stampa alpina, oltre che aver migliorato l’impaginazione
la forma estetica, mette in risalto la forma etica, e quindi nel contesto generale giornalistico ha fatto un salto di
qualità, evidenziando anche un graduale progresso individuale e collettivo, con proprietà lessicali e culturali.
2 - Per quanto concerne la trattazione di argomenti extra associati- vi, starei molto attento, e li distinguerei. Finché
i nostri scritti contengono temi di formazione culturale alpina e letteraria, ed intervengono sui più svariati campi
sociali e politici a titolo informativo, senza toccare la suscettibilità dei lettori, in particolare dei nostri soci
alpini, i quali hanno differenti indirizzi politici, partitici, confessionali, va benissimo; mentre sarei più cauto nel
manifestare, sia pur soggettivamente, argomenti delicati, scottanti e... pettegolezzi.
Il nostro retaggio, il nostro patrimonio prettamente idealistico, quindi la sconsideratezza, l’imprudenza, la
dappocaggine potrebbero coinvolgerci in una discussione ideologica, suscitando polemiche e provocando reazioni tali da
compromettere l’immagine della nostra Associazione, con 1’ indebolimento della nostra stampa. Con questo non voglio dire
che dobbiamo lasciarci pestare i piedi, tutt’altro, la nostra risposta, la nostra reazione deve avvenire coerentemente,
correttamente, dignitosamente, anche se con grande fermezza. Facciamo conoscere le nostre opere, il nostro spirito
alpino con umiltà, e nel manifestare la nostra disponibilità riconosciamo i nostri limiti, come qualsiasi essere umano.
Non dobbiamo lasciarci trascinare da preziosismi retorici, n riconoscerci i soli pionieri della pace, dell’eroismo e
dell’umana solidarietà.
3 - Trovo utile non solo la collaborazione sezionale con “L’Alpino”, ma pure, con discrezione, fra tutte le testate
alpine, nel riportare temi, notizie utili, con uno scambio giornalistico corretto. Tutti i periodici ne trarranno
giovamento.
4 “L’Alpino” piace, forse oggi più di ieri. L’inserimento ditemi culturali storici attinenti la nostra Associazione e le
Truppe Alpine sono molto indicate e utili, come lo sono le informazioni, le notizie anagrafiche, le foto, e perché
stampato a quattro colori, pur ricavandone un risparmio di alcune centinaia di milioni.
Esprimo quindi al direttore dott. Vita, al presidente di redazione dott, Paravia e alloro collaboratori i più vivi
apprezzamenti; così pure agli addetti ai lavori dei periodici sezionali.
R. Brunello
Il secondo concorso nazionale della Stampa Alpina - la
cui esemplare iniziativa e perfetta organizzazione opera del Gruppo di Rodengo Saiano, e patrocinato dal “Giornale di
Brescia” - ha avuto rinnovati apprezzamenti, per i motivi che, a nostro avviso, lo caratterizzano, il principale dei
quali stimolare e spronare le Sezioni e i Gruppi ad intervenire, partecipare anche attraverso un’adeguata propria
stampa, cercando l’arricchimento ideale e formativo, la comunicazione informativa ai propri soci delle iniziative e dei
problemi che li coinvolgono, e che sono a loro più vicini.
L’interessante, gradito concorso ha avuto la sua conclusione l’11 e 12 settembre 1987 a Rodengo Saiano, diretto
dall’attivissimo magg. Vittorio Piotti.
Al concorso hanno partecipato ben 44 periodici alpini, su una sessantina esistenti.
Il nostro “FIAMME VERDI” si classificato al 2° posto, ex equo con altre 9 testate.
La qualificata giuria composta dal dott. Gudo Nobile (presidente) giornalista e scrittore, dall’avv. Silvio Pellizzari
consigliere del “Giornale di Brescia”, dal dott. Egisto Corradi giornalista e scrittore, dal rag. Luciano Viazzi
scrittore e storico, dal gen. Aldo Rasero (recentemente scomparso) ex direttore de “L’Alpino” scrittore e storico, dal
prof. Luciano Spiazzi critico d’arte, dal geom. Ferruccio Panazza consigliere nazionale ANA, dal dott. Pino Capellini
direttore de “Lo Scarpone Orobico” della Sezione di Bergamo vincitore del primo concorso, dal ten. Antonio D’Andrea
addetto stampa del 4° Corpo d’Armata Alpi no, giornalista, dopo aver ponderato e attentamente analizzato le
pubblicazioni, ha assegnato il successo alla testata “Tùc ùn” della Sezione di Biella, cui vanno i nostri più sinceri
complimenti.
Si sono classificate al secondo posto a pari merito le seguenti testate: “Alpin fa grado” (sez. Vicenza), “La più bela
fameja” (Pordenone), “Mondvì ardì” (Mondovì), “Col Maor” (Belluno), “FIAMME VERDI” (Conegliano), “Il Monte Baldo”
(Verona), “Dai fidi tetti” (Marostica), “Genova Alpina” (Genova), “Fameja Alpina” (Treviso), e “Stella Alpina” (Pisa-Lucca-Livorno).
Quindi possiamo ritenerci soddisfatti, poiché stato raggiunto un traguardo lusinghiero; l’attenzione e il successo
riscossi ci incitano a far ancor meglio. Ma ricordo che il raggiungimento di più ambire mete possibile solo con la
cooperazione di molti: l’estensione e la diversificazione degli argomenti, i suggerimenti e i componimenti pluralistici,
sono componenti essenziali per una pubblicazione, gradita ai lettori.
L’auspicio di chi da anni offre la sua opera con dedizione e sacrificio, che questo appello sia recepito nel giusto
modo, da sollevare così lo spirito, e... la penna... un po' sofferente.
LA REDAZIONE