BSOCO DELLE PENNE MOZZE


Dicembre 1989

Il Diciottesimo Raduno Alpino al Bosco delle Penne Mozze

Durante la celebrazione dovuta alle Penne Mozze è stata ricordata la figura dell’ideatore e presidente del memoriale Mario Altarui.


Mario Altarui, a sx, con due commilitoni

Il 2 settembre si è svolto a Cison di Valmarino l’annuale raduno, al quale è intervenuta una moltitudine di Alpini giunti anche da regioni lontane.
A riconoscimento dell’importanza della manifestazione - quest’anno velata di mestizia per la scomparsa, otto giorni prima, della persona più rappresentativa ed impegnata nell’organizzazione il prof. Mario Altarui - la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha nuovamente delegato - quale rappresentante del Governo - l’on. Gianfranco Rocelli, amico personale di Altarui.
Assai numerose le altre autorità, tra cui la sorella di Altarui Maria Pia, i sindaci di Cornuda Leonardo Zandegiacomo, di Cison di Valmarino Pierina Fedato, l’assessore Luciano Favero in sostituzione del sindaco di Montebelluna; ed inoltre il generale medico M.O. prof. Enrico Reginato, i generali Franco Bettin comandante della Regione Militare Nord-Est, Libero Tonel e Daniele Giovannini; il col. Vittorio Lucchese, comandante del Btg. “Feltre”, Masucci del 2° Stormo A.M., Di Palma comandante Trasmissioni del V° C.A. di Vittorio Veneto; i capitani Torre dei CC. di Vittorio, Sandrolini del Gruppo “Agordo” A.M.; il consigliere nazionale dell’ANA geom. Luigi Casagrande; dirigenti di molte Sezioni ed Associazioni, con i Vessilli delle Sezioni Alpine di Torino, Belluno, Conegliano, Marostica, Treviso, Valdobbiadene e Vittorio Veneto, con i presidenti Bruno Zanetti, Francesco Cattai, Luigi Menegotto, Giuseppe Rossi e Lorenzo Daniele; in rappresentanza della Sezione di Pordenone Roberto Prataviera.
Sono intervenuti all’incirca 130 tra Gonfaloni, Labari, Vessilli, Gagliardetti e Bandiere, i più lontani quelli di Mongrando di Vercelli e di Pescina de L’Aquila. mentre 23 erano della nostra sezione.
La nostra sezione era rappresentata dal vice presidente cav. Paolo Gai, da diversi consiglieri, capigruppo e numerosi alpini.
Dopo gli onori ai Caduti, la S. Messa è stata celebrata da don Venanzio Buosi, il quale ha ricordato che mai in queste circostanze la pioggia ci ha messi in difficoltà, perchè — come diceva il compianto Mario Altarui — lassù c’è un frate alpino padre Carlo Marangoni, che ci protegge, e che in futuro ne avremo uno in più.
Sono state benedette le cento stele, che ricordano altrettante Penne Mozze, i nomi delle quali sono stati letti da Marino Dal Moro, che ha sostituito Altarui con evidente commozione ed imbarazzo.
Il discorso commemorativo è stato tenuto dal dott. Lorenzo Daniele, presidente della sezione di Vittorio, che, tra l’altro, ha detto: «Doveva essere una giornata serena e, sotto certi aspetti lieta, se la morte di Mario Altarui non l’avesse tramutata in un giorno di grande tristezza e di rimpianto. Doveva essere un giorno di gioia specialmente per tutti questi Alpini che hanno lavorato nel corso di questi diciotto anni, per portare a compimento la dimora delle “stele” che ricordano i Caduti Alpini della Provincia di Treviso, e per rendere il Bosco sempre più bello ed accogliente: degno della fama acquisita e consolidata in tutta l’Italia, Tutte le 2345 stele sono state poste; i sentieri di accesso sono stati tracciati; le opere complementari sono concluse: l’affascinante, anche se qualche volta faticoso lavoro è durato 19 anni... Mi pare doveroso rivolgere un pensiero grato a coloro che di questa opera grandiosa furono gli ideatori, i fervidi propugnatori...
Questo Sacrario inerpicato sullo scosceso pendio, essi fermamente vollero, ed è grazie alla loro volontà, al loro sacrificio, ed anche alloro contributo di manodopera, che oggi noi possiamo proclamare compiuto questo memoriale, unico nel nostro Paese.
Grazie in particolare alla memoria venerata dall’amico Mario Altarui, che non ha potuto avere la gioia e la soddisfazione di celebrare, oggi al mio posto, questa giornata che segna la completa attuazione di quanto si era prefisso.
Grazie alle memorie del sindaco di Cison Marcello De Rosso; a Marino Dal Moro, anima e guida degli Alpini del gruppo di Cison di Valmarino; alle donne dei nostri alpini, le quali nel tempo libero si sono adoperate con sacrificio, e a tanti altri amici scomparsi.
Ebbene — egli ha concluso — cerchiamo di non dimenticare queste “Penne Mozze” sostiamo, qualche volta, per un attimo di raccoglimento e di preghiera».
La cerimonia si è conclusa con l’intervento dell’on. Rocelli, che ricordando la scomparsa dell’amico Altarui e le sue opere meritorie, ha asserito che il Bosco delle Penne Mozze lo considera l’altare della Patria di tutti gli Alpini Caduti d’Italia.
I Gruppi, i numerosi soci ed amici della nostra sezione, che in qualche modo, hanno generosamente contribuito alla realizzazione di quest’opera monumentale, possono essere fieri, e a loro va il nostro plauso e la nostra gratitudine.