PEDEROBBA


Giugno 1989

Inaugurato il Monumento al Soldato d'Italia

Pederobba, strada Statale Feltrina, chilometro 31, un ampio orizzonte che abbraccia luoghi carichi di ricordi, sullo sfondo il Monte Grappa, il Monte Tomba, il Cesen, il Montello e lì sotto scorre il Piave, una zona che di per sè evoca momenti particolarmente sentiti della storia Patria, una zona nella quale si scontrarono ideologie e uomini nella quale riposano, e sono egualmente ricordati ed onorati, i caduti francesi e germanici.
E, immerso in essa, un monumento, ma più di un monumento una composizione che non appartiene alla tradizionale retorica patriottico-celebrativa di fasti o avvenimenti, esso rappresenta qualche cosa di più, di nuovo, di singolare tanto da indurre l’osservatore, a profonda riflessione.
Il “MONUMENTO AL SOLDATO D’ITALIA” inaugurato, il 5 Novembre dello scorso anno a conclusione delle celebrazioni del 70° anniversario della conclusione della Grande Guerra, con una cerimonia presieduta dal Prof. Carlo BERNINI Presidente della Regione Veneto e dal Gen. Giuseppe SANTORO Presidente della Associazione “Ragazzi del 99” ed alla quale sono intervenuti i Sindaci dei Comuni rivieraschi del Piave con i rispettivi Gonfaloni, rappresentanti di tutte le associazioni combattentistiche e d’arma tra le quali primeggiavano per numero di partecipanti l'Istituto del Nastro Azzurro e l’Associazione Nazionale Alpini della quale sono stati notati e particolarmente applauditi i Vessilli delle Sezioni di Pola, Fiume e Zara.
Il monumento, un insieme di 20 statue fuse in bronzo, voluto da un gruppo di cittadini, che in previsione delle celebrazioni del 70° anniversario si era costituito in Comitato Promotore, è stato realizzato, con sensibilità, vigore, delicatezza e senza cadere nella facile retorica, dallo scultore veneziano Gianni ARICO'.
Il complesso, come ebbe a dire il Presidente del Comitato il Generale delle Truppe Alpine Edoardo GIANI durante la cerimonia inaugurale, è “dedicato a quegli uomini, a quei giovani, a quei ragazzi che fecero olocausto della vita e che — comunque — sia in guerra che in pace dettero, stanno dando o daranno qualcosa di sé alla Patria”.
Le cinque scene hanno un movimento straordinario, e ciascuna possiede quei caratteri intrinseci al tema specifico, particolare.
Ecco il momento lirico, ecco quello immediatamente successivo, fortemente drammatico, per arrivare a una raffigurazione psicologico-simbolica. I temi degli “addii”, coi genitori, l’uomo che parte e l’ultimo saluto della sua donna; la “marcia” dei soldati verso la frontiera; l”esodo” dei profughi, costretti, incalzati dagli eventi, a lasciare le loro case, la loro terra; punto centrale, “la barriera” come recitano le parole della “leggenda del Piave”: figure dilaniate, squarciate, corpi privi di vita, disfatti, lambiti dalle acque del Piave. E “barriera”, a questo punto, intesa non solo come resistenza, ma come senso del dovere, che non è soltanto una condizione della vita del soldato combattente, ma dell’uomo più in generale; e il finale all’insegna della “speranza” in un avvenire senza guerre, un avvenire di pace. Ecco, dunque, dopo le figure dei vecchi, delle donne, dei soldati, quella di un ragazzo che libera un volo di colombe.
In sintesi, per usare le espressioni del Presidente della Regione Veneto “un monumento che conclude in terra Veneta la serie delle celebrazioni più che degnamente a ricordo, duraturo nel tempo, del momento più atteso della Grande Guerra: la fine di anni di sacrifici e di lutti per un ordine di pace che doveva, purtroppo, essere interrotto dal secondo conflitto mondiale”.
Durante la sobria cerimonia il sorvolo di aerei d’epoca (particolarmente ammirato il triplano fedele copia dell’aereo del “Barone Rosso”) e dei supersonici del 51° Stormo ha idealmente unito due epoche. Il monumento è ora godibile da quanti transitano sulla SS. 31 Feltrina tra ONIGO e PEDEROBBA; la realizzazione è stata possibile grazie allo sprone dato dal Comitato Promotore, dalla collaborazione fornita dalla Comunità di Pederobba e dalla compartecipazione di centinaia di piccoli e grandi sottoscrittori ai quali il Comitato si augura possano aggiungersene altri sino a totale estinzione delle spese.
Per l’occasione sono state fuse artistiche medaglie in bronzo del diametro di 6 cm. che saranno donate a tutti coloro che avranno contribuito alla realizzazione con una quota non inferiore alle venticinquemila lire. I versamenti potranno essere effettuati in C.C.P. 11° 16390304 intestato a Comitato Promotore Monumento S. Marco 1260 VENEZIA; per eventuali particolari contribuzioni potranno essere presi accordi con l’ingegnere Ermes FARINA Tel. 041/987654 Via C. Massaia n° 37 MESTRE Vice Presidente del Comitato Promotore.