GLI ALPINI SU 200 CIME DELLE DOLOMITI


Dicembre 1988


Riva di Tures - Col Alto m. 3440


Il Ten. Col Giulio Dal Pos a Cortina
alla mostra del bicentenario delle Dolomiti

Dolomiti

Montagne solenni
struggente richiamo ai voli dell’anima
fascinosamente ammaliati alla gioia
del salire ardimentoso.
Rocce irrequiete
nervosamente svettanti
in canto d’audace trionfo.
Cime ardite
nel gran mare di nubi
dai riflessi d’orifiamma
sempre nuove e palpitanti.
Dirupi tremendi che spesso
nell’orror della rampa scoscesa
all’indomito piccolo uomo
chiedete tributo di sangue
e stroncate l’audacia.
Torrioni ora accigliati
or carezzati di vivida luce;
creste sfumate
rupi su nebbie emergenti;
gole e scarpate
ove il passo e la voce rimbalzano
echeggiano.
Pareti incantate avvelte
di trepido mistro
burroni freddi e rischiosi
patria di purissime fonti.
Monti orridi e belli
giganti all’assalto del cielo
se sferrati dal vento
o schiantati dall’uragano
rilucete invitti
sul tremendo conflitto.
Lirica del creato
epifania d’artista divino
danza di linee ardite
festa di vaghissime tinte
sussulto di slancio animato
stupenda cristallina catena...
estasiarsi e tacere.
Riposi in voi, Dolomiti,
su l’ali d’un sogno felice
tanta ansia soffocata di vita
e respiri su l’ampio orizzonte
profondamente
in trepida elevazione:
ed esulti a tanto riso di cielo
emanante dal vostro canto,
mistici monti.

Falcade - Marmolada, estate ‘59
Don Mario Baliello

La grande festa degli Alpini su 200 cime delle Dolomiti

Hanno vinto ancora una volta gli alpini. Un successo schiacciante contro chi ha inutilmente cercato il conflitto per scopi prettamente politici. Così ieri, alle 11.30 in punto, duemila alpini, hanno issato su duecento vette dolomitiche la bandiera italiana, completando la coreografia dei festeggiamenti per il bicentenario della scoperta scientifica delle Dolomiti con fumogeni bianchi, rossi e verdi.
Non abbiamo voluto — ha detto il comandante del 4° Corpo d’armata alpino, generale Fulvio Meozzi — conquistare le vette, ma testimoniare alle cime, alle montagne, alle popolazioni il nostro messaggio d’amore e di amicizia. Una saggia risposta alle polemiche di alcuni gruppi di minoranza tedeschi e alla stessa Sudtiroler Volkspartei, che avevano tacciato la manifestazione degli alpini come prova di nazionalismo.
Ma, forse, ancora più che la risposta del generale, conta l’affetto della gente che ieri ha seguito gli alpini nella loro fatica. Sulle vette, mentre un timido sole si affacciava tra le nuvole, quasi a benedire questo connubio, caschetti rossi e bianchi, del 4° Corpo d’Armata, assieme a uomini che amano la montagna e che in essa credono, al di là di qualsiasi schieramento, hanno brindato assieme a questa giornata.
Sass Pordoi, Torri del Sella, Pissadù, Ciampac, Sassongher, Gardenaccia, Conturines, Tofane, Marmolada, Croda Rossa, Picco di Vallandro, Tre Cime di Lavaredo, alcune già coperte dalla prima neve caduta l’altro giorno, sono solo una piccola parte delle stupende vene dolomitiche scalate ieri dagli alpini. Anche il generale Meozzi ha voluto essere con i propri uomini e prima delle dieci era già in cima el Rosengarten. Uno spettacolo davvero indimenticabile.
A Campitello di Fassa, sede una breve conferenza stampa, il comandante del 4° Corpo d’armata alpino, ha detto tra l’altro: "Sono orgoglioso di aver portato la bandiera italiana su queste duecento cime delle Dolomiti. E sulla montagna. scendendo a valle non ho incontrato che gente che applaudiva: italiani, tedeschi, austriaci. Non ho assistito a una sola manifestazione ostile". Sulle dichiarazioni dei giorni scorsi, il generale Meozzi ha aggiunto: "Si tratta di una piccola minoranza. Penso che anche all’interno della Svp, i vertici non abbiano condiviso l’attacco agli alpini, frutto solo di una piccola parte del partito di raccolta dell'Alto Adige".
A chi gli chiedeva se le polemiche gli fossero sembrate più grandi o più piccole dalle montagne, Meozzi ha risposto: "Insignificanti".
E quindi ha aggiunto: "Piccinerie di fondo valle".
Un attestato di grande stima agli alpini è venuto anche dai ladini della Val di Fassa. Ha detto il consigliere regionale Ezio Anesi, prima di andare a vestire i costumi per la sfilata di tutti i gruppi folkloristici delle Dolomiti: "Se dobbiamo essere sinceri, gli alpini sono stati gli unici a festeggiare il bicentenario delle Dolomiti, accomunando tutte le zone interessate. Sono state scalate vette del Veneto, del Trentino e dell’Alto Adige. Amministrazioni provinciali e regionali, si sono preoccupate invece di curare i festeggiamenti delle “proprie” Dolomiti. Non è questo il vero spirito delle genti che popolano queste meravigliose montagne".
Il generale Meozzi ha concluso con un appuntamento all’anno prossimo, magari senza polemiche.

Franco Pistolato
da “Il Gazzettino” del 5/9/88

Non appena siamo venuti a conoscenza della contestata iniziativa, e degli atteggiamenti inconsulti, anti-sociali, antidemocratici ed assurdi delle solite frange “anti-italiane” del Sud Tirolo, siamo rimasti perplessi ed avvolti da un senso di tristezza e di giustificato sdegno.
Volevamo intervenire con forza e coerenza, ma temevamo provocare altre polemiche, e la nostra serenità interiore ci suggerì che non valeva la pena. Semmai ci fosse rimasta nella bocca un po’ di fiele, sempre difficile da deglutire, cercheremo di armarci di tanta pazienza e di grande buon senso. Non vorremmo ripetere quello che disse il grande Cicerone a Catalina, personaggio “rompiscatole”: "Usque tandem Catalina abutere pazienza nostra?".
E i recenti episodi di intolleranza, ed ancora più grave, di terrorismo indiscriminato e violento ci fanno seriamente riflettere. E pensare che si vuole arrivare a presto all’unione europea!
Dove non c’è  buon senso, c’è violenza e terrorismo.
E' mai possibile che non si riesca ad arrivare ad un’intesa?
Le Truppe Alpine hanno offerto — come sempre — un saggio di grande civismo, e la quasi totalità della gente indigena montana dell’Alto Adige, ha manifestato solidarietà, ed ha riconosciuto qual’ il vero spirito delle Penne Nere, pregiando entusiasticamente l’iniziativa del 4° Corpo d’Armata: quindi ha trionfato l’amicizia e l’amore.
R.B.