NOTIZIE |
Giugno 1989 |
Il generale Giuseppe Rizzo è dal 27 gennaio il nuovo Comandante del 4° Corpo d'Armata Alpino. Il passaggio delle
consegne è avvenuto alla caserma “Vittorio Veneto” di Bolzano alla presenza — oltre che del gen. Benito Gavazza — di
autorità militari e civili e di rappresentanze combattentistiche e d’arma.
Il nuovo Comandante degli Alpini (compirà 59 anni il prossimo 5 luglio) ha 40 annidi naja di cui 19 di effettivo comando
di truppe. Tra i tanti incarichi ricoperti ricordiamo che è stato comandante di batteria al gruppo “Verona” della
brigata “Tridentina”, del gruppo “Sondrio” dell' ”Orobica”, del 6° reggimento di artiglieria da montagna della brigata
“Cadore” e, frequentata la Scuola di Guerra a Civitavecchia, è stato vice comandante della Regione
Militare di Sicilia, ispettore dell'Arma di Artiglieria e per le Difese Nbc, e dopo vari compiti dirigenziali presso gli
Stati Maggiori della Difesa, presso il Segretario Generale della Difesa e la Direzione Nazionale degli Armamenti, ha
comandato (dall’ottobre 1976 al settembre 1978) la Brigata “Julia” e retto successivamente altri rilevanti compiti.
Al nuovo comandante rivolgiamo il nostro saluto ed augurio.
E così, con altrettanta cordialità, salutiamo e rin graziamo il suo predecessore gen. Fulvio Meozzi (la cui carriera è
intuibile dal fatto che a 33 anni era ufficiale superiore, a 40 colonnello e a 46 generale di brigata) che ha lasciato
Bolzano per assumere il più elevato incarico di Sottocapo di Stato Maggiore della Difesa.
L’uso dei versi è sempre stato congeniale agli alpini, e questa loro predilezione deriva probabilmente dal loro
vivere prevalentemènte tra le bellezze della natura e cioè nella poesia.
Le stesse canzoni degli alpini — e in gran parte anonime proprio perchè risultate dall’apporto di sentimenti e di parole
di un numero indefinibile di soldati della montagna — sono formate da semplici versi alla cui cadenza rimediano poi le
note pur esse, il più delle volte, frutto spontaneo della voglia di cantare che in ogni tempo caratterizza gli alpini.
Sono versi e musiche talvolta allegri, più spesso tristi nell’annuncio del sacrificio, e che non occorre qui ricordare.
Pur con questa propensione al discorso rimato, desta stupore che uno di noi abbia affrontato la non facile impresa di
scrivere in versi la Storia degli Alpini. E ciò che è riuscito a fare il prof. Romano Cogo con il suo poemetto (ed.
Nuovi Sentieri Editore, copertina ed illustrazioni di Brugar, stampato dalla Arti Grafiche Tamari di Bologna) che in
poco più di cento pagine compendia le vicende alpine dalla campagna di Eritrea alla Liberazione del ‘45.
L’opera — dedicata alle Penne Mozze — é stata encomiabilmente conseguita da R Cogo - “lontano da ogni ambizione
letteraria” come egli afferma nella prefazione — e si legge agevolmente e con interesse proprio per la semplicità e la
passione che traspaiono dai versi.
Reduce di Russia, Romano Cogo (che è autore pure di “Un Alpino della Julia”, biografia dell’amico M.O. Angelo Ziliotto,
edito dai Fratelli Fabbri) ha dato largo spazio alla narrazione dell’epica ritirata di Russia, ma anche le altre parti
del poemetto - con ampia citazione di reparti e di eroi — sono opportunamente trattate, per cui si può senz’altro dire
che la pubblicazione ha raggiunto lo scopo di intrattenere piacevolmente gli alpini vecchi e giovani.
E' stato pubblicato presso l’Editore Stavolta di Pordenone l’atteso “libro verde” di G. Roberto Prataviera “ALPINI,
PADRI E FIGLI”.
Un libro-documento arricchito da oltre 350 fotografie, che parla dei “soldati da montagna” in guerra e in pace, ma
soprattutto del loro essere “penne nere” in congedo.
Nella pur ricca letteratura alpina, mancava un libro che legasse i fatti essenziali della storia delle Truppe alpine ai
settant’ anni di vita dell’Associazione Alpini.
Dice, Luciano Viazzi nella presentazione: “... indubbio pregio di quest’opera è di aver realizzato un racconto per
immagini, che sintetizza non soltanto la storia dell’Associazione alpini, ma anche la gloriosa epopea delle Truppe
alpine!”
Dall’idea di “papà Perrucchetti” ai giorni nostri, la storia delle Truppe alpine é narrata per immagini e brevi commenti
didascalici in modo tale da consentire una lettura facile ed appassionante proprio perchè, le parole, fanno un tutt’uno
con le numerose illustrazioni.
Il libro di Prataviera un documento senza pagine bianche, non ignora le verità storiche, né sorvola il periodo
associativo nell’ante- guerra e i tragici momenti seguiti all’armistizio dell’ 8 settembre ‘43!
L’Autore ha ritenuto che fosse impossibile parlare dell’Associazione Alpini senza prima raccontare, sia pur solo a
grandi linee, la storia delle Truppe alpine, dalle quali gli alpini in congedo sono nati.
Quindi soprattutto storia dell’Associazione Alpini: delle sue strutture organizzative, della stampa verde, delle grandi
adunate e dei meravigliosi capitoli di solidarietà che si chiamano “Vajont”, “Voto agli italiani all’estero”, “Endine
Gaia- no”, “Cantieri di lavoro in Friuli”, “Programma ANA-AID”, “Cantieri di lavoro in Irpinia e Lucania”, Scuola
Nikolajewka di Mompiano”, per citarne solo alcuni...
Dedicato a Franco Bertagnolli e a tutti gli alpini che in ogni tempo, in guerra e in pace, hanno portato con onore il
cappello con la penna, “ALPINI, PADRI E FIGLI” non dovrebbe mancare nelle case degli Alpini, nelle biblioteche dei
Gruppi e delle Sezioni e soprattutto nelle scuole, dove crescono ed apprendono i cittadini di domani.
Il libro può essere acquistato presso le principali librerie a L. 30.000 la copia, oppure richiesto all’editore tramite
le Sezioni A.N.A., ed in tal caso costa per i soci A.N.A. soltanto L. 22.500. Il volume verrà poi trasmesso direttamente
dalla Casa Editrice, in contrassegno e senza alcuna maggiorazione per spese di spedizione.